domenica 5 settembre 2010

LIVE REPORT: DEMOLITION DOLL RODS, 8/12/1999 Stop Over Pub (Bari), by Wally Boff


Elvis registrò That's Allright Mama nel luglio del 1954 e già dalle prime volte che comparve in tv l'America puritana e conservatrice si sdegnò per i suoi ancheggiamenti e sorrisi allusivi, sembravano un invito esplicito al sesso ed a torbidi comportamenti.
Sono passati 55 anni e chissà quante volte avrete letto da allora nelle cronache, nelle recensioni musicali quanto il rock&roll (quello vero) abbia conservato e potenziato orgogliosamente nella musica, nei comportamenti, nei testi questa lurida ed esecrabile componente sessuale.
Le DEMOLITION DOLL RODS sono un trio proveniente dalla bigotta America, Detroit, formatosi nei primi anni '90: Margaret (vocals, guitar), Danny (guitar, vocals) e Christine (drums) sono già passati alla storia come l'act più 'nudo' e 'spogliato' della storia del rock. Era uscito il loro primo fondamentale album, Tasty (1997) carico di eccitazione elettrica punk e di glam appiccicoso: sin dalle loro prime esibizioni di rock da postribolo, madide di sferragliante rock primitivo e minimale hanno mostrato di prendere alla lettera il retaggio libidinoso ed oltraggioso del rock&roll inaugurato da Elvis nell'America polverosa e campagnola dei primi anni '50, presentandosi in scena con addosso lo stretto necessario, Margaret e Christine in tanga con delle stelline di stoffa incollate sui capezzoli, a volte (quando le vidi dal vivo la prima volta) solo con della schiuma da barba sui capezzoli.
L'androgino, sculettante Danny alla chitarra (slippino e basta) con le sue contorsioni impossibili non é comunque da meno delle conturbanti provocazioni sessuali ed erotiche emanate dall'ex spogliarellista Margaret durante il concerto.
Sfogliando qualche giorno fa una copia di Uoz'Ap?, coraggioso mini-magazine cartaceo barese nato allo scoccare del secondo millennio sul quale scrivevo ho ritrovato la mia cronaca del concerto pugliese fine 1999 delle Demolition Doll Rods: nella speranza di risvegliare l'interesse intorno a questo 'unico' e mai eguagliato trio, che non fa parlare di sè dal 2006 (anno di There Is a Difference, ultima loro incisione e del loro terzo tour italiano) se non per i progetti solisti di Margaret Dool Rod vi propongo il mio live-report.
Naturalmente a fine articolo troverete come sempre links alla band ed ad alcuni loro brani (in puro brodo lo-fi): le parole vanno tradotte in suoni, eccitamento ed emozioni.

'Le Demolition Doll Rods si erano già esibite nel gennaio 1998 all'Hype Pub di Trani (Bari). Il concerto dell'8/12/99 allo Stop Over di Molfetta é stato una calda conferma di quanto visto e sentito in quell'occasione. In due anni i tre non hanno modificato né l'impatto visivo basato su una sfrontata 'naturale' esibizione dei loro corpi, né quello rockistico, che continua imperterrito a vivere di richiami intrecciati alla migliore tradizione oltraggiosa '60 e '70s americana e di Detroit in particolare (la città che li ha sputati fuori) ma anche al rock&roll primigenio dei '50s.
La voce aggressiva e sguaiata di Margaret Doll Rod riporta ai tempi del glam-rock targato CBGB's e Max's Kansas City; nei soli lancinanti, nelle corde tirate allo spasimo di Dan Kroha (ex Gories) rivivono l'urlo dilaniante di Ron Asheton ma anche i riffs immortali di Chuck Berry e Keith Richards. Ma altri aggressivi seminali ectoplasmi sonici si aggirano nella loro formula sonora rigorosamente lo-fi (due chitarre ipnotiche e selvagge/ basso assente / percussioni minimali e metronomiche): Cramps..Velvet Underground...New York Dolls.
Questo é il merito maggiore di bands come Demolition Doll Rods: mantenere in vita con costanza indefessa l'essenziale spirito punk insito nel rock americano più basico, e non é poco di questi tempi.
L'8/12 sono apparsi comunque meno caotici e più definiti di due anni fa (almeno questa é stata la mia impressione!), nel sound come nella struttura dei nuovi brani eseguiti tratti dal secondo album TLA, merito forse del maggior apporto vocale e chitarristico della procace Margaret, una sventola da sballo credetemi...ci ho fantasticato su (???) non poco nei giorni seguenti.
I momenti più bollenti dell'act sono stati senz'altro Psycho Kitty, torbido e vizioso, con un lungo incredibile wah wah-solo di Dan, e la stravoltissima Spoonful (celeberrimo blues di Willie Dixon), cover che già due anni fa avevano dato in pasto ad un pubblico esterefatto (soprattutto i maschietti sotto il palco, con l'occhio allungato sulle rotondità arrapanti di Margaret!), sovraccarica di noise e puro caos'.

Qui sotto trovate la discografia di D.D.Rods: io consiglio agli interessati di cercare anche un DVD del 2007 edito dalla Munster Records, LET YOURSELF GO (Live at El Juglar, Madrid/2006): vi troverete la lussuria da bassifondi di Queen Bee Drag Racin', ammiccamenti da travestiti di marciapiedi; il garage trashizzato di Open Up Your Door; e poi Get It On, How Does It Feel To Feel sino ad una cover ultra-anfetaminica di Heroin.


P. Wally Boff

Demolition Doll Rods Discography
1997 Tasty (In the Red Records)
1999 T.L.A. (Matador)
2004 On (Swami Recordings)
2006 There Is a Difference (Swami Recordings)



Iggy Pop's T.V.Eye
http://www.youtube.com/watch?v=6HvE9ia3Wm8&feature=related
Hey You
http://www.youtube.com/watch?v=C7Enwnn-P7s&feature=related
Get It On
http://www.youtube.com/watch?v=FPhXJSV9vBc&feature=related
Psycho Kitty
http://www.youtube.com/watch?v=G9BMaV76zQQ
Open Up Your Door - Live in Detroit
http://www.youtube.com/watch?v=zgfBJ2U8eNk&feature=related
http://www.nestorindetroit.com/Demolition%20Doll%20Rods/demolition_doll_rods1.htm
http://www.myspace.com/demolitiondollrods

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