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Paghi uno e prendi due nel caso di questo nuovo album solista dell’instancabile leader dei Porcupine Tree (più Blackfield, No Man), visto che lo stesso Wilson si premura, in interviste e comunicati, di dire che i dischetti che compongono "Grace for drowning" sono due opere compiute e a sé stanti che dovrebbero essere ascoltate separatamente al punto di assegnare
un titolo a ciascuna di loro: "Deform to form a star" (CD1) e "Like dust i have cleaned from my eye" (CD2). Naturalmente io, dopo diversi ascolti attentissimi e super concentrati, ho bellamente contravvenuto alla consegna inserendo entrambi i cd nel lettore, azionando la funzione random e godendo dell’imprevedibilità della successione dei brani. Brani che a questo tipo di ascolto si presentano unitari, a dispetto dell’autore, formando un’unica sequenza di composizioni di un rock progressivo
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L’influenza dei King Crimson in questo disco è enorme (non dimentichiamo che il nostro già da mesi è impegnato nella rimasterizzazione di tutto il catalogo Frippiano) come ammesso dallo stesso Wilson, ammissione che fa sì che un tentativo di plagio diventi una citazione come in effetti è in brani, tra l’altro splendidi, quali Sectarian o altri dove il fantasma del Prince Rupert fugge via da "Lizard" per aleggiare fiabesco tra mellotron (o similia), flauti vellutati, pianoforti liquidi e voci sussurrate, nei solchi di questo affascinante album.
Uno stuolo di illustri collaboratori arricchisce le determinate idee dell’autore che, abbandonando situazioni più estreme dipana la sua opera tra sognanti momenti acustici, piccoli tocchi jazz e influenze prog anni settanta, strumentandole con classe e disinvoltura piegandosi al volere del “capo” con risultati eccellenti: i ritmici Crimsoniani (ma guarda un po’!) Gunn, Levin e Mastellotto, Steve Hackett
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E non è finita: Dave Stewart arrangia gli interventi della London Session Orchestra, il Synergy Vocals Choir offre le sue prestazioni vocali a là "Atom Heart Mother" di Floydiana memoria in brani dolcissimi tanto da far socchiudere gli occhi, quali
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Maurizio Pupi Bracali
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