martedì 14 giugno 2011

IL CARICO DEI SUONI SOSPESI: “Condizione Alienata” (2011, Autoprodotto)

Intelligente, acuto, ironico, colto, uncool e snob. Questi sei aggettivi, tutti da intendersi nell'accezione di complimenti, descrivono in breve “Condizione Alienata”, il primo lavoro autoprodotto e autodistribuito (gratuitamente scaricabile dal sito) di un eclettico quintetto fiorentino che va sotto il nome de Il Carico dei Suoni Sospesi. Nel sapore complessivo del lavoro c'è un inconfondibile sfumatura anni '90: il ricordo va all'attitude delle bands alternative con voci femminili alte e taglienti che cantavano testi aggressivi in italiano.
I temi di lotta sociale sono cambiati, ma l'attitude è la stessa, aggiornata al terzo millennio, con tutti i connotati decadenti da basso impero della realtà italiana contemporanea. Musicalmente la band attinge a piene mani da quel repertorio, ma impasta influenze vagamente funk e un gusto sottile per la psichedelia alle ritmiche aggressive e ai chitarroni mitraglianti. Non particolarmente interessati alla forma canzone, i nostri eroi non disdegnano i pezzi lunghi e si fanno beffe più o meno di qualunque criterio di “radiofonicità”, ma si percepisce che la loro non è una posa calcolata: semplicemente il loro flusso di coscienza va in un'altra direzione. E – alleluja! – una formazione con voce femminile NON canta d'amore, di corna, di struggimenti e di tormento interiore. E se a volte l'arrangiamento è un po' acerbo e incerto, i piccoli difetti di forma sono ampiamente compensati dalla solidissima sostanza del contenuto. L'intelligenza, per quanto possa sembrare ridicolo affermarlo, è una qualità rarissima nella “generazione 0” e va incoraggiata. Il disco si apre con una dichiarazione di intenti presa dal Faust di Goethe (e, se siete un filo culturalmente snob, sarete già perdutamente innamorati prima della prima traccia) che esorta all'impegno, al coinvolgimento, al compromettersi, al buttarsi a capofitto in ciò che si desidera fare in base al principio che, in sostanza, la fortuna aiuta gli audaci.
I testi sono indubbiamente il punto di forza di tutto il lavoro: è infinitamente liberatorio sentire affermare in un disco del genere verità semplicissime e meravigliose come 'la tv fa male, amici fa male, il sabato sera su rai 1 fa male, uomini e donne fa molto molto male'. Standing Ovation senza riserve. Degna di nota è anche la bellissima Io Cito, meritevole di diventare l'inno di tutti i g-g-g-giovani che si oppongono ostinatamente alla tundra culturale italiota televisivo-berlusconiana, riscoprendo la gioia di appropriarsi del sapere altrui per mezzo della citazione perchè 'la cultura è bella'. C'è vita in Italia. Se questa fosse una recensione con il voto come a scuola, questo disco meriterebbe un 10 solo per averlo dimostrato. Ora c'è da sperare che questi ragazzi vadano avanti e producano altra cultura. E magari anche che qualcuno li ascolti.
Angela Fiore

L'Uomo Non Serve all'Universo
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IL CARICO DEI SUONI SOSPESI

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