# Consigliato da DISTORSIONINon conoscere Nick Lowe, per chi segue le cose del rock, è cosa un po’ grave, per gli ‘anta’ molto più degli altri: questo compassato ed elegante songwriter oggi 62enne, nativo del Suffolk, può vantare un passato remoto militante insospettabile; impresse il suo marchio sulla ‘rivoluzione punk’ anglosassone della seconda metà degli anni ’70, pur non essendolo, né musicalmente né tanto meno caratterialmente.
Si capisce l’importanza che ebbe in quegli anni febbricitanti se si apprende che nel 1977 ebbe la chiaroveggenza di produrre “Damned Damned Damned”, il primo album punk ad uscire in assoluto; stessa cosa, stesso anno con “My Aim Is True” di Elvis Costello
(poi tutti i suoi album sino a “Trust” del 1981), e poi Wreckless Eric, The Rumour, Alberto y los Trios Paranoias nonché i primi lavori di Graham Parker'. Lowe era produttore della Stiff Records, una delle etichette chiave per capire Ma bando ai ricordi, che gli occhi si inumidiscono e la nostalgia consuma: non senza però aver doverosamente segnalato che Lowe nel tra il 1978 ed il 1979 già rivela al mondo il suo grande talento di songwriter incidendo tre album imperdibili di ‘puro
pop per generazioni moderne’, compromessi generosamente con fratello ‘power pop’. In particolare “Labour Of Lust” (cinque ‘sacrosante’ stellette in Allmusic) è ancor oggi tra le ‘alltime’ migliori incisioni consigliabili a chi voglia cogliere l’essenza 3 minuti e poco più del pop più genuino e rigenerante: tutto è riassunto, se avete il tempo contato, in un brano paradigmatico da tramandare ai posteri come Cruel To Be Kind. La produzione del nostro squisito artigiano pop non si è mai arenata durante le decadi successive, confermando un rarissimo talento, sfornando prodotti sempre dignitosi se non superbi ("Nick The Knife", "The Rose Of England", "The Impossible Bird", "The Convincer", "At My Age").
tre decadi, appartenente ad una categoria dello spirito sempre più rara in giro, la semplicità che riesce a commuovere. Una lezione la sua che continua ad essere riscoperta, se è vero che Wilco, i principi dell’odierno roots-rock americano, hanno inciso-coverizzato in questo 2011, poco prima il loro nuovo album, la sua I Love My Label, una song del lontanissimo 1978. Che Nick Lowe sia ancora capace di comporre piccoli manufatti in grado di rapire i sensi è tangibile nella stupenda Til’ The Real Thing Comes Along;
ma tutto l’album vive di un’ ineffabile, elegante sobrietà vocale e compositiva, giocata tra sapidi accenti country, blues e quiete slow ballads (I Read A Lot) interpretate con squisitissimo piglio crooner (N.K.Cole, Sinatra). Solo Poisoned Rose è presa in prestito – ed ottimizzata - dal Costello di “King Of America”, Shame On The Rain dall’anziano country-man Tom T.Hall e You Don’t Know Me At All da Jeff West. Se fra tre anni – intervallo che gli è ormai abituale – Nick sarà mai capace di un nuovo piccolo capolavoro come “The Old Magic”, noi saremo qui ad aspettarlo.Wally Boffoli
Yep Roc Records
Sensitive Man
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