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Boris, band giapponese drone-metal, experimental-noise, stoner, hardcore e pop-rock, può certamente essere annoverata tra le formazioni più eclettiche del panorama del rock alternativo, capace di costruire il proprio marchio di fabbrica attraverso la sperimentazione e la manipolazione delle sonorità più dure. Attivi dal 1992, hanno realizzato 17 album in studio tra cui l’acclamato “Pink” (2005), numerosi album live, un numero imprecisato di EP e split,
collaborazioni importanti tra cui Sunn O))) band di punta del drone-noise più estremo e Keiji Haino maestro della sperimentazione noise.
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Il 2011 è un anno particolarmente importante per Boris che ha mandato in produzione ben 4 album: “Klatter”, sesto lavoro in collaborazione con il musicista giapponese d’avanguardia Merzbow, “New Album” quindicesimo album prodotto per il mercato giapponese all’insegna del noise e del dream-pop, “Heavy Rocks” ed “Attention Please”, sedicesimo e diciassettesimo album prodotti entrambi dalla Sargent House per il mercato europeo ed americano. “Heavy Rocks” e “Attention Please” sono lo specchio fedele dell’idea multiforme del rock che vive nella mente di Boris, capace di intraprendere percorsi che si incrociano in più punti ma che alla lunga conducono in luoghi diversissimi. “Heavy Rocks” rappresenta il naturale evolversi del lato più tradizionale e
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E’ tuttavia “Attention Please” l’album che riserva le vere sorprese. Non vi è più una brutalità noise a caratterizzare il suono, ma al contrario una atmosfera dream pop sognante, edificata sulla voce fascinosa della chitarrista Wata, decisa e delicata, capace di attrarre come una calamita la nostra sensibilità occidentale. Un cambio di rotta inaspettato da parte della band giapponese che non si pone l’obiettivo di spiazzare l’ascoltatore ma al contrario di consentirgli di esplorare le forme più intime e sognanti del noise. Molto bella Hope che rievoca le sonorità shoegaze dei primi anni ’90, mentre la seducente Party Boy
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Felice Marotta
Sargent House
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