giovedì 5 maggio 2011

SIRUAN: “Brividi” (2011, Pull Music)

Matteo Gracis, in arte Siruan, firma per la milanese Pull Music questo esordio in 10 tracce più un remix e, come tutti quelli che fanno rap, ha un sacco di padri. Uno dei meriti principali del disco consiste proprio nel fatto che questi padri vengono congedati fin dal secondo brano: il testo provocatorio di Scusa Se Faccio Rap, è un'intelligente dichiarazione di intenti che, fin dall'inizio, ci avverte che non saremo bombardati di stereotipi gangsta e machisti, di ex ragazzi del ghetto che si vantano di sparare e di girare in limousine circondati da appariscenti lavoratrici del piacere e di tutti quei cliché che sono credibilissimi nel cuore del Queens, molto meno dalle parti di Abbiategrasso. Se a questa buona premessa aggiungiamo il gradevolissimo singolo d'esordio “Evviva l'Italia”, il primo giudizio non può che essere positivo, anche per chi non frequenta abitualmente il genere. Il singolo propone un ritratto amaro e scanzonato della situazione nazionale, senza addentrarsi in analisi particolarmente profonde (è pur vero che una consistente percentuale dei peggiori luoghi comuni sull'Italia rispondono a verità) e accentuando l'effetto “tarallucci e vino” sovrapponendo alla base una fisarmonica in perfetto stile “fiera di campagna”.
Le restanti tracce del disco, pur mantenendo fede all'iniziale promessa di non scadere nello stereotipo gangsta, non raggiungono particolari picchi di originalità, ma si destreggiano in modo accettabile fra le tematiche consuete di amori finiti, di notti di sesso indimenticabili, di indecisioni e dubbi post-adolescenziali propri di una generazione – quella di chi è nato negli anni '80 – che è stata addestrata a rimanere adolescente per tutta la vita. In questo senso Ragazzi di Oggi, una volta superato il leggero imbarazzo evocativo di Luis Miguel causato dal titolo, colpisce per il vertiginoso excursus del decennio frenetico che ha costituito l'infanzia dei trentenni di oggi, spingendo a riflettere sul turbine di eventi colossali e terribili che lo hanno caratterizzato e su che genere di adulti si possa diventare quando si è stati bambini nell'occhio del ciclone. Uno scadimento nell'inevitabile cliché misogino e sboccato si ha con il testo di Ho Trovato le Parole che, nonostante il ritornello indubbiamente liberatorio e in grado di strappare un sorriso all'ascoltatore, e nonostante le attenuanti generiche relative all'indiscussa percentuale di donne insopportabili in circolazione, risulta esageratamente autocompiaciuto nella volgarità stereotipata da uomo medio al bar. L'autore stesso ci tiene a precisare che “la volgarità non è gratuita”, ma risulta difficile dargli ragione. Nel complesso un esordio accettabile, che denota la voglia dell'autore di distinguersi in un panorama – quello del rap nostrano – i cui canoni sono talmente rigidi e definiti che risulta estremamente difficile far emergere la personalità del singolo artista. L'obiettivo, in questo senso, è ancora lontano, ma la determinazione e la buona volontà non sembrano mancare.

Angela Fiore

Evviva L'Italia

SIRUAN

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