martedì 4 ottobre 2011

DJ SHADOW: "The Less You Know, The Better" (release date: 26 settembre 2011; Island)

Nuova uscita discografica per Dj Shadow e bisogna proprio dirlo, nuova delusione. Il dj della Bay Area infatti non riesce proprio a riscattarsi dal penultimo insoddisfacente "The Outsider". Non che un fan della prima ora come il sottoscritto stia aspettando da 15 anni il proseguimento di quel masterpiece che è stato "Endtroducing". Però, sebbene nella storia artistica di chiunque si registrino tanto degli alti che dei bassi, mi sembra che già da troppo tempo ormai Shadow stia vivendo alle spalle dell' hype che lo circonda.
L'aspetto più evidente di "The Less You Know", oltre alle numerose reminiscenze anni 80, è il lavoro dell'Ombra incentrato sulla produzione di diversi brani che sembrino suonati da vere e proprie band. Un lavoro notevole, senza dubbio, considerando che gli strumenti sono campionatori e piatti. Va detto, però, che sul piano squisitamente musicale sono davvero pochi gli episodi degni di nota, mentre altri risultano persino imbarazzanti.
Anche sul versante strettamente abstract non ci sono momenti in grado di catturare ed ipnotizzare l'ascoltatore come avveniva un tempo. Se a ciò aggiungiamo la mancanza di organicità, ovvero di un filo conduttore tra una traccia e l'altra, ecco che l'ascolto dell'opera diventa davvero faticoso piuttosto che incuriosire.
Il singolo che ha preceduto l'uscita dell'album, ovvero I Gotta Rokk: un loop ostinato di batteria, basso e soprattutto chitarra elettrica con espliciti riferimenti hard-rock. Credo che il pezzo sia stato concepito per essere sparato a palla su di una dancehall affollata ed in preda ad umori adolescenziali, perchè ascoltato negli ambienti di vita quotidiana a volumi umani risulta persino tedioso. Ha un buon groove godibile invece Stay The Course, unica traccia strettamente hip-hop che però subisce una sorta di depotenziamento per via del deludente flow
di Posdnuos e Talib Kweli. Mentre un buon featuring è quello di Tom Vek (da poco reduce dalla sua ultima fatica discografica) in quello che sembra essere uno degli episodi migliori dell'album, ovvero Warning Call un piacevole déjà vu di quella che fu la dark-wave. Un altro brano che sicuramente merita attenzione è Enemy Lines, astrattezze rock downtempo dal buon drumming incisivo che potremmo porre idealmente, forse è un caso, a metà strada tra le sonorità di "Endtroducing" e quelle di "The Private Press". E ancora, lo slow-rock di Come On Riding e la ballata folk soul di I've Been Trying sono da annoverare tra le cose da riascoltare più volte. Tralascio, per brevità, i momenti peggiori e quelli dalle poche idee trite e ritrite. Non so se sia pesante e quanto portare il nome di colui che ha contribuito più di tutti, in casa Mo' Wax e non solo, alla crescita della scena abstract hip-hop. Di contro, non credo che sarei stato molto più indulgente con "The Less You Know" se si fosse trattato dell'opera prima di un giovane producer. A voi la palla.
Aldo De Sanctis

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Come On Riding

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