
hanno avuto punti di partenza simili, come N.E.R.D. o The Rootz. Molto affascinanti sono i riff geometrici dei fiati, come in Second song, che apre l'album o in New cannonball run.
Tunde alterna profondità pastose e falsetto facendo pensare ad un Prince intellettuale. Lo spessore compositivo delle canzoni è molto alto, anche se le melodie non sono di quelle che si inchiodano in testa sino a diventare tormentoni.

Le chitarre e i loop elettronici di Kip Malone e David Sitek, che ha sfogato le sue voglie psichedeliche col disco a nome "Rain Machine", si intersecano senza mai prevaricarsi, è la voce a far da padrone.
I ritmi prediletti sono quelli della ballata, su tutte Killer Crane, con un banjo insinuante e una elegante partitura di archi. In Repetition e Caffeinated consciousness affiora qualcosa di hip hop, ma appena accennato, non si preoccupi chi detesta il genere. Potenziale disco dell'anno.
Alfredo Sgarlato
1 commento:
non mi è piaciuto affatto, nemmeno potenzialmente. secondo me, dal secondo disco, hanno fatto sempre peggio. ma soprattutto è questione di gusti. il loro ep d'esordio rimane per me il loro migliore.
ciao.
Gianni
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