Chi c’era ha intuito dalle prime magiche note di Eight miles high che stava partecipando a un evento destinato a incidersi indelebile nella mente e nell’anima. David Crosby e Graham Nash trafiggono il cuore degli astanti con una triade da sogno che affianca Wasted on the way e Long time gone al già citato capolavoro dell’epopea Byrds. Una grande amicizia la loro, un meraviglioso compendio di estremi. Crosby: calore e sussulti di un anima visionaria e geniale. Nash: adorabile menestrello dalla coscienza politica immacolata e refrattaria a ogni compromesso. Con Stills e Young diedero voce e forza ai sogni di almeno due generazioni, forse tre, che il 30 ottobre del 2011 si sono ritrovate ritrovando i loro amici e compagni di sempre. In splendida forma (Crosby sfoggia una potenza
Eccola allora la band ed ecco noi scoprirci i fortunati destinati a gustare il capolavoro Laughing, estratto dall’immenso “If I could only remember my name”, in un teatro ormai straripante di emozioni e gioia pura. Ma non è finita. Sul palco restano i due moschettieri con Shane Fontayne per una Blackbird da Giardino dell’Eden. Il confine è superato: siamo nel mito, una sera da consegnare alla storia della musica popolare. In my dreams, il medley Orleans/Cathedral, Military madness, Wooden ships… fino al bis corale e catartico di Teach your children: palco e platea uniti in un abbraccio gioioso e commosso. Una sera da ricordare e da raccontare.
Maurizio Galasso
Foto 2 e 3 di Maurizio Galasso
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