
Gli Zen Circus da Pisa sono una delle migliori rock bands italiane, un collettivo formato nel lontano 1994 con una carriera musicale in costante e progressiva ascesa: sono nati per volere di Andrea Appino, voce inconfondibile oltre che chitarrista del gruppo, Ufo poi al basso e Teschio alla batteria. Si fanno chiamare inizialmente Zen poi mutato rapidamente in un più personale Zen Circus già dal secondo lavoro. I primi tre dischi sono cantati in inglese, le prime tracce in italiano si trovano nel quarto lavoro dal bizzarro titolo "Life and opinione of Nello Scarpellini, Gentlemen". L'arrivo di Karim Qqru al posto di Teschio segna un punto di svolta per la band, che grazie ad un intensa attività live si fa conoscere in lungo e in largo nella penisola, soprattutto per il tour di spalla ai Violent Femmes, il cui bassista Brian Ritchie conquistato dalle sonorità dei pisani decide di lavorare con loro producendo il quinto lavoro "Villa Inferno", probabilmente il vertice della loro produzione cantata in inglese, con ospiti deluxe come Jerry Harrison, Kim Deal,

Il titolo del nuovo album "Nati per subire", potrebbe far pensare ad un ascoltatore distratto ad un disco punk, in realtà del punk gli Zen Circus hanno la stessa rabbia repressa ma non la velocità e lo spirito nichilista tipico ad esempio dell'hardcore, preferendo graffiare con le parole, crude ma ironiche al punto giusto, una struttura delle canzoni in puro stile cantautoriale degli anni d'oro italici, settanta e dintorni.


"nato per usare gli altri a proprio piacimento / nato per restare a fissare il pavimento / nato già fregato, amato e poi dimenticato / con la camicia blu ed il colletto inamidato / sei nato per subire, te lo ricordano i bambini / già stronzi e come te, dei futuri soldatini / l'innocenza è dei bambini, la purezza degli dei / ma l'innocenza non esiste e gli dei siamo noi", 3'50" di grandissimo impatto, da brividi.
Non c'è un attimo di pausa in questo perfetto settimo lavoro degli Zen Circus, Atto secondo è una precisa e non troppo velata dedica-frecciata ai razzisti-xenofobi leghisti padani: "agli sceriffi di paese, con la casetta verde / che fa rima con "merde", poi l'altrettanto ironica

I Qualunquisti, ed il titolo spiega già tutto, il refrain è da pogo sotto il palco
"pensa poco e ridi scemo che la vita è un baleno / ridi scemo e bacia tutti, prima o poi son tutti morti / ridi scemo e di gusto che sei nel paese giusto / ridi pazzo e piangi forte / e tira a campare".
La democrazia semplicemente non funziona, titolo emblematico e realista è una splendida ed amara ballad, con parole pungenti e dirette
"il fascino indiscreto della mia pazzia" e "che bel momento per i miei coglioni" oltre ad un amara riflessione finale "mi dicevi che ero nato per subire", ed anche Il Mattino ha l'oro in bocca parla di nottate alcoliche e quindi "la tua libertà è tirare a far mattino". Franco è una canzone di rabbia con un testo importante, qui la vittima sacrificale è un Rumeno che lavora in uno dei tanti magazzini italiani, uno di quelli che certe persone al governo vorrebbero più volentieri al paese suo che a guadagnarsi il pane qui da noi, ed infatti: "lo prendono per il culo / perché è franco, è brutto come pochi / è vestito male, è gobbo ed è quattrocchi / dorme in macchina o in magazzino / dipende dalla stagione / per questo puzza anche parecchio",
parole tristissime e affilate come un rasoio.

Proseguendo l’ascolto, Milanesi al mare, con intro di chitarra in stile Verlaine/Television sbeffeggia un noto tormentone estivo di qualche stagione fa "che ora basta lavorare / tutti sotto questo sole / il sole del lavoratore / come milanesi al mare / che ora basta devo andare" e poi Ragazzo Eroe e Cattivo Purgatore chiudono alla grande il disco. La prima, musicalmente dalle parti degli amati Violent Femmes, contiene altri versi significativi "vieni con me / ti porto in un posto che / tu intanto picchia, bevi e sbava, sbaglia tutto mantenendo un certo stile / il belpaese ha bisogno di te" e "ragazzo eroe livornese / ti ci vedi a fare il portuale? ma vuoi mettere starsene al mare?" mentre l'ultima è un altra drammatica song senza speranza, da no future, con
"tua moglie è incinta e pulisce le scale / dai suoi ha ereditato la casa popolare / la tele vi aiuta a passar le serate / col megaschermo e le calze bucate / chissà che cos'è che non ha funzionato / il futuro te l'han pignorato, è andata così"
In coda al pezzo una hidden track con archi e violini più adatti ad un funerale che un disco rock, una giusta messa funebre per la nostra penisola sempre più inabissata

Se tutto il rock nostrano scorresse a questi livelli meriterebbe un attenzione cento volte più grande, per il momento godiamoci questo "Nati per subire", sicuramente il miglior disco italiano di questo 2011.
Ricardo Martillos
LA TEMPESTA DISCHI/ZenCircus
Nessun commento:
Posta un commento