lunedì 4 luglio 2011

I CANI: "Il sorprendente album d’esordio dei Cani" (2011, 42 Records)

Roma anno zero; questo potrebbe essere simbolicamente lo scenario con cui i Cani inquadrano lo spaccato della società contemporanea ripartendo musicalmente con pochi essenziali mezzi. Il punto di forza di questo progetto dall’identità enigmatica dietro alla quale si cela un unico artefice, sta sicuramente nei testi capaci di focalizzare da un punto di vista soggettivo, dettagli di un quotidiano che delineano situazioni in cui nessuno può fare a meno di identificarsi.
La sua visione cinica e pungente del rapporto di coppia in Le Coppie, la descrizione spietata di una Roma “giovane” che nelle sue dinamiche relazionali non è meno diversa da qualsiasi altra realtà in I pariolini di 18 anni, le aspirazioni represse, le convenzioni e l’estetica della modernità, vengono toccati con una acuta capacità (auto) critica, che è il vero aspetto sorprendente di questo album d’esordio. Gli undici brani in questione (di cui due strumentali), in uno stile abbastanza personale, ruotano intorno a progressioni di accordi piuttosto minimali, in un ambito sonoro definibile come elettro-pop cantautorale. Non c’è, e anche volutamente, una ricercatezza esasperata in termini di struttura, e il suono si gioca tra linee melodiche di tastiere e synth, sostenute da una drum-machine metronomica. Le linee vocali caratterizzano pesantemente il repertorio tanto da far sembrare le varie tracce ben poco diverse le une dalle altre, ma conferendogli al contempo un’aura da concept album. Un prodotto usa e getta, immediato e sintetico, che a modo suo riesce a farsi apprezzare per la capacità di risultare fresco; questo lavoro ha sicuramente tutti i numeri per piacere, e già lo sta facendo, pur non creando molte aspettative a lungo termine perchè, come già visto in passato, le novità a presa rapida altrettanto rapidamente stancano e spariscono passata l’infatuazione iniziale. Mi vengono in mente Tying Tiffany, Tre Allegri Ragazzi Morti, Wolfango, Offlaga Disco Pax. Vale comunque la pena di lasciarsi tentare da questo lavoro se non altro perché è un valido esempio di come sovente poche semplici idee messe giù opportunamente riescano più convincenti di tanti prodotti troppo meditati. La risposta a quel Charlie surfista con il quale i Baustelle ritraevano lo stereotipo del “giovane di oggi” che, troppo immerso nella sua idea di rivoluzione fatta di skate-web-drum-machine-anfetamina, perdeva il senso della realtà. Il neorealismo dei Cani è più autentico e meno citazionista del loro.
Federico Porta

Door Selection
42 Records

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