venerdì 22 ottobre 2010

ITALIAN ROCK CONNECTION: I RAGAZZI DEL SOLE e la Torino BEAT degli anni tra il 1964 e il 1970: Intervista al tastierista Piercarlo Bettini

Salvatore D'Urso (conosciuto anche come Ursus) fa visita a Music Box ed é con estremo piacere che gli diamo il benvenuto: oltre ad essere componente dello storico gruppo torinese No Strange, Salvatore é uno tra i più profondi conoscitori del Beat italiano; il gruppo che ha fondato in Facebook, Il Beat Italiano conta attualmente più di 2.600 iscritti. L'intervista che segue é uno spaccato davvero interessante e ricco di particolari 'preziosi' di un'epoca e di anni irripetibili (Wally)

Salvatore: I Ragazzi del Sole rimangono tra i gruppi più rappresentativi di quello che oggi viene comunemente descritto come il Beat Italiano; ricordi come si è formato il gruppo musicale ed in quale contesto nasceva il movimento,di cui ancora tutti noi parliamo a distanza di oltre 40 anni?
Piercarlo: Innanzi tutto vorrei ringraziare Il Beat Italiano per l'interesse e l'apprezzamento che ci viene puntualmente elargito con la pubblicazione dei lavori musicali, delle foto e dei commenti, pubblicati a favore del nostro gruppo.
Un grazie di cuore anche a tutti i fans che dopo tutti questi anni dimostrano il piacere di aver vissuto emozioni nell'ascoltare gli stessi brani musicali che accompagnandoci in giro per l'Italia hanno favorito anche il nostro entusiasmo!
Il gruppo è nato in un contesto che accomuna la maggior parte dei gruppi che nascevano in quel periodo e forse ancora oggi, credo che di base sia sempre la passione per la Musica.
Se poi aggiungiamo il piacere di trasmettere l'emozione di un'esecuzione, fatta a favore di chi ci ascolta, posso assicurare che un ritorno istantaneo dell'ascolto ben predisposto nei nostri confronti, cancellava all'istante qualsiasi tipo di sacrificio nell'organizzare le nostre serate.
Qui potrei dilungarmi a raccontare dettagli tipo i viaggi difficili per raggiungere le sale musicali da ballo e d'ascolto, i problemi meccanici dei nostri mezzi di trasporto, i pasti non consumati per la certezza d'essere presenti all'orario stabilito, con lo scopo di non deludere quel pubblico venuto apposta per ascoltarci, dando il massimo di noi stessi nelle nostre prestazioni, cercando in quel modo di farlo diventare il nostro pubblico amico!
I Ragazzi del Sole si sono formati a casa mia grazie ai miei genitori amanti della musica, che mi consentirono l'uso di un
sottoscala annesso al laboratorio di mia madre la quale produceva biancheria intima femminile. Parlo di questo perchè una parte dei miei ricordi va alle dodici ragazze che lavoravano nella ditta, e durante le nostre prove cantavano dando un'energia dinamica al gruppo in formazione.
La moglie di PierFranco Colonna che in quel periodo era sempre partecipe alle prove, il giorno che cercavamo un nome adatto al gruppo ci consiglio' I Ragazzi Del Sole perchè lei essendo inglese, entusiasmata dal sole e dai ragazzi italiani, penso' con affetto che noi facevamo parte della sue emozioni!
Piacque a tutti e subito l'adottammo, grazie Patty!!!

Ok, quindi iniziaste il vostro percorso musicale con la voce di Franco Castellani (che poi prese il nome d'arte di Pierfranco Colonna); puoi dirci come avvenne l'incontro con l'etichetta Jolly e l'incisione del primo LP (da cui venne tratto anche un singolo)?
Questo non te lo so dire, di queste cose se ne occuparono Danilo Pennone e forse Franchino, sicuramente piu' esperti nei contatti con gli impresari, organizzatori vari e case discografiche, credo che Vic Nocera è stato se non sbaglio il primo nostro impresario.
Data la mia giovane età mio padre ogni tanto presenziava, riponendo fiducia in Danilo Pennone sicuramente piu' sperimentato (mi pare suonasse con Andrea Mingardi) e penso che lui potrebbe darti informazioni certe sui nostri approcci con la Jolly.
Per me l'importante era l'esperienza ed il piacere di suonare con altri musicisti, di sincronizzarmi con la ritmica di Arcangelo Aluffi, armonizzarmi con la chitarra di Danilo e aiutare Carlo al
riconoscimento delle note e tonalità, cosi' quando la base diventava funzionale, Franchino poteva tranquillamente cantarci sopra.


