Ritorna a far parlare di sè Peter Murphy, una delle icone più conosciute del dark inglese, per essere stato il frontman dei leggendari Bauhaus, e lo fa a ben 7 anni di distanza dalla sua ultima apparizione da solista con il discreto "Unshattered"(2004). Un pò di storia recente: dopo lo split dei Bauhaus avvenuto nel 1983, e dopo la breve e valida avventura con i Dali's Car, con il compianto Mick Karn, il nostro inizia una lunga anche se non fitta carriera solistica, alternata da prove non distanti dagli ultimi Bauhaus quali le prime tre, "Should the world fail to fall apart" (1986),
"Love hysteria" (1988) e "Deep"(1990) e dai seguenti lavori influenzati a tratti dalla sua conversione all'islam avvenuta all'inizio dei 90', e conseguente trasferimento con la moglie in Turchia. "Holy Smoke"(1992) soprattutto, ma anche "Cascade"(1995), ultimo disco
per la gloriosa Beggar's Banquet con la produzione di Peter Gabriel si avvicinano a tratti allo stile ambient, con grande uso dell'elettronica. Dopo di questo altri sette lunghi anni di pausa nei quali trova però modo di mettere in atto una favolosa reunion dei Bauhaus, ben documentata dallo splendido "Gotham"(1999) album e dvd, che testimonia una bella esibizione all'Hammersmith Ballroom a New York, con grande sfilata di tutti i classici del gruppo. Anche l'interessante "Alive just for love"(2000) testimonia la sempre buona vena live di Peter, mentre il disco del ritorno "Dust"(2002) vede sempre Murphy alle prese con sonorità e strumentazioni turche, facendo spazientire non poco i suoi ancora numerosi fan che speravano in un ritorno all'antico sound. Quasi conscio di tutto questo l'ex Bauhaus se ne esce con "Unshattered"(2004), un lavoro intereressante che lo riporta finalmente ai livelli che gli appartengono, e sia pur con qualche caduta di tono il lavoro è più che dignitoso. Dopo il disco della rentrée dei Bauhaus "Go away white" (2008) imbarazzante a tratti, registra per I.Tunes una sorprendente serie di covers di David Bowie, Joy Division, John Lennon e Nine Inch Nails, vede cancellato un interessante tour con Brendan Perry, una delle due metà dei Dead Can Dance e soprattutto la triste e prematura scomparsa di Mick Karn impedisce il secondo lavoro dei riformati Dali's Car.
Adesso finalmente il grande ritorno con l'ultimo "Ninth"(2011), disco che conferma le ottime impressioni dell'album precedente e che riporta Peter a vertici artistici che pensavamo ormai persi, ben coadiuvato dalle chitarre di John Andrews e Mark Gemini Twaithe, dal basso di Jeff Schartoff, dalla batteria di Nick Lucero e dalla valida produzione di David Baron.
Già dall'iniziale Velocity Bird si capisce che il vecchio leone, 54 primavere alle spalle per lui, è tornato: il riff sembra rubato a Suffragette City del maestro David Bowie, molto bella è anche la seguente Seesaw sway, un pezzo davvero accattivante con un refrain orecchiabile che entra subito in testa. Davvero maestosi i cori di Peace to each, e qui sembra davvero di risentire i Bauhaus più corali; I spit roses, le rose sono davvero un ossessione per Peter, melodicamente molto U2 style, con i controcanti che sembrano uscire dalle corde vocali del primo Bono Vox. Il disco non accusa palesi cedimenti di sorta: Never fall out, splendida slow ballad, The prince & the old lady shad e Uneven & Brittle sono entrambe sulle tracce del duca bianco più ispirato, mentre Slowdown e Memory go non elevano molto la qualità dell'album.
Chiudono "Ninth" Secret Silk Society, davvero dark e tenebrosa con il drumming secco alla Bela Lugosi's dead, e la dolcissima ed epica Creme de la Creme con gli archi ed un bel pianoforte a tratteggiarne le linee, proprio un bel modo di terminare questo ottimo ritorno di Peter Murphy, forse definitivamente riconsegnato al proprio fedele pubblico. Segnalo per concludere il suo mini-tour italiano di tre date ad ottobre: alla luce dell'ascolto di questo ultimo disco direi assolutamente da non perdere, considerata anche la grande e meritata fama on stage che l'inglese si porta appresso da oltre 30 anni. Per un maggior approfondimento dell'epopea Bauhaus vi rimando invece all'ottimo articolo "Oscure Distorsioni Soniche" del puntuale Franco Lys Dimauro, che ne ha parlato ampiamente per Distorsioni mesi addietro.
Ricardo Martillos
NETTWERK MUSIC GROUP/PETER MURPHY
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