martedì 16 novembre 2010

LIVE REPORT: Il Tempio delle Clessidre + Il Biglietto per l'Inferno.folk (Genova, Teatro Albatros, 31/10/2010)

Una pioggia a dir poco torrenziale accoglie, domenica 31 ottobre, il folto pubblico accorso al piccolo, ma moderno e ben curato, Teatro Albatros di Genova per assistere al concerto che vedrà avvicendarsi sul palco Il Tempio delle Clessidre e Il Biglietto per l’Inferno.folk.
L’evento è organizzato dalla Black Widow Records, etichetta storicamente impegnata nella diffusione del rock progressivo, soprattutto italiano.

Il Tempio delle Clessidre

Aprono la serata i musicisti del Tempio delle Clessidre, che eseguiranno nel corso della loro esibizione quasi integralmente il loro album di recentissima pubblicazione, passando dai momenti più complessi, come Faldistorum e Danza Esoterica di Datura, a quadretti più intimisti, come la delicata Boccadasse (dal nome di un quartiere di Genova, la loro città). Le complesse tessiture che caratterizzano ogni brano del disco vengono riproposte dal vivo con sicurezza e precisione, dando la piacevole sensazione all’ascoltatore che ogni cosa sia al suo posto.
Il sound del Tempio delle Clessidre è un ponte tra passato e presente: le veloci linee di basso di Fabio Gremo e il drumming nervoso di Paolo Tixi sono ampiamente debitori di un metal-prog attuale ad alto tasso virtuosistico di stampo americano, mentre le tastiere di Elisa Montaldo e la chitarra di Giulio Canepa attingono a sonorità vintage che richiamano alla mente Marcello Todaro del Banco del Mutuo Soccorso e Tony Pagliuca de Le Orme (quest'ultimo soprattutto nell’introduzione) su tutti.
Ma il vero ponte tra passato e presente è costituito dal cantante Stefano ‘Lupo’ Galifi, che gli amanti del genere ricorderanno negli anni ’70 nelle fila dello storico Museo Rosenbach. In omaggio alla band d’origine del Lupo, il Tempio delle Clessidre esegue con perizia tutta la storica suite “Zarathusthra”, rigorosamente in tonalità originale, e la voce di Galifi si mostra, come del resto nel corso di tutto il concerto, calda e sicura, indice di un continuo lavoro di studio e di ricerca condotto nel corso degli anni.


Il Biglietto per l'Inferno. folk

Chi ricorda “Zarathusthra” facilmente ricorderà anche il nome del Biglietto per l’Inferno, band di Lecco che fu protagonista di alcuni tra i più grandi pop festival (all’epoca si chiamavano così…) italiani degli anni ’70 e che nel 1974 pubblicò uno splendido album per la Trident Records, a cui avrebbe dovuto far seguito un altro Lp, uscito soltanto postumo in tempi molto recenti.
Oggi Il Biglietto per l'Inferno si ripropone in una inedita formula ‘folk’, con strumenti della tradizione popolare italiana e della musica etnica un po’ di tutta Europa ad affiancare l’armamentario più tipicamente rock. L’idea, assaporata sul palco, si rivela vincente: alleggerisce un po’ i toni, forse eccessivamente drammatici, che caratterizzavano le atmosfere della line-up storica e poiché, come scriveva Carlo Levi, "il futuro ha un cuore antico", paradossalmente questa ricerca della tradizione ringiovanisce un po’ lo stile della band e lo rende più attuale.
Sul palco, dei membri storici ritroviamo soltanto il tastierista Giuseppe ‘Pilly’ Cossa e il batterista Mauro Gnecchi, mentre l’altro tastierista-simbolo della band, Giuseppe ‘Baffo’ Banfi (che negli anni ’80 ebbe buona fortuna in Germania nel settore della ricerca e sperimentazione elettronica e della ‘kosmitsche musik’) è accreditato nelle note relative alla formazione ma non è presente alla serata genovese. La nuova formazione è completata da Enrico Fagnoni: contrabbasso, basso elettrico e acustico, Ranieri ‘Ragno’ Fumagalli: cornamuse, flauti e ocarine, Franco Giaffreda: chitarra elettrica e acustica, Carlo Redi: violino e mandolino, Mariolina Sala: voce, Renata Tomasella: piffero, flauti, ocarine e voce.
Il rinnovato Biglietto presenta il recente album "Tra l’assurdo e la ragione" in cui tutti i classici della band vengono rivisitati con i nuovi arrangiamenti, assieme a qualche brano inedito.
La cantante Mariolina Sala non fa rimpiangere la storica figura di Claudio Canali (che nel frattempo ha lasciato la musica e ha abbracciato un nuovo percorso religioso, facendosi frate) e, anzi, ha la brillante idea di trasformare le singole canzoni in una sorta di musical, alternandosi tra il ruolo di attrice e quello di cantante, con dei bei monologhi che fanno da trait-d’union tra i vari brani e una presenza scenica caratterizzata da una continua e costante dinamicità.
Ma se brani come Confessione, riarrangiati, esplodono in un tripudio di enfasi e ritrovano nuova vita e nuova grinta, al tempo stesso dispiace un po’, a chi ha amato tanto un titolo come L’amico Suicida (per chi scrive uno dei vertici del prog italiano dei ’70), con i suoi chiaroscuri, i crescendo, i cambi di tempo e di situazione repentini, ritrovare questa canzone destrutturata ed articolata oggi in una parte recitata e una solo strumentale.
L’impatto globale dato dal nuovo sound è comunque eccellente, e non può che far venire voglia agli ascoltatori di sentire al più presto un album fatto di composizioni tutte nuove.


Alberto Sgarlato
fotografie di Alberto Sgarlato

Il Tempio delle Clessidre - live 23/01/2009
Biglietto per l'Inferno.folk live

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