
Lo United Club, uno dei locali particolarmente attivi a Torino in questo periodo, ha ospitato domenica 31 ottobre 2010 il concerto dei Barbacans, italianissimi da Fano, accompagnati dai torinesi Jumpin' Quails. L'accoppiata è vincente e il pubblico ha potuto assistere in quella serata a un grande live con due gruppi davvero notevoli.
I Jumpin' Quails sono stati una piacevole sorpresa. Sono decisamente bravi, trascinanti, sicuri, tengono il palco come dei provetti rockmen nonostante la giovane età, ma soprattutto il loro sound è particolarmente originale. Hanno comunque pubblicato un album, “What's Your Jump Like”, e vantano diverse esibizioni in giro per l'Europa. Difficile classificare il loro genere; durante il concerto ho la netta sensazione che mi ricordino qualche gruppo, ma non riesco ad inquadrare esattamente quale. Pur essendo tutto sommato radicati nel sixties sound psichedelico con qualche sfumatura garage qua e là e vaghi rimandi crampsiani, lo stile è decisamente molto sfaccettato, riporta alla mente a volte perfino i nostrani Decibel di Enrico Ruggeri, e poi, sarà quella ritmica in alcuni pezzi, insieme alla bella voce del cantante e bassista (che si presenta sul palco con occhialoni da sub e bocca

Tante suggestioni in bilico tra sixties sound e post-punk ma nessun riferimento ben definito, per cui forse a ben guardare è proprio vero quello che scrivono sul loro MySpace: “i Jumpin' Quails ricordano molti e non assomigliano a nessuno". Insomma un cocktail talmente ben amalgamato da rendere difficile individuarne e separarne gli ingredienti.
The Barbacans

E' incredibile l'energia che emanano da quel palco.
Suonano tutti i pezzi che hanno all'attivo, dall'album, bello e altrettanto tirato, “God Save the Fuzz”, uscito per la Boss Hoss Records nel 2009, primo lavoro ufficiale dopo un 7” in vinile che contiene Phantom Opera, uno dei pezzi più gustosi, e What's Fantastic, entrambi ripresi nell'album, il primo incluso nella track-list e il secondo in forma di traccia

Nel concerto torinese lasciano poi spazio ad alcune cover eseguite sempre con grande grinta e personalità. Anche la scelta delle cover è davvero molto rappresentativa del genere, vere e proprie pietre miliari per gli appassionati del garage sound di stamposixties: Strychinine (più vicina però alla versione Fuzztones che a quella originale - e se c'è un gruppo a cui i Barbacans si possono affiancare è proprio quello di Rudi Protrudi) e The Witch dei Sonics, 99th Floor dei grandissimi Moving Sidewalks capitanati dal futuro ZZ Top Bill Gibbons e una versione decisamente spinta verso

Un concerto davvero grandioso, che spiega come a ragione i Barbacans siano stati chiamati a suonare con alcuni dei nomi più importanti della scena garage internazionale, come i Morlocks, i Trashmen, i Seeds, e alla fine del quale vien proprio voglia di dire “God save the fuzz”.
Rossana Morriello

Recensione God Save the Fuzz di Wally Boffoli
Recensione The Wildest Things in the World di Wally Boffoli
Jumpin' Quails
Than Today
Pattie
Contis (live)
Barbacans
Phantom Opera
I Know You
Time for the Choice
Strychnine (live)
The Witch (live)
Lucifer Sam (live)
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