giovedì 16 giugno 2011

ATARI TEENAGE RIOT: "Is This Hyperreal" (2011, Dim Mak)

Eccoci ad un attesissimo (almeno da parte mia) ritorno per gli Atari Teenage Riot di Alec Empire. Reduci da un ultimo disco come “60 Second Wipeout” che oltre un decennio fa rappresento un vero esempio di crossover tra elettronica, metal e estremismo ultra politicizzato e dal lungo periodo di stop causato dalla morte di Carl Crack, l'MC della formazione scomparso a soli trent'anni per overdose e che ha visto i vari membri rimanenti del gruppo cimentarsi in varie opere soliste sempre all’insegna del suono elettronico.
Ritornano, gli Atari, con un nuovo MC, il newyorkese CX Kidtronik già collaboratore con i Nine Inch Nails e senza Hanin Elias, a causa di incomprensioni ancora esistenti all’interno della band, le cui parti vocali femminili sono state ora prese dalla tastierista Nic Endo che adesso assume una figura più centrale all’interno del gruppo. Gli Atari Teenage Riot continuano anche con “Is this hyperreal” nuovo quarto capitolo della loro storia, a porsi come uno dei gruppi più estremi del panorama musicale odierno sempre al limite tra tecno, industrial, digital-hardcore, metal e dio sa cos’altro.
Alec Empire, leader del combo, si è guadagnato, grazie ad una serie infinita di lavori e collaborazioni una immagine di personaggio ovunque sempre pronto allo scontro (memorabili le esibizioni degli Atari ai concerti Berlinesi del primo maggio).Il disco, registrato all’Hellish Vortex studio di Berlino, si apre con la già nota Activate che parte subito come un pugno nello stomaco in pieno Atari style. I testi parlano del classico immaginario Cyber-punk che ha sempre caratterizzato l’immagine degli ATR passando per l’attivismo hacker, al traffico di esseri umani come nel nuovo singolo Blood in my eyes fino ad arrivare a wiki-leaks ed ai governi che stanno cercando di imbrigliare la rete. Tutti i brani sono attraversati da potentissime e velocissime 909 drum-machines nonché da linee di basso capaci di scuotere le nostre fondamenta soniche. Una delle ragioni che rende questo un gran disco è la varietà delle canzoni che spaziano dal “classico” suono ATR per i quali i nostri sono conosciuti riscontrabile in brani quali Activate e Rearrange your synapses a canzoni più lente e a pezzi dance che si sposano con la scena rave anni ’90 come Digital decay e la quasi commerciale Collapse into history.
Parlando del disco, Empire ha detto che musicalmente i nuovi Atari si sono catapultati nel futuro con beats che si sono fatti ancora più aggressivi e testi che possiedono un nuovo livello di profondità. Insomma, questo ultimo lavoro degli Atari è davvero un gran disco, con canzoni coinvolgenti e che proietta il suono della band nel 2011 con, probabilmente, il loro miglior album di sempre: sarà difficile trovare, almeno nel genere, un disco di ugual bellezza nell’arco di quest’anno; ne avrete avuto certamente conferma se siete andati a vederli nelle due date Italiane, il 19 e 20 Maggio a Roma e Milano.
Ubaldo Tarantino

Streaming dell’intero disco

Dim Mak Records

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