Franco mi disse che tutto il disco venne registrato in diretta e che persino voi pensavate di fare un provino, mentre il fonico decise che poteva andar bene così e che poteva essere stampato,infatti il risultato era buonissimo. Tuttavia sappiamo che nella primavera del 1966,Franco abbandonò il gruppo per altri motivi e dopo una serie di ricerche trovaste un altro cantante in Paolo Melfi: secondo te quali sono le differenze, se ci sono,tra il primo periodo e quello seguente?
Esattamente come dici e questo me lo ricordo bene, anche secondo me l'entusiasmo della prima di getto, non avrebbe potuto ripetersi, e l'esperienza mi ha poi confermato che le cose rifatte perdono in spontaneità e sono d'accordo con il fonico della Jolly!
Le prove fatte a casa mia con assiduità, serietà e buone intenzioni hanno contribuito al fattore X che vorrei esporre con questa frase:
"Sicurezza, entusiasmo, convinzione, uguale a : Buona la prima!" E fortunatamente c'era il fonico giusto!
Le differenze tra il primo periodo e quello seguente, non sono evidenziate solo dal cambiamento della voce solista (perchè in seguito anche Danilo se ne andò) ma soprattutto da una personalità diversa nelle scelte del repertorio.
Pierfranco privo d'inibizioni con il suo pubblico, con la padronanza della lingua inglese, si destreggiava tra i turisti di passaggio.
Nei primi quattro mesi di contratti al Columbia Dancing di Laigueglia, le fan gli saltavano addosso ogni sera e gli strappavano la camicia ... oltre allo Spencer Davis Group (Keep on Running) e gli Animals, (The House of the rising sun) etc., facevamo i primi pezzi dei Beatles quando loro stessi erano appena usciti in Inghilterra; in radio li trasmettevano di notte, e noi sincronizzati con Radio Luxemburg, nell'850 coupè di Carlo Marcoz, registravamo con un Geloso: Please please me, From me to you, And I love her, We can work it out, Michelle, Girls e tanti altri.
Per non parlare di Bob Dylan: Mister Tamburine man, Like a Rolling stone; Lady Jane dei Rolling, Satisfaction, e poi la famosa G.. L.. O. R. I. A etc etc. e durante il giorno li mettevamo in repertorio.
Tutti i pomeriggi facevamo le prove, e non solo, fino all'ora di cena e il mattino seguente in camera con la chitarra, il basso e il rullante, le voci, i cori; non si faceva nient'altro che ripassare, provare, suonare! Erano tempi d'oro dedicati alla musica che piaceva a tutti noi!
Con Paolo Melfi direi che siamo andati piu' verso al rock, blues e r'n'b e la musica italiana, che mi ha comunque riempito di altre nuove e bellissime esperienze, ma sicuramente il primo periodo per me è stato il massimo, e lo ricordo anche con una punta di nostalgia!!

