

E’ un piacere sottolineare i momenti salienti del disco, a partire dall’iniziale Il Salvatore delle donne tristi, uno spoken word dedicato all’amico pittore Pioquinto (Ongaro non è nuovo a tratteggiare ritratti di amici artisti/anime affini, valga ad esempio Il Conte Max di Genova, dedicata a Max Manfredi, contenuta in "Dio è altrove” del 2002). Vivace Il sostegno delle massaie e perla di rara bellezza La donna col pugnale, un brano che ci ha catturato al primo ascolto.
Prendete nota di D. J., sigla sotto cui si cela l’archetipo maschile per eccellenza, l’eterno Don Juan (o Don Giovanni, detto all’italica maniera), che regala versi

Da segnalare La scorta, dedicata a Giovanni Falcone, impreziosita da una coda strumentale in cui dialogano serrati il sax soprano di Marco Pasetto e quello baritono di Bruno Marini.
Particolarmente gustose risultano La ballata della cavalla assente (Ballad Of The Absent Mare) e Ricordi (Memories), due riletture dal canzoniere di Leonard Cohen con testo adattato dallo stesso Ongaro, più che appropriate vista la tematica del disco.
In ultima analisi, un album elegante intriso di profonda leggerezza.
Ruben

Marco Ongaro al Premio Tenco 2008
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