giovedì 27 ottobre 2011

TRE SINGOLI DIRTY WATER REC.: THEE VICARS, KING SALAMI & THE CUMBERLAND 3, BEAT SEEKING MISSILES (Release date: 24 ottobre 2011, Dirty Water Records)

# Consigliati da Distorsioni

Thee Vicars: Every Day/Don’t Wanna Be Free
La Dirty Water Records è sempre una garanzia per gli amanti del garage rock. L’etichetta inglese licenzia tre nuovi singoli di altrettante band votate al dio del fuzz. Si comincia con Thee Vicars, che sparano il loro garage rock di marca vagamente Black Lips, almeno per quanto riguarda il lato A del dischetto, Every Day,
anche se rifuggono in parte dal lo-fi più spinto in favore di un suono decisamente più sixties (con un intro molto Music Machine), meno contaminato da sonorità contemporanee, un bel fuzz che ogni tanto deflagra vistosamente e un solo di chitarra che strizza l’occhio alla psichedelia più acida. Il lato B, e pezzo forte della doppietta, è Don’t Wanna Be Free, costruito su un riff che ricorda molto i Kinks (quel “don’t-wanna-be-free!” che si sovrappone benissimo agli accenti dell’anthem “you-really-got-me!”), decisamente molto divertente. Non avranno inventato nulla i Vicars (ma perché mai avrebbero dovuto? Non è forse il garage rock un’unica, spassosa, variazione sullo stesso tema?), ma si lasciano ascoltare davvero molto volentieri.

King Salami and the Cumberland 3: Trubble Trubble/Jellifish
King Salami gioca più su sonorità surf, reinterpretate in maniera alquanto trashy e sguaiate, con Trubble Trubble, pezzo perfetto per far scatenare le danze ad una festa da ballo sixties, con un selvaggio solo di sax stile Sonics a cesellare il tutto. Il lato B, Jellifish, delude un po’: si tratta di un mediocre strumentale stile Las Vegas Grind, che riesce sì ad evocare locali fumosi e spogliarelliste di serie Z, ma che in fondo in fondo non decolla. Forse il disco più fiacco tra i tre.

Beat Seeking Missiles: Break My Fall/Doctor Strangelove. Or: How I learned to stop worrying and love the Beat Seeking Missiles
Disco migliore del terzetto è però Break My Fall/Doctor Strangelove. Or: How I learned to stop worrying and love the Beat Seeking Missiles, e gli amanti del cinema avranno riconosciuto nel chilometrico titolo un rimando al Dottor Stranamore di Stanley Kubrick e all’immaginario sci-fi anni Sessanta (il tutto è giocato sulla grafica del manifesto del film). I Beat Seeking Missiles suonano un garage rock minimale, ma adulto ed evoluto, che sconfina col beat, col garage revival inglese degli anni ’80 -’90 (Milkshakes e Headcoats su tutti) e dialoga con Bo Diddley: dopo tutto leader della band è Sir Bald Diddley. Il quartetto di Oxford ci regala due pezzi dominati da riff ben costruiti e articolati, in alcuni tratti vagamente stoogesiani (Doctor Strangelove è un mix tra Bo Diddley e 1969). Un esordio molto interessante. Da seguire assolutamente.
Luca Verrelli

Dirty Water Records







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