domenica 16 settembre 2007

Recensioni / Italiani ; Il blues dei DIRTY TRAINLOAD: Rising Rust (2007 / Side Records)


Dirty Trainload é il nuovo side-project messo a punto dal chitarrista e compositore rock-blues Bob Cillo, leader del noto trio barese Trinity.
Si tratta di un duo composto da Cillo e Marco Del Noce, già fondatore della De Ville Blues Band, suo amico e collaboratore di vecchia data (furono artefici una dozzina di anni fa degli Hot Line), armonicista e cantante, nonché suonatore di washboard e kazoo.
Bob ha voluto materializzare un'idea che gli ronzava per la testa da tempo: eseguire blues e rock-blues senza l'ausilio di una sezione ritmica umana, ma avvalendosi di ritmi artificiali; cosa che realizza nei nove brani di questo lavoro, Rising Rust, coprodotto e registrato nel suo studio salentino da Fabio Magistrali, uno dei produttori più attivi della scena indie italiana ( Les/ Petits/Enfants/Terriblez etc....) .
'Analog rhythm boxes' quindi e 'bass loops' sono suonati da Cillo per sopperire a batteria e basso in un esperimento che sono sicuro farà inorridire i puristi del blues: in Italia ce ne sono molti, credetemi!
Anche il grande Robert Burnside prima di esalare l'ultimo respiro osò profanare la tradizione del delta-blues nell'album Come on in (Fat Possum/1998), usando campionamenti e batterie elettroniche ed il risultato fu straordinario!
Stesso coraggio (che non basta mai!) di violare l'iconicità della materia blues l'hanno i pugliesi Dirty Trainload ed il risultato per almeno 5-6 brani su 9 é lusinghiero, traducendosi soprattutto in un sound ipnotico ed avvolgente, a volte volutamente minimale, come in Bad thoughts about Irene, torbido e malinconico, riff ispirato, uno degli episodi più convincenti di Rising Rust.
A coinvolgere come nei Trinity é soprattutto il chitarrismo hard-blues di Cillo (una benedetta mano 'pesante'), in particolare in Waiting All The Time, ossessiva, Luna-Tic, che parte con un riff identico a quello di My Generation degli Who (ah bricconcello!) e poi sfoggia un'entusiasmante performance alla slide.
La 'monotonia' dei rhythm boxes piace anche in TV Screen Watcher, altro brano originale particolarmente 'notturno' ed intrigante, basato su una minimalità armonica che é un pò la caratteristica dei brani di Bob, eccezione fatta forse solo per Rising Rust, basata su un giro 'epico' super-sfruttato ma sempre fascinoso.
Decisamente migliori quindi i brani autografi con Del Noce delle due covers, These boots are made for walking (Lee Hazlewood) e Mad man blues (J.L.Hooker), sbiadite e prive di mordente, due episodi in cui l'idea alla base di D.T. non cattura attenzione e sensi.
Va molto meglio invece nella terza cover, I Asked for water, She brought me gasoline (Tommy Johnson) che apre il disco, paludosa e 'rugginosa', dove pare materializzarsi il fantasma famelico di Howlin' Wolf, uno dei brani (gli altri sono Bad thoughts about Irene e TV Screen Watcher) dove Marco Del Noce, buon armonicista, riesce ad essere più espressivo ed efficace vocalmente: ottima l'idea di cantare nel microfono dell'armonica, espediente usato in tutti i nove brani, che sortisce un effetto 'torbido' di straniamento.
Altrove la sua voce, piuttosto esile ed anonima, non riesce ad essere funzionale all'ipnoticità ed alle atmosfere 'malate' trasmesse dai brani, rendendo l'esperimento dei Dirty Trainload riuscito solo a metà.
Davvero bella l'artwork 'notturna' di Benjamin Guedel, efficace ed azzeccata la grafica di Paolo Tempesta, entrambe funzionali al mood dei brani.

P.S. : Rising Rust si può richiedere nella pagina My Space dei Dirty Trainload.

www.myspace.com/dirtytrainload
http://www.dirtytrainload.com/

PASQUALE BOFFOLI

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