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Dopo quattro anni di assenza dalle scene, ritorna Sandro Perri con “Impossible Spaces”, uno dei dischi più interessanti del 2011 che riconferma l’importanza di quest’artista nel panorama musicale canadese e internazionale. Già conosciuto dalla comunità di Toronto per gli altri suoi progetti Polmo Polpo e Glissandro 70 alla fine degli anni 90, Sandro Perri ha intrapreso in questi ultimi vent’anni dei
percorsi musicali completamente diversi tra di loro, che lo hanno portato ad esplorare le terre musicali della musica elettronica, jazz, psichedelia, noise, classica, rock. Il suo nuovo disco “Impossible Spaces” si propone come un compendio elegante di tutte le sue conoscenze e stili musicali. Ascoltare questo disco e’ come seguire un’albero genealogico della musica con fasi e tempi tra loro diversi. Quando si pensa di aver percepito uno stile, un’associazione musicale con un’altro gruppo o artista ecco venir fuori un altro suono. A ogni successivo ascolto l’ascoltatore rimane sempre più affascinato da nuovi dettagli che portano alla scoperta di un album che esplora inediti virtuosi territori o spazi musicali ritenuti impossibili, come vuole lo stesso titolo dell’album “Impossible spaces”, Spazi Impossibili.
Un’assolo di chitarra e sassofono si susseguono nel brano iniziale Changes, dove durante i primi quattro minuti predomina un gioco di chitarra elettrica che s’intreccia alla soave voce di Sandro Perri che qui ricorda vagamente Marc Bolan. Gli ultimi quattro sono lasciati a una piccola jam session puramente strumentale di funk psichedelico. Changes certamente riferiti ai cambiamenti avvenuti nella crescita musicale che Sandro Perri ha sperimentato in questi anni
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La leggiadra Futreactive Kid e la strumentale Futureactive Kid II si sviluppano attorno alla tematica dell’eterno confronto del valore dell’apertura verso il mondo esterno, verso gli altri da una parte e del bisogno di solitudine, introspezione e silenzio dall’altro. In Wolfman sentirete suggestioni sonore che variano da Neil
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Myriam Bardino
Constellation Records/Sandro Perri
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