Però con l'incisione di So che tu non credi arrivaste persino a suonare in giro per l'Italia,soprattutto in quello che era ritenuto il tempio della musica beat: il Piper di Roma; che ricordi hai di quella esperienza?
Bei ricordi del Piper di Roma: eravamo tre gruppi sulla scena e si suonava un'ora a testa, si spostavano i riflettori dalla cabina di regia da un gruppo all'altro. Noi aprivamo la serata, poi Mal e i Primitives, e terzi i Pooh. Si suonava anche al pomeriggio credo il sabato e domenica, c'erano anche altri gruppi che non ricordo, ma di certo Nicoletta Strambelli (Patty Pravo) ballava davanti a noi al ritmo di So che tu non credi o Atto di forza n. 10 e altri pezzi veloci!
Alla sera finito di suonare si rientrava in Piazza Barberini alla Pensione Giulia dove la cosiddetta 'mamma Giulia' ci preparava qualcosa da mangiare e teneva la cucina aperta tutta la notte. Una spaghettata amicale tra musicisti, qualche scambio di vedute fino al mattino, e poi tutti a nanna!
Ricordo una sera che sul furgone dei Pooh c'era anche Patty, andammo tutti ad Ostia a vedere il mare, e berci qualcosa in un locale notturno: sembrava appartenessimo tutti allo stesso gruppo....una complicità tra musicisti sorprendente!
Suonavamo al Piper di Roma con lo stesso livello di notorietà, non tutti I Ragazzi del Sole partecipavano a queste uscite, anche i Primitives erano un po' riservati; credo di ricordare che Arcangelo, Paolo, ed io fossimo i piu' propensi al 'dopo suonato', forse qualche volta anche Carlo e Danilo.
Comunque i ricordi di quel Piper pieno zeppo di gente che si lasciava trasportare dal ritmo della musica, sono molto emozionanti, pensa che si avvicinavano intorno a noi rispettando la distanza di uno/due metri per essere ancora piu' partecipi! Che belle sudate! Roma, bellissima città, ma di giorno si dormiva!

Ma dopo un periodo così intenso, con altri tre 45 giri incisi per la Ariston il gruppo si divise in due formazioni diverse ... cosa accadde di preciso ?
Di preciso non te lo saprei dire, ma cosa ricordo con certezza è che gia' nel periodo di questi contratti con il Piper di Roma, il Piper di Milano e poi quello di Napoli ci si muoveva con diversi impresari che ci fecero ballare un po' di qua e di la'.
La sera prima al Totem di Ischia e quella dopo a Acireale in Sicilia, dall'Escalation di Palermo al Piper di Milano dove suonavamo affiancati ai Camaleonti e mi pare la Formula 3, da Ivrea a Pachino la punta estrema della Sicilia etc. In piu' Danilo Pennone mi minacciava, con una riduzione dei compensi, se non mi fossi messo allo studio dei classici standard americani, attualmente i Books. Non mi piacevano assolutamente, tutti questi accordi diminuiti, tredicesime, none e quinte piu', mi facevano impazzire!
Insomma credo che finire nei night-club non faceva parte delle nostre ambizioni, con un Paolo Melfi rock-blues che si sarebbe comunque adattato, in possesso del suo timbro polivalente, un Carlo Marcoz piacevole da vivere ma bisognoso d'aiuto nella riconoscenza delle armonie, ma una volta acquisite le suonava sempre con il tocco giusto, invece per Arcangelo Aluffi non c'erano problemi, professionista da parecchio tempo era stato anche il batterista di Carla Boni.
L'entusiasmo di Pennone stava per esaurirsi perchè troppo carico delle responsabilità del gruppo, avrebbe potuto responsabilizzarci di piu perdendo un po' l'orgoglio del fac-totum. Invece il gruppo voleva dirigersi verso una forma di successo consistente per restare ancora sulla cresta dell'onda!
Credo sia proprio per questo motivo, contornato da tensioni, che un giorno si penso' che Paolo, essendo anche chitarrista, avrebbe potuto permettere a Danilo, ormai stanco e forse deluso, la scelta del suo percorso preferito.
Questa notizia pero' non la prese nel modo giusto, anzi noi si credeva di aiutarlo: con la sua buona dose di orgoglio se ne ando' portandosi via il nome del gruppo.
Le diffide che ci giunsero in seguito di non usare il nome I Ragazzi del Sole, perchè di sua proprietà, frenarono tutte le nostre velleità.

