domenica 5 settembre 2010

Letture: DRUGS ARE NICE / Le droghe fanno bene, di Lisa Crystal Carver ... by Crizia Giansalvo

Per essere pubblicato in Italia abbiamo dovuto aspettare cinque anni. Il padre di Lisa è andato in prigione quando lei aveva sei anni. Quasi lo stesso lasso di tempo, ma con risultati diametralmente opposti. Noi in questi anni siamo scivolati in un abisso dove la privazione sembra essere l'unica soluzioni ai nostri mali, mentre Lisa tentava disperatamente di risalire dalla voragine di libertà in cui era stata trascinata dal padre. La figura genitoriale sarà il punto di riferimento costante nella sua vita. Davanti aveva un padre e un assassino, ma anche l'unica persona capace di metterla in gioco, capace di metterla davanti il tragicomico segreto dell'esistenza : non siamo nessuno, non abbiamo nulla da perdere, tanto vale oltrepassarlo il limite.
Crescendo, Lisa volgerà lo sguardo sempre verso il margine della vita sociale. Adolescente strana, vista con occhio cattivo anche dalla popolazione alternativa scolastica, trova nella outsider Rachel la figura perfetta per prendere le veci del padre. Dalla loro amicizia, dai loro lunghi viaggi on the road per gli Stati Uniti nasceranno le SuckDog, collettivo dedito a creare un'arte, musicale e figurativa, che esuli dagli schemi e sia volta a shockare il pubblico. La musica è un contorno distorto e rumoroso, colonna sonora di rappresentazioni teatrali di storie dove la sessualità e la violenza hanno il sapore più aspro dell'infantilità.
Le guide spirituali saranno personaggi come GG Allin (il primo album delle SuckDog si intitola Rape GG) conosciuto casualmente in una stazione di autobus, di cui Lisa, nel corso del libro, darà il ritratto più umano dell'artista che sia stato mai scritto.
Dopo essersi trasferita a Parigi e aver sposato Jean Louis Costes, Lisa inizia una vita tra prostituzione e giornalismo, per il magazine Dirt e la fanzine da lei creata Rollerderby, oltre a condividere il palco con il marito. Lo stile e le interviste di Lisa colpiranno i direttori delle più importanti riviste americane. Celebre sarà la sua rubrica dove racconta in prima persona le sue esperienze sessuali. In questi anni entra anche in contatto con artisti come Dame Darcy, e Nick Zedd.
Finito il matrimonio con Costes, si lega al controverso Boyd Rice dal quale avrà un figlio nato con una malformazione genetica. Quando anche la vita domestica diviene violenta, Lisa decide di dover affrontare un cambiamento, iniziando da se stessa. Riprendendo una frase di Dostoevsky “ in molti casi le persone, anche le più malvagie , sono molto più naive e buone di cuore di quello che pensiamo. E questo vale anche per noi stessi” Lisa ci traccia un percorso di crescita, personale e come artista, di una donna che cerca un senso di normalità fiera di un passato vissuto al limite che, se non diventa per lei ingombrante, sarà comunque un qualcosa da cui riscattarsi per il futuro del figlio. Con una scrittura cruda, ironica ed estremamente cerebrale, la “Hunter S. Thompson in gonnella” come l'ha definita Wired Magazine, ci offre uno spaccato di vita generazionale, la storia di una scena underground, quella degli anni ottanta, che inizia ora ad essere approfondita.
Le droghe, il sesso e la violenza sono riportati da Lisa con una dolcezza schietta, senza mai cadere nel facile tranello di regalare aneddoti scabrosi che sveglierebbero più una curiosità effimera che altro.
Le parole e il mondo della Carver scavano dentro leggeri, come il fantastico dialogo finale con l'amica Rachel. Poteva essere facilmente un libro maledetto, un racconto disperato, ma è impossibile ignorare quel contorno infantile, quel saper guardare il mondo con gli occhi di chi quel posto ha saputo fotterlo vincendo ed è pronta a sotterrare l'ascia di guerra alla ricerca di una serenità dove la normalità può anche non spaventare.

Crizia Giansalvo 

6 commenti:

URSUS ha detto...

Tutta sta roba mi ha rotto le palle...siamo giunti ad un nuovo conformismo in cui la cosidetta "trasgressione" rappresenta solo un altro modo di essere banali e intruppati,esattamente come quei biechi moralisti che vedono solo i vecchi sentimenti (ipocriti) della tradizione per continuare a giustificarsi.
La droga fa malissimo,sopratutto alle coscienze di chi la prende perchè non sa affrontare la propria realtà,non quella imposta dai modelli imperanti ma quella nostra INTERIORE,che non ha bisogno di artifici chimici o ideologici per potersi esprimere...la droga è SCHIAVITU',non libertà.

