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Che quella di
GERRY MOHR fosse soprattutto un’insana passione per il crudo e sanguinante rock degli
Stooges di
Iggy Pop era già chiarissimo dagli anni dei
MIRACLE WORKERS, originari di Portland, Oregon.
Il garage-rock delle sue successive reincarnazioni,
THE CAVEMANISH BOYS, usciti nel 2.000 con un album formidabile,
“Get a Load of…(A psichedelic R&B revue)” per la
Munster R. e l'unico episodio con i
GET LOST (
"Never Come Back",
Voodoo Rhythm, 2002) confermarono, serializzandole, le monomanie rock di Gerry.
The Miracle Workers sono stati i portabandiera del “garage-revisited” degli anni ’80, insieme a Fuzztones e Chesterfield Kings e, a parer mio, i meno calligrafici nel continuare la tradizione di
Rolling Stones, Standells, Chocolate Watch Band, Stooges.Il loro sound era carne e sangue e di certo dilatarono generosamente i confini di un genere a volte scolastico, con ubriacature hard e psichedeliche assolutamente devastanti!
Imperdibili in tal senso i due album
“Overdose” e
“Live at Forum” (entrambi del 1988) che contengono episodi grondanti elettricità ed energia allo stato brado.
"Overdose" in particolare, registrata per l’etichetta berlinese
Love’s Simple Dreams durante la loro prima tournée europea nel 1987 (Austria, Germania Ovest, Svizzera, Italia), è forte di acri ballate garage chiaroscurali ancora scolpite nel mio martoriato immaginario rock,
When a woman calls my name, She’s got a patron saint, Just can’t find a better way to waste your time, nelle quali
Gerry Mohr elabora accattivanti registri di storyteller.
Ma si rimane attoniti di fronte alla potenza ed alla concitazione di
Rock & Roll Revolution in the street pt.2, Without her around, When are you gonna care stoogesiani sino al midollo. Cartina al tornasole é la cover, guarda caso dal primo leggendario album degli Stooges, di
Little Doll apice massimo di Overdose, fradicia di
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sorda ashtoniana sofferenza ad opera del chitarrista
Matt Rogers: Matt straripa letteralmente in un solo 'dolorosissimo' elargendo fuzz e distorsioni con generosità inaudita. Gerry poi ci sottomette con minacciosi toni bassi degni dell’Iggy Pop più tenebroso!
Non credo si possa fare di meglio con un brano degli Stooges!
Ma c’è spazio anche per un’altra cover feroce, la serrata
Teenage Head dei grandi
Flamin’ Groovies. E mentre tra tanta carne e sangue la nostra psiche assuefatta al dolore del rock metropolitano più autentico esulta per un’iniezione d’adrenalina così letale, il distacco razionale e critico del rock-writer non può fare a meno di sottolineare che Overdose è una delle incisioni garage più importanti ed appassionanti degli anni ’80.
"Live At Forum”, registrato al
Forum Enger in Germania e pubblicato ancora da un’etichetta tedesca, la
Glitterhouse, evidenzia ulteriormente il lato fisico del garage dei M.Workers.
Pur celebrando già dal moniker il 'punk' mitico americano dei sixties, con l’allusione al famoso brano della
Chocolate Watchband I Ain’t No Miracle Worker ( tradotto dai nostrani
Corvi col titolo
Un Ragazzo di Strada), i M.W. divenuti quattro dopo la defezione del tastierista
Danny Demiankow nell’ ’86, consumano in questo live una sonora sbandata 'hard' : a cominciare dalla cover iniziale dei
Black Sabbath Evil Woman, don’t you play your games with me giù giù sino a quelle ( ancora!) dei Flamin’ Groovies,
Slow Death e degli Stooges ,
No Fun, immortale inno dell’insofferenza urbana!
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Ecco, la grandezza di questi americani è proprio nel crossover di punk/garage/hard che emerge in questi solchi essenziali.Grande uso di armonica di Mohr , alcuni ottimi inediti,
You Got your Head On Backwards, Memory Lane ed appassionanti originali da
"Inside Out" ed Overdose, l’anfetaminica
Already Gone, la crepuscolare
Patron Saint, la ribelle
Rock &Roll Revolution in the Street pt.2.
Con criterio piuttosto schizofrenico torniamo al 1985: è l’anno in cui un santone della scena garage come
Greg Shaw pubblica il debutto sulla lunga distanza degli Workers,
“Inside Out” per la sua etichetta
Voxx, dopo un paio di e.p. dei nostri di stretta fede sixties tra cui
“1,000 Micrograms Of…” ed alcuni brani disseminati su alcune raccolte nei primi anni ’80. Inside Out è già lapidaria cartina al tornasole dell’ispirazione e del vocalismo selvaggi ed acidi di Gerry mohr e quindi anch’esso imperdibile! Le tastiere di
Demiankow permeano i brani di ortodossa estetica garage, e
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vive di accentuati sviluppi psycho, ma tutte le componenti del sound M.W. sono già presenti, aggressivita’ estrema e carica rock offensiva (
Go Now, Already Gone, Mistery Girl), ballate agrodolci (
Inside Out, Love has no time) fuse in un ribollente mood espressivo.