E quindi possiamo in conclusione citare anche i gruppi nati dopo la scissione,come la Spirale 20 o le vostre comuni esperienze in altre formazioni quali Raph ed i Copertoni, i Cocks o i Volti 70, come un epilogo della meravigliosa stagione del beat. Dando un breve sguardo a questi nomi,potremmo anche sperare in un vostro futuro ricongiungimento come Ragazzi del Sole ?
Ebbene si' dopo le delusioni del caso, un po' scoraggiati ci guardavamo in giro senza un'idea precisa, fino a quando Arcangelo ci disse che la moglie di un suo caro amico aveva una vociazza tipo Aretha... e noi in coro: " ... Franklin ? Bè si! Certo, perchè non l'ascoltiamo? Portiamola alle prove!".
In effetti Lillian aveva veramente un timbro notevole, avremmo solo dovuto mettere in repertorio pezzi adatti al suo calibro: Chain of fools, Natural Woman, Bridge over troubled water, Think, Respect; insomma stava nascendo un nuovo modo di suonare, un nuovo entusiasmo!
Pero' ci accorgemmo che in questo percorso ci mancava qualcosa di molto importante: i fiati! Credo di aver dimenticato il passaggio nel quale dovetti fare il servizio militare e quando rientrai c'era con grande mio piacere Giorgio Marotti all'organo Hammond, e fu cosi' che per me iniziava una lunga storia con i pianoforti portatili, Rhodes Fender per incominciare!
Ero sempre a Cadriano di Granarolo dall'importatore perchè il Rhodes aveva le barrette che facilmente si rompevano, passavo il tempo a cambiarle, fino a quando il tecnico invento' una lega mista a oro: duravano un po' di piu', ma io non mi divertivo, si rompevano sempre! In seguito usci' poi Yamaha.
Giorgio Marotti lavorava come venditore nel negozio di pianoforti in c.Vittorio che si chiamava Restagno e mi inseri' nell'ambiente consigliandomi di dare lezioni di organo.
La cosa mi entusiasmo' parecchio specialmente vedendo il risultato della quantità di allievi che in quel periodo volevano imparare l'organo, ed un giorno quando il padrone del negozio Stefano Restagno si accorse del mio orecchio assoluto, volle insegnarmi ad accordare i pianoforti, e non solo, con il suo aiutante Pietro di Rivoli mi dissero tutto quello che c'era da scoprire nella costruzione e la manutenzione di un pianoforte!
Dalle corde rivestite che si costruivano in magazzino al riconoscimento dei banchi sonori spaccati fino al tiraggio delle caviglie piantate nei banconi in ghisa dove le corde sviluppano tensioni da 25kg ciascuna (se ricordo bene), alla verniciatura del legno a stoppino, e non parliamo della meccanica dove ciascun tasto ha centinaia di componenti!
Dunque in quel periodo la storia dei Ragazzi del Sole sembrava svanita nel nulla, si aprivano altre possibilità altre esperienze, dopo Lillian e la Spirale 20 che non duro' molto, si decise che ognuno di noi avrebbe scelto la strada di proprio gradimento ed io mi ritrovai a suonare un po' con i Cocks, Raf e i Copertoni fino a quando non conobbi Adalberto Andreozzi dei Sweet Beast con Gabriele il batterista e mi pare si chiamassero anche La Trifase, dove c'era il bassista Billy Gray che suono' poi con i Trip, ed in seguito mi ritrovai nella formazione dei Living Life che nacque a Moncalieri a casa di Sandro Gianotti etc.
Non sto a raccontare tutto quello che la Musica mi ha fatto sperimentare in tutti questi anni, ma di sicuro il primo amore non si scorda mai!
I Ragazzi del Sole sono ancora nel mio cuore, c'è qualcosa in questo gruppo che non ha potuto realizzarsi? Potevano nascere situazioni dove il sole ci avrebbe coperto dei suoi raggi, potrebbe ancora succedere una cosa simile?
Io ci credo, restando sempre un Ragazzo del Sole cosciente dei Raggi Musicali che la Musica mi offre gratuitamente, senza riserva alcuna, basta semplicemente amarla!
Il ricongiungimento dei Raggi forma automaticamente il Sole, non siamo piu' Ragazzi... ma chi si avvicina al Sole potrebbe ritornare ad essere Ragazzo!


A cura di Salvatore 'Ursus' D'Urso

e del gruppo  Facebook  Il Beat Italiano

video/brani
Atto di Forza n. 10 (1966)
Se mi chiamerai (1966)
So che tu non credi (1966)
Non ridere di me

9 commenti:

URSUS ha detto...

