venerdì 1 aprile 2011

LIVE REPORT - "Lydia Lunch and Gallon Drunk – Big Sexy Noise" (Magnolia, Milano, 31 marzo 2011

Non é la prima volta che parliamo negli ultimi tempi del nuovo spettacolo di Lydia Lunch: la performer americana é tornata in Italia davvero dopo pochissimo tempo, il suo tour precedente risale al dicembre 2010. Rimane un piacere occuparsi di un'artista sempre tanto anomala. Ecco la cronaca del nostro Ubaldo Tarantino: spero ne vogliate apprezzare la tempestività; solo ieri sera ha suonato a Milano.
Cosa voler di più da un magazine? (wally)


La mia serata si annuncia all'insegna del rumore più sordo ed assordante.
Il Magnolia ultimamente ci sta abituando a proposte di qualità ed in questa ottica stasera ecco sul palco Lydia Lunch accompagnata in questo nuovo progetto/album dal titolo "Big Sexy Noise" da tre quarti dei Gallon Drunk, altra band seminale degli anni '90. Dopo un paio di gruppi a supporto allo scoccare della mezzanotte ecco salire sul minuscolo palco Lydia e si capisce subito che la belva è di nuovo fuori. Un inizio che schiuma rabbia da tutte le parti sin da subito, la nostra che non si risparmia con la sua voce sempre più bassa, gracchiante quasi come quella di una barbona che insulta tutto e tutti.
I pezzi del nuovo album, prima prova davvero convincente della Lunch negli ultimi anni, si susseguono senza tregua in una sorta di Gerovital sonico accompagnato ed ispirato da uno scatenato James Johnston alla distortissima chitarra a srotolare kilometri di filo spinato fatto di feedback , Ian White a pestare alla batteria ed un Terry Edwards ad accompagnare con un tessuto noise alle tastiere e con un sax di stampo free che scaglia riff monolitici a fare da controcanto alla Lunch, in pieno stile no-wave Sonic Youth-style (non a caso, Kim Gordon è coautrice di buona parte dei brani dell'ultimo lavoro). E' un gran pugno nelo stomaco questo gig, furia controllata, recitata e provocatoria come in pezzi quali I won't leave you alone, Another man coming o Your love don't pay my rent.
Il concerto scorre veloce per un'ora circa tra virate street-punk e blues doom metropolitano e si conclude alla grande con un bis che da solo vale l'intero concerto, quella Kill your sons di Lou Reed con Lydia che ci canta in maniera vissuta, la voce dura e malsana “but when you shoot you up with thorazine on/ crystal smoke/ you choke/ like a son of a gun”, letteralmente da brividi!
E' l'una di notte e mentre cammino nel grigio verde del parco con ancora nelle orecchie le 'distorsioni' soniche dei nostri rifletto sul fatto di aver assistito ad un ritorno in grande stile. Lydia sarà in giro per la penisola per tutta la prima decade di aprile, il mio consiglio, se siete in zona, è di non perderla assolutamente.

Ubaldo Tarantino

Foto e video di Ubaldo Tarantino

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