Con molta intelligenza artistica i Miracle Workers sul declino degli anni ’80 hanno saputo rinnovarsi evitando di ricalcare pedissequamente lo stereotipo garage: con i tre album incisi per la
Triple X varcano la soglia dei ’90 e avanzano nella nuova decade modificando gradualmente il loro lessico rock!
"Primary Domain (1989)", è il disco di un gruppo che omaggia ancora le radici (il
Bo Diddley sound di
Long Gone On Her Night Train) ed un suono energico (
Memory Lane, Ninety Nine),ma stupefacente è lo slittamento verso atmosfere rarefatte, liriche, a volte vagamente dark:
Mary Jane, Your Brown Eyes, Tick Tock battono sentieri notevolmente smussati e melodici rispetto la furia e l’high-rebellion di albums come Overdose e Live at the Forum.
I Miracle Workers sono quasi irriconoscibili, come la voce di
Jerry Mohr, che si ricicla magicamente in toni suadenti ma pur sempre intriganti!
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Alla buona prova di
"Moxie’s Revenge (Skyclad/1990)", contenente l'ottima cover degli
Wailers Hang Up e la perfida
Strange Little Girl seguono invece gli ottimi
"Roll Out The Red Carpet(1991)" e
"Anatomy of a Creep (1995)".
Nel primo (che vede
Aaaron Sperske sostituire
Gene Trautmann alla batteria) i M.W. raggiungono un equilibrio mirabile tra le due variabili principali delineatesi nel loro sound: le fascinose, notturne
Way Back When, Pretty One, Burn Baby Burn sono espressioni di un combo ormai rinnovato che non rinnega l’estetica 'underground' di cui è figlio ma la rinnova in nuove, più avanzate luminescenze sotterranee, molto simili a certe cose dell’Iggy Pop post-Stooges, al Bowie più lirico; a questo si aggiungano un uso maggiore e liquido delle tastiere e il fraseggio più articolato e maturo delle chitarre di
Matt Rogers.
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Una sorpresa quindi si rivela ancora una volta
"Anatomy of a Creep", che pare affermare una nuova violenza espressiva degli Workers, con la forma-ballata divenuta ormai una costante, elettrificata da una disperazione figlia dei nuovi tempi!
Gerry Mohr e c. sembra quasi si divertano a sconvolgere le aspettative e gli equilibri raggiunti, rispondendo di album in album solo alla propria urgenza esistenziale e trasformandola in nuove emanazioni rock.
L’elettricità satura, le vibrazioni forti di brani che non lasciano varchi alla speranza e alla liricità delle prove precedenti, parlo di
Ironic, Hey Lover, Joanna Crying, Sweets to The Sweet sono eloquenti di quanto i M.W. siano sensibili ai cambiamenti atmosferici degli anni che passano.
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Incredibili sono le due ghost-tracks, dopo 11 minuti di silenzio:
Search And Destroy degli Stooges, una cover assolutamente personale e sconvolta a dovere, ed un lungo strumentale nel quale a ruota libera e senza freno alcuno il ritrovato Trautman (drums), il fido bassista
Robert Butler ed il prodigioso, sferzante chitarrista Matt Rogers consumano una dose letale di libidine hard-psichedelica senza precedenti. I Miracle Workers si congedano cosi', fragorosamente e subdolamente, riaffermando tutti quei valori rock in cui hanno creduto nel corso di quindici anni di esistenza!
Ritroveremo Gerry Mohr qualche anno più tardi con i
CAVEMANISH BOYS, una nuova, eccitante ma breve avventura garage, autori di un album a dir poco memorabile!
Infine, ultima reincarnazione di Mohr,
THE GET LOST, trio formato da Jerry Mohr, il ritrovato bassista Robert Butler ed il batterista
Chris Rosales, che registrano in Svizzera per la Voodoo Rhythm
"Never Come Back".
Per queste sue due ultime creature vi rimandiamo alla seconda parte di questa saga di resistenza psycho-garage, sempre che questa prima parte vi abbia appassionato!
Wally BoffoliDiscography:
1983 - Miracle Workers (EP, Moxie Records)
1984 - 1000 Micrograms of the Miracle Workers (EP, Sounds Interestings Records)
1985 - Inside Out (LP, Voxx/Bomp)
1988 - Live at the Forum (LP live, Glitterhouse)
1988 - Overdose (LP, Glitterhouse)
1989 - Primary Domain (LP, Glitterhouse)
1990 - Moxie's Revenge (CD compilation, Skyclad)
1991 - Roll Out the Red Carpet (CD, Triple X)
1995 - Anatomy of a Creep (CD, Triple X)