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Ne é nata una piccola intervista informale che ho riportato in coda alla recensione (Aldo De Sanctis)
# Consigliato da DISTORSIONI
Un disco che non esito a definire cinematico questo "Sweet Dreams, Baby!", carico com'è di suggestioni provenienti da numerosi piani narrativi. Il quartetto capitanato dal trombonista Tony Cattano che si cela sotto l'onomatopeico BAAP!, propone infatti una sorta di concept-album poliedrico che trae spunto da sequenze cinematografiche, strisce fumettistiche e affabulazioni, oltreché da giganti come Mingus, Monk ed Ellington. Si potrebbe immaginare il disco come la colonna sonora della trasposizione cinematografica di un fumetto in bilico tra le avventure disegnate da Sergio Bonelli e quelle di Hugo Pratt. L'artwork suggerisce come protagonista il fantomatico Franco Ferguson, mentore di un intero collettivo di musicisti impro-jazz che porta il suo nome e padrino di numerosi incontri di boxe di improvvisazione (gli impro-ring che si tengono nella capitale). Questo chimerico personaggio è apparso anche al fianco di un pezzo di storia del jazz quale John Tchicai. Cominciamo l'esplorazione inoltrandoci nella trama di alcuni episodi. Dopo l'iniziale tema languido di Murnau's Love Chant che
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Passiamo ora attraverso la sognante Clouds Fill Up The Sky, attraversiamo New Orleans con il blues di Tricortine, incontriamo Monk, Mingus, il dixieland ed il free-jazz grazie a Outbound e, dopo aver nuovamente omaggiato Murnau, giungiamo a Sweet Dreams, Baby!. Altro momento davvero mirabile, la title-track possiede davvero una grande forza evocativa tanto che inizialmente si ha l'impressione di trovarsi immersi nella nebbia in una barca alla deriva, rapiti dalle campane che indicano una
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Aldo De Sanctis
Line-Up:
Tony Cattano: tombone
Giacomo Ancillotto: chitarra
Roberto Raciti: basso
Maurizio Chiavaro: batteria
... se telefonando ...
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TONY CATTANO: Certo, come no. Tieni conto che come sigla finale degli incontri di impro-ring tutti i musicisti coinvolti suonano Strawberry Mango e sicuramente l'idea che l'Art Ensemble Of Chicago ha del reggae è presente in Reggae Street Blues. Nel brano ho voluto, però, anche una forte componente roots dato che mi piacciono molto bands come Skatalities e musicisti come Rico Rodriguez.
A: Yeahlow e Clouds Fill Up The sky sono brani contigui dove sembrano confluire sia Monk che Ellington
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A: In Outbound ad un certo punto avviene una rottura che mi ha fatto tornare in mente Peter BrotzmannT: Brotzmann? Beh, non proprio, direi piuttosto che l'impennata, il furore che senti fa parte del nostro modo di suonare. E' un cambio di direzione, un modo che abbiamo per andare da un'altra parte senza sapere necessariamente dove arriveremo. Mi piace però che tu ci abbia sentito qualcos'altro.
A: Sand è forse il pezzo che preferisco. Onirico, evocativo e cinematico. E' azzardato accostare il modo che hai di suonare il trombone nel brano a trombettisti post-Davis come Erik Truffaz e Nils Petter Molvaer?
T: A dirti la verità non è che li segua molto, quindi non credo di esserne stato influenzato. Come dici tu il brano è cinematico ed intenzionalmente onirico e per creare questo tipo
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A: Per finire, citi esplicitamente Friedrich Wilhelm Murnau, regista che oggi ricordiamo soprattutto per "Nosferatu" in un tema che ricorre spesso nell'album
T: Ho scritto Murnau's Love Chant come se fosse la colonna sonora di una scena di "Tabù", il film di Murnau girato alle isole Samoa. La scena mi ha ispirato molto: è quella in cui un uomo ed una donna amoreggiano in una barca. Canto d'amore per l'appunto. Per la melodia ho pensato molto anche alle arie di Puccini.
(intervista a cura di Aldo De Sanctis)
BAAP! @ Monk Records con preview dei brani
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