L' inizio del melodramma ha la faccia di un folle. Il folle della porta accanto. Potrebbe essere il bidello della Caulfierd Grammar School di Melbourne che Nick Cave, Phill Calvert, Tracy Pew e Mick Harvey frequentano svogliatamente sognando, tra i banchi, di poter suonare come i loro idoli: icone decadenti come Bowie, Ramones, Roxy Music, Lou Reed, Vincent Furnier. Ci provano suonando al Punk Gunk assieme ad altri sfigati come Tch Tch Tch, Babeez e Teenage Radio Stars, mettendo in giro un paio di singoletti per la locale Suicide Records e quindi con un intero album che dà il benvenuto in formazione a Rowland S. Howard (ex chitarrista degli Young Charlatans), che sarà uno degli artefici della follia dei Birthday Party.
Ma per adesso, siamo nell' Aprile del 1979, la follia è solo rappresentata in foto. Il contenuto ha invece molto a che fare con certo power-pop, con il punk melodico di bands come Undertones, Vibrators,
Buzzcocks e Ramones (si ascoltino i coretti di The nightwatchman o Somebody 's watching me, NdLYS) e con certo "stupido" glam rock con cui i quattro australiani hanno ingannato i pomeriggi della loro adolescenza. L' innesto della chitarra di Howard convince la band a rivedere la scaletta dell' intero disco scartando metà del materiale e lasciando posto alle nuove canzoni suonate o scritte da Rowland. E' proprio lui a portare in dono Shivers, dolcissima e dilatata ballata chitarristica che si impone subito come un piccolo classico locale e che apre alla band
l' accesso al Crystal Ballroom, la teca di cristallo dietro cui si muove tutta la scena punk e new-wave di Melbourne che conta. Intanto la band diventa sempre più feroce, fomentata dalle pile di dischi di importazione che Cave, Harvey e Howard comprano assieme a quantità sempre maggiori di droghe:
Franco Lys Dimauro
The Boys Next Door
Nessun commento:
Posta un commento