Right On! ha detto...

Ursus,
credo che tu non abbia letto l'artico,
prima di commentare negativamente o positivamente un articolo o qualunque altra roba,
bisogna prima leggere.
nessun tipo di istigazione all'uso della droga o accenno alla positivita' del suo uso è stato fatto in questo articolo,
si è solamente raccontato delle "SuckDog" ,
"Drugs are Nice" è il titolo dell'album. ( che ti consiglio di ascoltare)
peace

Right On! ha detto...

Ursus,credo che tu non abbia letto l'artico,
prima di commentare negativamente o positivamente un articolo o qualunque altra roba,
bisogna prima leggere.
nessun tipo di istigazione nell'uso della droga o accenno alla positivita' del suo uso è stato fatto in questo articolo si
è solamente raccontato delle SuckDog , "Drugs are Nice" è il titolo dell'album.( che ti consiglio di ascoltare)
peace
Right On !

Crizia ha detto...

Ciao Ursus,mi trovi completamente d'accordo col pensiero che esprimi. Proprio per questo,devo fare una piccola difesa su questo libro. Il titolo è sicuramente forte e provocatorio, d'altronde stiamo parlando di una di quelle artiste che non si è mai risparmiata sia su un palcoscenico, sia sui vari giornali per cui ha scritto.(Le sue interviste negli anni '90 divennero famose proprio perchè il suo obiettivo,come lei ha spiegato, era "mettere a disagio le persone") Ha semplicemente fatto della sua sfrontatezza un punto di forza probabilmente,come molti altri artisti,per nascondere timidezza e paura verso "le persone". C'è un bellissimo passaggio riferito a GG Allin,dove analizza proprio questa paura e si conclude con una frase "Probabilmente trovare il tuo destino non ti aiuta a risolvere i tuoi problemi personali". Io apprezzo quest'artista proprio perchè ha avuto la forza di risolverli i suoi problemi. Nel libro non è presente vittimismo spicciolo, non ci sono racconti specifici di esperienze con droghe (anzi,viene solamente nominata e anche di rado) ma è una bellissima testimonianza di una persona che viene da un mondo distante anni luce dal mio.Proprio per non avere io personalmente una visione del mondo dualistica,per non dividerlo in bene/male,trasgressivo/tradizionale,giusto/sbagliato,con tutti i relativi precetti e preconcetti,non avrei mai potuto scrivere bene di un libro che sta a questi facili giochi. E' un libro che spiega le sfumature,a mio avviso.E di testimonianze così ce ne sono poche.
Spero vivamente che correrrai a leggerlo e potrai vederci la stessa cosa che ho visto io.
Un saluto

URSUS ha detto...

Io non l'ho letto,in verità...anche perchè da anni leggo solo FUMETTI...ma mi è capitato di sfogliarlo e per un momento,mentre ne scorrevo le pagine,mi sono tornati in mente i volti di tutti gli amici,vicini o lontani (anche di quelli che ho conosciuto solo attraverso i dischi o le proprie opere d'arte) che ho visto morire o che ho visto scendere ai livelli più bassi della degenerazione umana,per colpa di determinate sostanze...a mio parere in una logica perfettamente funzionale al sistema,che preferisce vederci cadaveri ambulanti in preda a certi deliri,piuttosto che persone consapevoli e VIVE (quindi socialmente pericolose)...al di là del valore letterario,che non discuto,trova che certe letture in mano ad alcuni individui(sopratutto in una fascia di età medio bassa)funzionino come una bomba ad orologeria:prima o poi esplodono...e queste esplosioni producono gli effetti che ieri vedevamo per le strade,con un'intera generazione di ex-ribelli ridotta in cenere,ed oggi nelle discoteche,nei rave-party e nelle stragi del sabato sera...forse con un titolo diverso piacerebbe anche a me,al momento non mi attrae assolutamente.

Anonimo ha detto...

"la droga fa malissimo", e la virtù sta in mezzo. yeah. ma come non scorgere nella contrapposizione - tra quanto dichiarato (verbalmente) dal titolo) e quanto illustrato dall'immagine di copertina - una poderoso effetto antifrastico? l'antifrasi, definita come la più aggressiva e più esplicita forma di ironia, è in realtà un comunissimo espediente espressivo, secondo il quale definiamo "splendida giornata" quella in cui ci è andato tutto storto, o "grande prestazione" una sconfitta catastrofica.