![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7hLijTlcCOL9t-OowTssct-JG_Lwg43RrvnXTlGnkZlu9BPDce3tbwqeHVGnV2KR08h_f9oncB8bubtC5wJ0t9_WDYWqSaGhz_c2uCrbQ0AnpKwD4tOGpZY-A-0F1g-GxzzAd/s200/Esmen.jpg)
Il gruppo è formato da Fabrizio Gelli voce e chitarra, Danilo Paladini alle tastiere, Gino Scalise alla batteria, Paolo Fois alle chitarre e cori e Marco Chiappatone al basso. Un primo ascolto denota subito soprattutto la profonda conoscenza di gruppi quali Radiohead, ma ahimé qui siamo lontani anni luce da Thom Yorke e c.: i testi sono piuttosto banali, il cantato stanca quasi subito, monotono e ripetivo, difetto comune a tanti gruppi italiani del decennio zero, la voce di Gelli alle mie orecchie 'vintage' ricorda molto quella di Aldo Tagliapietra delle Orme periodo d'oro, ma i paragoni si fermano qui. 2011 ruba il riff a No surprises dei Radiohead, Justice è incollata subito dopo, quasi una copia carbone, il singolo Lou è piuttosto banalotto, siamo dalle parti di Bianconi e dei suoi Baustelle, insomma niente di originale o personale, sulla stessa falsariga pure Quando tutto sembra; segue Quasi immobili e mai titolo fu più azzeccato(!). Chiudono il disco Un desiderio inutile (forse un disco inutile era più corretto) e Di mattina che chiudono nel torpore generale un disco di cui sinceramente avremmo fatto volentieri a meno: dispiace per la buona volontà dimostrata degli Esmen ma in questa come molte altre formazioni nostrane la scintilla non si accende mai. Gelli e gli Esmen rischiano di confondersi con le decine di produzioni anonime indie che una volta ascoltate si mettono da una parte e non si ricordano più.
Ricardo Martillos
Lou
Green Fog Records
Nessun commento:
Posta un commento