Arrivo al Palasharp con colpevole ritardo e mi perdo il set dei
Surfer Blood (gruppo di supporto di cui si dice un gran bene) che stanno terminando appena entro. Già da fuori l'atmosfera che si respira è coinvolgente, quasi rituale, un po' come accade ai concerti dei
Cure o ai tempi di
Siouxsie & The Banshees.

Gli
Interpol , eredi insieme agli
Editors di un certo tipo di sonorità new-wave ritornate abbastanza prepotentemente alla ribalta (anche da noi, almeno a giudicare dalla location strapiena e con persone giunte da un pò tutto il nord Italia, come accadde al concerto della band di
Tom Smith lo scorso anno sempre al Palasharp).
Iniziano: alle 21:30 in punto si spengono le luci e, quasi in sordina, la band di New York attacca con
Success, traccia che apre anche l'ultimo disco, in modo atipico (non è certo un brano con un intro particolare o che si faccia particolarmente ricordare) ma efficace che sembra rimanere sospeso, come un ponte, a costruire una tensione che termina solo quando si stagliano nitide le forme decise ed il ritmo serrato di
Say Hello To The Angels. Giusto il tempo di ambientarsi, quindi, che si alzano i livelli con
Narc,
Lenght of Love.
La scaletta alterna brani eterogenei, passando con disinvoltura da un album

all'altro:
Summer Well, Rest My Chemistry (fantastica),
Slow Hands, un trittico da urlo che infiamma il pubblico; poi
NYC, Barricade,
Take you on a Cruise, PDA (brano dalla classe inossidabile) fino a
Memory Serves, uno dei pezzi più belli dell'ultimo disco, del quale viene proposta per intero la prima parte (a mio parere la migliore).
Il carisma e la algida figura di
Paul Banks con la sua voce baritonale, cupa e malinconica, si stagliano sul palco, alle spalle il tocco potente di
Sam Fogarino alla batteria, ai lati, la chitarra di un saltellante
Daniel Kessler è sempre tagliente, , mentre
David Pajo al basso fa il suo in maniera oscura (anche perché quasi sempre completamente avvolto dai fumi di scena che saranno una costante per tutto il concerto).
Particolarmente intenso il bis: dopo una suggestiva
The Lighthouse, si chiude in crescendo con le affilatissime
Evil e
The Heinrich Maneuver.

Il concerto termina dopo un ora e mezzo scarsa: ok, un pò poco tenuto conto che non hanno fatto pezzi come
Leif Erikson o
Roland e soprattutto una delle mie preferite:
Obstacle 1. Precisi ma emozionanti, elegantemente distanti ma assolutamente coinvolgenti allo stesso tempo, esco con la convinzione di aver assistito alla conferma che vedere gli Interpol dal vivo sia un'esperienza assolutamente imperdibile.
Ubaldo Tarantino
Video by Ubaldo Tarantino (wally66100)Interpol - - Live @ Palasharp - Milano - 17-11-2010 Evil
Barricade Rest my chemistryNarcSumer SwellThe Heinrich Maneuver
Nessun commento:
Posta un commento