
Fin da quando vennero fuori, al giro di boa degli anni ‘70 i Pere Ubu sono stati talmente avanti e talmente fuori da non essere uguali a nessun altro che non a se stessi. E neppure tanto. Non esiste

Ecco perchè, piuttosto che le asettiche stereofonie interstellari dei Pink Floyd, dovrebbero essere le tubercolotiche e deformi epilessie dei Pere Ubu (Over My Head) a venir sparate nello spazio come delle Laika ammalate di cancro e venir date in pasto ai marziani per disegnare un' immagine verosimile dell' uomo e delle sue devianze, delle sue disomogenee alternanze di luci e ombre.

Avanguardia punk in senso assoluto, "The Modern Dance" era il rumore di una società industriale inghiottita dalla sua stessa sconfitta che affogava al ritmo delle macchine da lavoro.(Life Stinks)
Morti bianche al ritmo ragliante delle officine industriali, estratte dalle presse come volgari fogli di lamiera rovente.

Una TAC dall' esito beffardo fatta al corpo
martoriato del rock (Chinese Radiation), all' indomani dei sintomi spastici dell' infezione punk. Idee da cui avrebbero attinto a piene mani due decenni di deflagratori sonori, dal siluro punk di Non Alignment Pact al funk dadaista di Humor Me attraverso il jazz flippato di Laughing o la suite per vetri infranti di Sentimental Journey, un disco che sfida le ombre lunghe del tempo e brilla ancora di intuizioni geniali come una stella pronta al Big Bang. Street Waves
"Dub Housing" (1979, Chrysalis/Rough Trade)

Se la marcia spastica di Navvy in apertura è nient’ altro che un tentacolo amputato alla piovra del disco di debutto, i toni spettrali della title track inaugurano la discesa verso il baratro della follia. Il rantolo di Thomas cede alla demenza, mentre sotto di lui è tutto un percuotere di catene, tra angeli della morte che girano attorno alla sua anima intonando un coro in spregio alla sua agonia. (Drinkin' Wine Spodyody) (Ubu Dance Party)


I think about you all the time….
I think about you all the time….
David Thomas sta seduto davanti al suo leggio come un Jack Torrence davanti alla sua macchina da scrivere. E non trova altre parole per dire quello che ha in mente.
I hear,
I say
I see,
I do
I think about you all of the time.
Franco “Lys” Dimauro
Pere Ubu Projex
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