Grazie per gli apprezzamenti al mio lavoro di RECUPERO del panorama beat anni 60...qualche piccola delucidazione sulle foto :
Le prime 4 in alto ritraggono la formazione originaria,attiva dal 1964 fino a Marzo 1966.
Quella dedica sulla busta interna dell'LP (l'originale uscì all'inizio 1966)era rivolta dal compianto FRANCO CASTELLANI (alias Pierfranco Colonna) al sottoscritto e all'amico Vito Vita (dei Powerillusi),mentre sotto compare il gruppo nel periodo 1966-1967,con PAOLO MELFI voce solista...la cantante femminile invece è LILLIAN,che guidava la SPIRALE 20 (nata dalla scissione dei RDS)nel 1968.
Dopo alcuni componenti presero parte ad altre formazioni storiche torinesi,come i VOLTI 70 e i COCKS...alcuni seguitano ancora oggi come turnisti e in varie formazioni di rock'n'roll e swing.

Anonimo ha detto...

bravo Ursus! indimenticabili..
Arcangelo l'ho ancora incontrato in questi anni.

cristiano

URSUS ha detto...

Grazie,invece il gruppo di FB
IL BEAT ITALIANO è stato abbandonato x motivi tecnici...in sostituzione ho aperto

http://www.facebook.com/album.php?aid=32985&id=163986666957628#!/pages/Beat-e-Progressive-in-Italia/163986666957628?v=wall

BEAT E PROGRESSIVE IN ITALIA

URSUS ha detto...

Contrordine :
Tutti e 2 i gruppi qui linkati continuano su facebook,dopo aver risolto i problemi del caso.

aldo ha detto...

Che cosa mi dite di un album del 69 dal titolo "Il suono del sole" e accreditato ai Ragazzi del Sole?

Giá qualche anno fa, quando "timidamente" iniziai a scaricare della musica, lo trovai con Soulseek...

URSUS ha detto...

L'album IL SUONO DEL SOLE apparteneva alla formazione postuma a quella originaria : come spiega Bettini nell'intervista,nel 1968 il chitarrista Danilo Pennone ruppe con il resto del gruppo (per vari motivi) e poichè era l'unico depositario del nome RDS formò un altro complesso con il medesimo nome,ma con altri elementi (tra cui Furio Chirico,che poi suonerà nei TRIP e negli ARTI & MESTIERI) e passò anche ad un altra casa discografica(Kansas)mutando il genere musicale verso qualcosa di più melodico e tradizionale.
L'album che tu citi è composto però di brani strumentali,neanche male a tratti,ma i singoli di quella formazione su etichetta Kansas sono veramente molto melensi e lontani dallo spirito originario...alcuni di questi confluiranno poi ne LA STRANA SOCIETA' insieme ad Umberto Tozzi.

aldo ha detto...

Grazie Ursus per la conferma, mi immaginavo una cosa del genere.
La veritá é che l'ho ascoltato poco, peró come dici tu non é male, sembra una colonna sonora anche per i titoli,
per esempio: Colour sound, Voom voom, Warm, underground e via dicendo...

Le note di Euterpe ha detto...

...qualche aggiunta alle notizie fornite da Ursus: Furio Chirico incide con i Ragazzi del sole solo un 45 giri per la Kansas, e cioè "Semplici parole/Se giro gli occhi" (1968), poi abbandona il gruppo perchè entra nei Judas di Martò (gruppo bolognese). Chirico è sostituito da Valero Liboni, che suona negli altri due 45 giri Kansas "Più felicità/Shabada" (1969) e "Nostalgia di te/Bei tuoi pensieri" (1970), poi il gruppo passa alla DKF di Happy Ruggiero, ed incide l'album "Il suono del sole" (dove c'è ancora Liboni) ed un LP con altri due gruppi, "The Juniors" (l'ex gruppo di Gianni Pettenati) e "The solist group". Poi succede che Liboni e gli altri (cioè Carlo Lena, Gianni Foresti e Celestino Scaringella) partono militari (alla fine della ferma fondano la Strana Società): Pennone continua con altri musicisti (Lorenzo Avico, Roberto Valle, Louis Atzori), ritorna alla Kansas di Domenico Serengay e i Ragazzi del sole continuano ad incidere fino al 1983. Da ricordare che Danilo Pennone ha suonato nei primi due album di Paolo Conte. Un saluto ad Ursus...quando hai tempo visita il mio blog. Vito Vita

URSUS ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=kLSLiYmZL1w