 # Consigliato da DISTORSIONI
# Consigliato da DISTORSIONIIn atmosfera da ‘retromania’ galoppante, tra un’ostinato ‘new wave’ U.K. revival e bands ultra-stagionate che si riuniscono (come gli Ultravox) ed annunciano nuovi album in preparazione, anche il carissimo Howard Devoto ha pensato bene di far rivivere la gloriosa sigla Magazine, una di quelle bands che diedero davvero senso ad etichette abusate come post punk e new wave, incidendo tra il 1978
e il 1981 un poker di lavori innovativi e progressivi (oltre ad un ottimo live “Play”), innanzitutto “Real Life” e “Secondhand Daylight”, che risplendono ancor oggi di luce abbagliante. A 30 anni esatti dall'ultimo lavoro in studio "Magic, Murder and Weather" (1981)i Magazine sono di nuovo tra noi, annunciando un tour inglese in Novembre di nove date: della formazione originale accanto a Devoto figurano ancora il prodigioso keyboards-man Dave Formula e e John Doyle alla batteria. La chitarra è in mano a Noko, ex partner di Howard Devoto nei Luxuria ed al basso figura Stan White. Il nostro pensiero grato
 va naturalmente allo scomparso  chitarrista John McGeogh ed al bassista Barry Adamson  della primissima line-up  dei Magazine.  Non siamo alle prese, per fortuna, con l’ennesima  reunion  per raschiare  il fondo del barile, o sfruttare il momento  favorevole ai  dèjà vu:  “No Thyself”  ha nerbo e carattere, soprattutto a livello compositivo;   chi conosce ed ha amato i loro lavori fine anni ’70 inevitabilmente  riconoscerà  emulate molte delle  geniali intuizioni  in essi contenute:  le  tipiche incalzanti progressioni  chitarristico-tastieristiche, dinamici  sviluppi  tematici mai scontati, oltre  all’inconfondibile incedere  vocale, decadente e carismatico
 va naturalmente allo scomparso  chitarrista John McGeogh ed al bassista Barry Adamson  della primissima line-up  dei Magazine.  Non siamo alle prese, per fortuna, con l’ennesima  reunion  per raschiare  il fondo del barile, o sfruttare il momento  favorevole ai  dèjà vu:  “No Thyself”  ha nerbo e carattere, soprattutto a livello compositivo;   chi conosce ed ha amato i loro lavori fine anni ’70 inevitabilmente  riconoscerà  emulate molte delle  geniali intuizioni  in essi contenute:  le  tipiche incalzanti progressioni  chitarristico-tastieristiche, dinamici  sviluppi  tematici mai scontati, oltre  all’inconfondibile incedere  vocale, decadente e carismatico di Mr.Howard Devoto.  The burden of a song, soprattutto,  è una  nuova (più o meno sputata)  The light pours out of me:  tuttavia il leader  mancuniano   riesce  ancora a servirci   su un piatto d’argento una manciata  di performances   memorabili (Final analysis waltz, Hello mister Curtis, Do the meaning). Ottimo anche il lavoro alle tastiere di Dave Formula, che si conferma essenziale nell’economia del Magazine sound, e di Noko.   Il resistente, annichilente  cordone ombelicale   col passato,  con il mito  è assicurato da Hello mister Curtis:
  di Mr.Howard Devoto.  The burden of a song, soprattutto,  è una  nuova (più o meno sputata)  The light pours out of me:  tuttavia il leader  mancuniano   riesce  ancora a servirci   su un piatto d’argento una manciata  di performances   memorabili (Final analysis waltz, Hello mister Curtis, Do the meaning). Ottimo anche il lavoro alle tastiere di Dave Formula, che si conferma essenziale nell’economia del Magazine sound, e di Noko.   Il resistente, annichilente  cordone ombelicale   col passato,  con il mito  è assicurato da Hello mister Curtis:“Hello mr.Curtis, hello mr.Cobain, ditemi esattamente in cosa consiste il dolore? La vostra agonia mi riscatta da quest’agonia. Hello mr.Curtis, non dimenticheremo mai, ho preso
 la decisione di morire come un re, come Elvis, in qualche cesso dimenticato da dio. Spero di morire davvero prima di diventare vecchio”.
 la decisione di morire come un re, come Elvis, in qualche cesso dimenticato da dio. Spero di morire davvero prima di diventare vecchio”. Non abbandonano tuttavia velleità sperimentali questi Magazine del 2011: la fiera dignità compositiva e le insidiose (come nei ’70-primi ’80) anse armoniche di Holy Dotage, Other Thematic Material, Happening in English, Physics sanno accendere anche nell’ascoltatore più prevenuto entusiasmi che si supponeva spenti per sempre. Un fatale ed isolato colpo di coda No thyself? Quale che sia il futuro dei new Magazine il regalo di questi nuovi esaltanti dieci brani rimane immenso.
Wally Boffoli
Wire-Sound Records/Magazine
 
 
 
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