giovedì 6 settembre 2007

Recensioni / Italiani / Il blues di J.SINTONI : The Red Suit (2007) by Pasquale Boffoli

Non abbiamo parlato molto di blues in questo magazine sino ad oggi : vediamo di cominciare a rimediare cominciando da casa nostra.
Non é un mistero che in Italia da sempre esista una fiorente scena blues ricca di notevoli talenti!
Quella che segue é la mia recensione di un recente disco di uno di essi: il chitarrista J.Sintoni
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Ho conosciuto il chitarrista J.Sintoni verso il 2002 quando aveva formato un eclettico duo acustico, Beer Soaked Gittars ed inciso in compagnia di un altro chitarrista, Mr.Banana il cd omonimo che ebbi modo di recensire in modo positivo tra l’altro anche per il sito Blues and Blues.
Ora lo ritrovo in tutt’altra veste, titolare di un trio elettrico e di un cd, The Red Suit, uscito nell’aprile 2007, autoprodotto e forte di dodici brani originali.
J.Sintoni è un musicista di Cesena trapiantato in Toscana dove si è fatto subito conoscere nella scena blues anche grazie a due partecipazioni al Festival Blues di Pistoia; ma anche a livello internazionale le sue doti di chitarrista creativo e sfaccettato sono note.
Doti che sono davvero palesi all’ascolto di The Red Suit, un album che certamente non si può considerare di blues ortodosso, sin dalle prime note di Tired of keep movin’, brano funky tirato che mette subito in evidenza la sezione ritmica serrata di Andrea Taravelli (bass) e Carmine Bloisi (drums) che accompagna egregiamente Sintoni per tutto il disco..
Sintoni sfodera un linguaggio chitarristico plastico, ben articolato ed all'occorrenza aggressivo, e si trova molto a suo agio con il rock- blues d’estrazione anni ’60 (l’eclettismo hendrixiano in primis!), e con il rhythm’n’blues ed il funky, componenti tipiche del Chicago-blues degli anni ’50 (Albert e Freddie King, Buddy guy etc...), che caratterizzano molti dei brani del disco : Out of the rain, Tired of keep movin’, Changed and better, Special light, Voodoo woman, Won’t be back.
Frequenti cambi timbrici e di tonalità (anche nel corso della stessa track ) iniettano nei brani ulteriore agilità e freschezza.
Ma Sintoni non disdegna neanche le atmosfere jazzate e swinganti, come in Forget the time e nei due episodi strumentali Relaxin’ (molto più vicino al jazz che al blues) e Swing out this, dove sfodera ‘velocismi’ che riportano alla mente l’Alvin Lee dei vecchi Ten Years After.
L’unico ‘vero’ blues lento della raccolta è quello che le dà il nome, The Red Suit, quasi sette minuti giocati su un solismo penetrante ed estremamente dinamico!
Per qualche purista questo potrebbe rappresentare un limite, e probabilmente almeno un altro blues lento non avrebbe guastato; quanti invece al blues usano dare dei connotati non ortodossi ma ritmicamente ramificati apprezzeranno senza dubbio The Red Suit, disco che ha proprio nell’avvicendarsi di ‘moods’ diversi la sua migliore qualità.
Come lead-singer J.Sintoni si rivela funzionale ai suoi brani ma non esiste confronto con il suo solismo straripante!

http://www.myspace.com/jsintoni
jsintoni@gmail.com

PASQUALE BOFFOLI

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non concordo per una minchia
GIOVANNI

Pasquale ' wally ' Boffoli ha detto...

caro Giovanni....io sono un tipo impulsivo e dico pane al pane...
quindi mi ha colpito il tuo commento succinto e per usare un eufemismo, diretto!
Però non so chi sei, quindi se non sei un vigliacco firmati con il tuo cognome ed esprimi più compiutamente il tuo parere....
nel mio magazine c'é posto per qualsiasi critica, ci mancherebbe, possibilmente però civile e motivata!

p.boffoli@tiscalinet.it