Songs with other strangers non e' un gruppo, ne’ tantomeno un 'supergruppo', ma invece l'occasione che (cant)autori e musicisti con percorsi e passaporti diversi colgono, da qualche anno a questa parte, per condividere pezzi della propria creativita' individuale, tra di loro e con chi li va ad ascoltare ai concerti, senza operazioni discografiche alle spalle e con un approccio libero nell'imbracciare gli strumenti.
Marta Collica |
Basile, Agnelli, D'Erasmo, Race, Carlens |
La line-up cosi’ composta durante il concerto varia però di assetto a ogni pezzo: infatti tutti passano dalla chitarra alla tastiera (e viceversa), si scambiano il ruolo di voce solista e si impegnano alle seconde voci o nei cori. Parish e Basile in piu’ a turno siedono anche dietro la batteria.
L'inizio e' affidato alla voce di John Parish, con Baby’s coming, scritta da lui appositamente per il tour. Quindi tocca a Hugo Race con High in love, dei True Spitrit, seguito da Marta Collica che presenta la sua Anger. Con il brano “urlato” da Basile, Strofe della guaritrice e l'entrata sul palco di Steve Wynn alla chitarra, il concerto s'infuria: e prende poi fuoco con Manhattan fault line di Wynn medesimo, seguito da Stef Kamil Carlens in una versione blues-psichedelica di This is love di PJ Harvey.
Poi è la volta di Race con Shallow tears e quindi di John Parish con Rachel, dopodiché il microfono principale passa all'attesissimo Manuel Agnelli: che esegue Pelle, degli Afterhours, naturalmente accompagnato da Rodrigo D'Erasmo (alle prese, durante il resto del concerto, anche con chitarra, tastiera e cori). Ritorna quindi alla voce Basile per L'orvu, in dialetto siciliano e prosegue Carlsen in una cover della dylaniana Big city sorretta da eterei pizzicati di chitarra elettrica. Tocca poi a Marta Collica duettare con John Parish in Just water, di sua composizione, giusto prima della versione inglese di Ballata per la mia piccola iena, sempre degli Afterhours, cantata da Agnelli e sorretta da D'Erasmo con solidi e avvolgenti tappeti di violino.
Resolution, song recente di Wynn, ipnotica e tirata nella tradizione Dream Syndacate, chiude poi ufficialmente la scaletta: ma dopo i saluti e il solito richiamo da parte del pubblico, non intenzionato ad andarsene subito, arrivano ancora il dark-blues Mida's touch di Race, l'altrettanto scura To speack of love di Basile, cantata con Race all'unisono e, per ultima, una versione corale ed energetica della Everybody knows di Leonard Cohen. Che nonostante le apparenze non conclude pero’ ancora la serata: perché, dopo essere usciti nuovamente dal palco, i musicisti rientrano ed eseguono, passando dallo psichedelico allo psicotico, tra vuoti e pieni, una Black eyes dog di Nick Drake che si conclude con un crescendo noise strumentale.
John Parish |
Steve Wynn |
Kamil Stefen Carlens |
Giorgia Poli |
Cesare Basile |
Rosalba Guastella e Claudio Decastelli
fotografie di Rosalba Guastella
John Parish e Manuel Agnelli
con Rosalba Guastella e Claudio Belletti (Rubbersouldischi, Torino)
"Songs with other strangers: un progetto fatto da - e - di gente vera, alla mano e semplice, di persone che non se la tirano affatto e credono in quello che fanno ... con l'amore per la musica e per la condivisione"
(Rosalba Guastella)
Songs With Other Strangers live in Ravenna 20ott2010 - My Little Hyena
Songs With Other Strangers - Everybody Knows (Leonard Cohen) - Roma - 24 Ottobre 2010
Songs With Other Strangers - This is Love (PJ Harvey) - Roma - Teatro Palladium - 24 Ottobre 2010
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