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Ecco, basterebbero queste 1.031 battute (spazi compresi) a recensore e lettore frettolosi per liquidare Sustanza Di Cose Sperata, un disco come un altro: ed invece no, non si renderebbe
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Sono questi gli strumenti cui si avvicendano Celletti e Roedelius, scambiandosi con assoluta democraticità di volta in volta il ruolo di voce conduttrice (il pianoforte) e quello di partner/rifinitore atmosferico tramite synths, keyboards e sounds ricondotti sempre a splendida levità minimalistica: funzione quest’ultima assolta principalmente da Roedelius, soprattutto nei quasi dieci minuti di Black & White, incantevole ineffabile dialogo tra i due musicisti ove trionfa la suddetta filosofia, veicolata dal preciso emozionante puntillismo pianistico della Celletti e mutuata dalla decennale sapienza ‘elettronico-ambient’ di Roedelius, artista
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Il suo percorso artistico incrociò nei ’70 quello del grande stregone Brian Eno: con lui i Cluster incisero due albums importanti: "Cluster & Eno (1977)" e "After The Heat (1978)"; bastarono per imprimere nel dna e nelle acquisizioni stilistiche di Roedelius le intuizioni ambient dell’ex Roxy Music allora ancor embrionali.
In brani di Sustanza come Lilac ed Emerald invece l’estetica minimal-ambient trionfa; l’ombra di Eno si allunga avvolgendoli impalpabilmente (più timida nel resto dell’album), a tenergli compagnia solo vaghe rimembranze Satie: creazioni sonore impagabili che inducono (come Black & White) una trance magica della mente e dello spirito; ad occhi chiusi: ecco la maniera ideale per ‘attraversarli’ ottenendone il massimo beneficio. Forse solo nello stesso stato di trance la scrittura (io in tal caso) potrebbe assolvere degnamente il compito di descriverli.
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Alessandra Celletti afferma il suo pianismo più ‘romanticamente’ incisivo ed ondivago in Green, Azure, Magenta: l’acme espressivo Alessandra lo raggiunge (a mio parere) in Turquoise, due minuti scarsi in cui l’anima si smarrisce davanti ad una dolcezza tanto ‘violenta’, ne rimane stuprata con grazia inusitata. Una meravigliosa ‘neo-classica’ del secondo millennio quella della Celletti, artista che nel corso della sua sfaccettata quindicinale carriera ha interpretato Satie, Philip Glass, Scott Joplin, Debussy, Ravel, Baldassarre Galuppi, affiancando, forse superandoli per intensità, analoghi collaudati registri espressivi quali quelli di Ludovico Einaudi e Giovanni Allevi.
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Altre sorprese: la Celletti canta in Our North e Strecciatu I con assoluta essenzialità; Roedelius canta in tedesco Rilke, un testo dell’omonimo poeta Rainer Maria Rilke riuscendo miracolosamente ad ammorbidirne con la sua sapida
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Asciutta e ricca di suggestioni nostalgiche (ectoplasmi di cabaret tedesco) la performance vocale di Roedelius in Strecciatu II, un suo poema su musica del compositore austriaco Michael Hutterstrasser.
“Sustanza di cose sperata” si congeda con una stupenda versione del brano di Brian Eno By This River: co-composto da Roedelius stesso e Moebius, inciso nel 1977 su "Before And After The Science". La quadratura del cerchio è compiuta: a cantarlo è Christine, moglie di Roedelius.
Fate vostra quest’opera: sarà per voi un antidoto perfetto ed infallibile alla paccottiglia sonora propinatavi dai media; ed avrete un fondamentale, commovente documento sonoro della 'musica contemporanea' di questo inizio terzo millennio.
Wally Boffoli
Celletti Roedelius Live
Celletti-Roedelius (TGR)
Alessandra Celletti
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Roedelius
TransparencyRecords
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