venerdì 26 agosto 2011

ANUSEYE: “Anuseye” (July 28th 2011, Interbang Records)

# Consigliato da DISTORSIONI

Recensendo il 14 gennaio 2011 su Distorsioni Fine Needle/Hypnotic Pulse, il primo già (molto) promettente 45 giri in vinile dei baresi Anuseye - uscito a fine del 2010 per l’etichetta tedesca Nasoni Records - scrivevo tra l’altro: “se la prossima produzione degli Anuseye sarà di questa portata c'é da giurare che (dopo i That’s All Folks) scriveranno un'altra felice pagina del rock italiano contemporaneo”.

Puntualmente a fine luglio è uscito per la meritoria Interbang Records – fautrice di altre recenti interessanti produzioni: Hugo Race, Arrington de Dionyso, James Chance, Sacri Cuori – in 299 copie in vinile e in versione digitale il primo omonimo album della band barese guidata dal chitarrista/compositore/cantante Claudio Colaianni. “Anuseye” conferma i quattro musicisti tra le migliori realtà del rock italiano ed a parere di chi scrive europeo, in virtù di una personale impronta musicale e creativa, una miscela di attitudini che attinge dallo stoner, dalla psichedelica, dal krautrock acido di Amon Duul, ma in verità poco dal blues di cui si è fatto un certo parlare a proposito della band: un riferimento forse giustificato dai non pochi ‘Hendrixismi’ strumentali (Primary Love Blues, The Betryal) di Claudio Colaianni, ben coadiuvato dall’altro chitarrista Luca Stero. Se il blues è nelle intenzioni della band allora ne esce molto filtrato, a livello quasi subliminale. Il materiale originale contenuto nel disco sviluppa il suo fascino soprattutto grazie ad una costante ipnosi circolare dei riff e degli sviluppi strumentali: l’ascoltatore è catturato e coinvolto in un vortice sensoriale acido; l’altra faccia della medaglia è una certa staticità a livello compositivo che si può rilevare solo ascoltando di seguito tutto il lavoro. Lo sforzo maggiore nel produrre situazioni inedite è profuso in episodi quali l’incalzante Song For The Trees e Au Dela Du Ciel, che beneficia di un’intro acustica, purtroppo molto breve.
Nell’economia del disco il singolo Fine Needle, che ha preceduto l’album, si conferma insieme alla morbosa The Girl At The Corner Of My Heart come uno dei più rimarchevoli atti creativi della band, a differenza della lunga All Is In Your Eyes, dieci minuti ricchi di espansi echi di mellotron e chitarre echoplex che sembrano rappresentare la centralità ed il fulcro del lavoro: purtroppo ad una prima parte davvero ricca di suggestioni segue un lungo segmento strumentale piuttosto noioso che non porta da nessuna parte, un esperimento quindi riuscito solo a metà. E’ nell’approfondimento della componente armonico-melodica – troppo sacrificata sull’altare dell’ipnosi a tutti i costi e di un minimalismo credo voluto - che gli Anuseye dovrebbero lavorare in futuro, ed al deus ex machina della band, Claudio Colaianni, non mancano certo i requisiti creativi per farlo.
Pasquale ‘Wally’ Boffoli

Interbang Records

Anuseye MySpace




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