
Salgono sul palco e attaccano uno strumentale, ma senza Leighton Koizumi. Mi chiedo: ma loro sono i Morlocks? O sono solo la band che accompagna Koizumi? Dopo qualche decina di secondi entra anche lui, personificazione vivente e attiva del garage-punk, unico rimasto della formazione che nel 1985 registrava Emerge e da allora sua (inquieta) anima. Dopo che l'intro iniziale si trasforma rapidamente in un solido riff ricavato da quello su cui cantava e suonava Sonny Boy Williamson, con voce per niente implorante Koizumi attacca Help me, del grande armonicista e secondo brano di “... play Chess”. Il tono della sua voce esprime già da solo il modo

E la band? Lo segue: non e' facile essere all'altezza di un tale marchio, bisogna essere tagliati e averci preso abbastanza confidenza. Ma mano a mano che i pezzi si susseguono, che la confidenza la abbiano presa si sente. Sitting on the top of the world, altro standard Chess rivisto e Burn me out, dal penultimo cd "Easy listening for the underachiever" scaldano mani e muscoli a sufficienza per una Killing floor di Howlin' Wolf, sempre brano Chess, cosi' diversa dall'originale e cosi' potente, live ancora di piu' che registrata, da non poter essere che il risultato del lavoro dei

Racconta al LA Week Larry Pops, il chitarrista con la Rickenbacker e tanti ricci in testa, che prima di registrare "Morlocks play Chess" hanno ascoltato anche fino a 50 cover di ogni pezzo (tante ne esistono per alcuni), ne hanno poi suonate anche fino a 5 proprie versioni diverse e alcune poi le hanno pure totalmente riarrangiate, per sentirsele comode: un grosso lavoro di gruppo, che ha fatto maturare un suono loro e collettivo, dei Morlocks.
Suono che ovviamente non puo' che essere indirizzato dalla personalita' di Leighton, alla quale per forza gli altri della band fanno riferimento. Cosi' se lui si contorce, percorre il palco su e giu', salta, fa roteare l'asta del microfono, gli altri non sono da meno, trasformando anche in espressione corporea l'andamento dei suoni che escono dagli strumenti e dalla voce. Ma tutto con professionale controllo del risultato, nella resa dei pezzi non ci sono sbavature, approssimazioni, gigioneggiamenti a copertura . Alla batteria Marky Arnold e' solido ma vario, per niente scontato nei ritmi, il basso di Joe Baluta (portato a un'altezza che da noi i rocker non osano) lo segue e integra, non limitandosi sempre alle note fondamentali.

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Dopo oltre 20 pezzi i Morlocks (non “la band di Koizumi”) lasciano il palco, inseguiti da qualche rompiscatole che vuole parlargli. Leighton chiede 10 minuti di
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Poi anche Koizumi si lascia coinvolgere in una conversazione leggera, con mezzi sorrisi quando si accenna all'eta' sua e al prossimo (allora) suo matrimonio, per poi prendere di peso Larry Pops, che passava lì accanto e sostituirlo a se' stesso per continuarla (d'altronde, il leader e' sempre lui ...).
Claudio Decastelli
Gustavo Boemi, foto e video Enrico Laguardia, collage e foto
Boom Boom (01/09/2010, United Club Torino, di Gustavo Boemi)
http://www.youtube.com/watch?v=uYnJurTqGe0&feature=player_embedded#!
Smockestack Lightning (da Morlocks Play Chess)
http://www.youtube.com/watch?v=FVG8BVfWYic
Help Me (da Morlocks Play Chess)
http://www.youtube.com/watch?v=bernRIPw9e4&feature=related
Dirty Red
http://www.youtube.com/watch?v=WHLXhQMu3ds&feature=related
Sex Panther
http://www.youtube.com/watch?v=usZjdUDzzyQ
My Friend the Bird
http://www.youtube.com/watch?v=LujFM85b05Q&feature=related
http://www.myspace.com/themorlocks
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