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C'è una città italiana che è sempre stata un posto di passaggio. E' giovane, non ha particolari radici ed i suoi continui via vai sono stati sempre passi bianchi sulle coscienze di chi ci abita. Ha dato alla nazione un paio di letterati importanti e qualche talento lo produce ancora. Ci sono varie persone che tentano di non annegare nel suo provincialismo, ma l'ottusità di istituzioni e le centinaia di persone che disperdono i loro bruciori in una ribellione troppo silenziosa rendono ogni tentativo vano. In questa città negli anni ottanta si respirava qualcosa di diverso ma la mia età mi blocca dal raccontarvi cosa. I The Gift sono una band che quei tempi, in quella città, li dominava e ne stava ridisegnando i confini.
Dopo venticinque anni è tornata, forse per concludere qualche conto in sospeso, forse per dare la possibilità di costruire un ponte a chi
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in questa città non ha mai visto vie di fuga. Prima di andare via, la band aveva risposto negli armadi i master di alcuni canzoni che, dopo due decadi, sono stati rivitalizzati ed inclusi insieme a due nuovi brani nel disco
"Rebirth". La favola dei The Gift continua nei migliori dei modi: tirano fuori un album che ha ancora molto da dire e da insegnare. L'eredità di quella parte più ruvida degli anni ottanta non si nasconde ma siamo ben lontani da una pantomima dei tempi che furono. Se forte odore di post punk si sente in pezzi come
Beautiful Toy o
Show me your face, dove pare di vedere un Paul Weller spettinato, l'uso dell'organo farfisa in
I Said No e, soprattutto,
White Queen proiettano la band in una linea temporale ben più ampia. Linea che comprende influenze new wave, di Ray Manzarek ma anche psych che metà della band porterà avanti negli imprescindibili Vegetable Men.
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Atmosfere diverse si susseguono, c'è la forza nell'incisiva
Desperate Dance, c'è la pacatezza in
All Of This is What Remains Of You, c'è il disorientamento nell'orgia a sei corde di
Searchin' for J. (facile immaginare che si stia cercando un certo Jimi). Se si è alla ricerca di qualche risposta, i The Gift dimostrano che non bisogna cercarla in un futuro, ma in un passato ben nascosto e capace di risvegliare sensazioni anche in chi quel passato non l'ha mai conosciuto.
Crizia Giansalvo
The Gift-Desperate Dance (from Rebirth).wmvI wanna be drunk with youThe rain is like the sunProtosound, Musica dal sottoboscoProtosound
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