venerdì 9 settembre 2011

BARRENCE WHITFIELD & THE SAVAGES "Savage Kings" (2011, Munster Records/Goodfellas)

Le sorprese, quando sono positive, sono sempre benvenute. E questa lo è! Nonostante ascolti musicaccia sin dall'infanzia non mi ero mai imbattuto nel signor Barry White da Jacksonville, Florida, classe di ferro 1955, A.K.A. Barrence Whitfield, che a mia insaputa terremotava dai primi anni '80 le infuocate scene dei peggiori locali di Boston e circondario, con la sua voce tonitruante e la sua temeraria band (The Savages, non per caso), incidendo, nei ritagli di tempo, una manciata di album a cavallo tra il rockabilly e il garage più scatenato.
Ho dedicato reiterati ascolti a questo incandescente “Savage Kings” che, se fosse un vinile, si sarebbe già consumato sotto i 2 grammi scarsi della mia Pickering!
La storia racconta del fatale incontro tra il nostro Barry e Peter Greenberg, ex chitarrista dei Lyres, nel negozio di dischi usati chiamato Nuggets, a Boston, in cui entrambi lavoravano. Il buon Peter, dotato di essenziale chitarrona in puro stile rockabilly, stava mettendo in piedi un gruppo di rock'n'roll strumentale con altri ex membri dei Lyres, il bassista Phil Lenker e il batterista Howie Ferguson, e con un altro collega, il sassofonista Steve LaGrega. A questo punto entriamo nel leggendario: pare che Barry si sia messo a canticchiare in negozio, ed ecco formati Barrence Whitfield & The Savages. Con questa formazione la band mette in commercio due fortunati LP, a cavallo tra il rock'n'roll, l'R'n'B e il garage-punk, che valgono loro critiche riassumibili in un'affermazione che risale agli anni '80: “The Savages kept rock'n'roll alive!”. A questo punto Greenberg e Lenker abbandonano la band e anche il music-biz, mentre Barrence prosegue con alterne fortune, ma sempre con grande energia, la propria carriera di shouter, con quel che restava dei “selvaggi” o con altre bands, più in Europa che negli ingrati Stati Uniti; sinchè inopinate congiunzioni astrali rimettono in contatto Whitfield con i vecchi soci Greenberg e Lenker, convincendoli a ricostituire la banda, a mettere a ferro e fuoco il New Mexico e il sud-est degli States con una serie di incandescenti shows e alla registrazione dello sferragliante disco di cui ci stiamo occupando. C'é voluto poco ad essere conquistato dalla potenza animalesca della voce di Barrence e dal suono rauco e sporco della band. Non ci sono pezzi migliori o meno riusciti, questo album è tutto da godere. Purtroppo la rete non mette a disposizione molto materiale, ma vi consiglio di dare un'occhiata a questo video registrato in Australia quest'anno, in cui i nostri paiono piuttosto in forma. E buon ascolto!
Luca Sanna

Munster Records/BarrenceWhitfield&The Savages

Dust on my needle

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