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Un quotidiano savonese di qualche giorno fa titolava testualmente un articolo di cronaca locale della zona in cui vivo: Il grande fratello sulle strade di Savona: telecamere in diversi punti della città. Avendo letto il giornale al bar, poco dopo lo abbandonavo su una sedia del dehor dove veniva fatto preda da un gruppo di ragazzi, due maschi e due femmine, che, seduti al tavolino accanto, cominciavano a sfogliarlo. Giunti alla pagina dell’articolo citato, lo stupore e l’incredulità di quei giovani diventavano maggiori del tasso zuccherino delle brioches e dei cappuccini che avevano davanti. Quei quattro non riuscivano a crederci: a Savona si sarebbero svolte le selezioni per partecipare al Grande Fratello.
Dopo una botta di entusiasmo, dopo dichiarazioni di eventuali partecipazioni a quelle selezioni, una più attenta lettura deludeva le aspettative di quei divoratori di brioches, forse no... non era proprio così ... non c’era nessuna selezione ... ma allora ... allora che c’entrava il titolo di una famosa trasmissione televisiva con Savona? I giovani avventori del bar non riuscivano a capire. Leggevano e rileggevano l’articolo ma non capivano il nesso.Telecamere? Sì, d’accordo, a Savona? Okay, ma perchè citavano il titolo di un programma tv che non c’entrava nulla con la
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Credo anche che stilando una statistica (ho fatto un po’ di prove personali prima di accingermi a scrivere questo pezzo) venga fuori che quasi nessuno dei giovani spettatori (e anche molti adulti) del Grande Fratello sappiano perchè quel programma si intitola così.
George Orwell: ''1984', the Big Brother -
Soundtrack: Bowie, Hopper, Eurythmics, Maazel
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Il Grande Fratello è un personaggio letterario. E’ l’infallibile e onnisciente detentore del potere che nessuno ha mai visto di persona che domina con un sistema totalitario una massa di sudditi impossibilitati a sfuggire al suo controllo poichè tenuti costantemente sorvegliati da telecamere posizionate in ogni punto delle città, delle loro case, in ogni angolo di strada, nei locali, dappertutto, di giorno di notte e in ogni istante della loro vita. In modo che sotto questo minuzioso controllo nessuno possa impunemente tramare per rovesciare la dittatura. Tutto questo avviene nel romanzo '1984' di
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La dittatura operata dal Grande Fratello ipotizzata da Orwell è terribile e disumana; è mentale e non fisica, basata sul lavaggio del cervello e non su una repressione violenta che si potrebbe anche combattere.
I sudditi del dittatore non hanno nemmeno il “conforto” di poter inveire o lamentarsi del governo, di stigmatizzare una classe dirigente corrotta, di criticarne i privilegi, poichè tutto questo non c’è. C’è solo lui, il Grande Fratello, entità superiore, sorta di Dio, presente e invisibile, a cui tutto è dovuto e che tutto controlla. Il profetico romanzo scritto nel 1948
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Nascono i reality dove tutto si svolge sotto l’occhio delle telecamere e la tecnologia, facendo passi da gigante, fa nascere la videosorveglianza permettendo di posizionare una videocamera di controllo in qualsiasi luogo banche, centri commerciali, negozi, strade, piazze, ecc.). Certo, lo scenario inquietante paventato da Orwell nel romanzo è ancora lungi dal divenire e probabilmente non si presenterà mai, ma comunque viste come vanno le cose un po’ di attenzione non farebbe male. La fantasia di George Orwell si era limitata alle telecamere senza spingersi al controllo totale dell’umanità tramite computer e solo questo meriterebbe un altro intero articolo. Purtroppo non credo che quei quattro ragazzi del bar leggeranno mai questo scritto. Utopisticamente me lo auguro; in modo che sia loro, sia i loro coetanei capiscano che non tutto è televisione (a proposito, il Big Brother del romanzo inglese, non si dovrebbe tradurre letteralmente Grande Fratello ma più correttamente Fratello Maggiore, in un’accezione più esatta che vuole significare un’ala di protezione e una dedizione fiduciosa da parte dei sudditi al fantomatico e crudele dittatore).
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E concludendo con un piccolo sogno sarebbe davvero bello se, con un gesto da considerarsi rivoluzionario, qualcuno degli spettatori del Grande Fratello, proprio la sera in cui va in onda quel programma, spegnesse la tv e prendesse in mano questo piccolo grande libro scritto settant’anni fa; per comprendere che cos’è davvero il Grande Fratello, per recuperare il piacere della lettura, per capire, conoscere, riflettere e pensare. Per valutare e considerare dove sta andando il mondo. Dove stiamo andando tutti. Perchè, come dice il protagonista di questo straordinario romanzo: "Al Grande Fratello non basta la sottomissione dei suoi sudditi, di ognuno di loro egli vuole per sé anche il suo cuore e la sua anima".
Maurizio Pupi Bracali
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