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L’onda lunga del quarantennale della morte di Jim Morrison in questo 2011 si è conclusa con l’esibizione recentissima (9 Luglio) degli ‘anziani’ Robby Krieger e Ray Manzarek con comprimari al Doors Day, nell’ambito della 32° edizione del Festival blues di Pistoia. Ma un’altra iniziativa concomitante sta facendo parlare di sé dai primissimi giorni di questo torrido luglio: la pubblicazione, in allegato al quotidiano L’Arena di Verona, del primo tributo italiano a Jim Morrison & The Doors, realizzato dall’operosa Davvero Comunicazione di David Bonato in collaborazione con Azzurra Music; disco che per la cronaca é stato presentato all'Orange Jazz Bar subito dopo l'esibizione dei Doors a Pistoia.
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Si tratta di 15 covers di altrettanti famosi brani della grande band californiana, eseguite da bands/cantautori tutti del milieu musicale veronese. Questi i fatti, ma veniamo ai contenuti di questo cd miracolosamente ‘piovuto’ da Verona nel profondo sud da cui scrivo: assegnando per scontato al progetto ed alla incredibilmente frastagliata scena rock veronese - mobilitata ‘simpaticamente’ da Bonato e dalla sua agenzia - il merito non da poco di essere la prima volta che artisti italiani si ‘esprimono’ sull’iconico materiale Doors, il tributo suscita non poche perplessità
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in relazione proprio al loro approccio alle songs epocali dei Doors: non basta l’introduzione dell’elettronica, la programmazione degli archi, o cambiare, a seconda della band impegnata, armonia, arrangiamento, linea melodica, tempo, linea vocale per riattualizzare in modo convincente
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e personalizzare un’eredità compositiva così magnetica e peculiare. Il pericolo incombente è quello di avere come risultato tutt’altra cosa: è la trappola in cui cade più del 50 % delle bands impegnate nel tributo, approntando rivisitazioni sofisticate e gradevoli alcune, del tutto fuori contesto ed artefatte altre, ma fatalmente in ogni caso troppo lontane dallo spirito originale. Non si può rimanere indifferenti (e contrariati) di fronte all’insulso e completamente fuori contesto arrangiamento funky di
Moonlight Drive (Cinemavolta),
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ad una
Riders on the Storm (Ex) che dopo un’inizio promettente si caccia in una trappola hard senza né capo né coda, ad una
The End (L’Or) di 3:25 talmente trasfigurati - e neanche poi tanto male - che però tutto sono meno che il brano in questione, manco se mi minacciassero con un martello … ah ah ah! Completamente sbiadita e depauperata dell’ originaria furia interpretativa anche la
Love me two times degli Allborn, orribile il trattamento riservato dai Bullfrog a
Roadhouse Blues, in chiave british-hard-blues scrivono loro, stoner ‘tamarro’ dico io!
Non male Aperegina con una ‘decente’
Take it as it comes, a patto che non vi scandalizziate per il trattamento ‘sintetico’
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riservato alla parte centrale tastieristica. Anche l'arrangiamento acustico riservato dalle Cherry Lips alla dolcissima e perversamente romantica
You’re Lost Little Girl è decisamente indovinato ed accattivante, Stefania Parks la canta con molta classe, il risultato riesce addirittura ad accrescere il fascino malato del brano. I No3Dame tentano l'impossibile e ci riescono: rendere la ribelle e sconvolta
Break on Through un piacevolissimo brano di moderno trip-hop, arrangiato benissimo - ne hanno di fantasia questi ragazzi - anche in questo caso però siamo lontanissimi dal mood originale. Ma soprattutto non dispiacciono le rivisitazioni degli unici due cantautori veronesi coinvolti nell’operazione: John Mario, che propone una
Wishful Sinful rispettosa del meraviglioso abbandono interpretativo morrisoniano che
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caratterizzava l’originale, anzi lo esalta con un trasporto rock para-psichedelico degno dei migliori Dream Syndicate, anche se lui nelle liner notes tira in ballo i Crazy Horse di Neil Young. Poi Ruben: di fronte alla sua inconfondibile ‘leggerezza’ vocale ed interpretativa, all’indovinatissimo riff chitarristico ‘younghiano’ con cui è trattata
Light My Fire, non ci si può che arrendere e tirare un sospiro di sollievo dopo tante inutili ‘forzature’, compresa l'altra 'pretenziosa' versione del classicissimo dei Doors ad opera dei Methodica, con accenti mistico-progressivi. E se vi dicessi in conclusione che gli unici che mi hanno esaltato
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davvero sono i Manuels, ovvero l’unica The Doors Tribute Band presente nella compilation, con la loro incredibile, tesa, lisergica, estremamente fedele all’originale
When The Music’s Over di 11:22? Mi giudichereste un restauratore integralista, un passatista? Beh sono disposto a correre il rischio, perché ho già pronta la risposta, meglio un’ottima tribute-band che dei cattivi manipolatori … dimenticavo: i Manuels sono davvero enormi!
Pasquale ‘Wally’ Boffoli
(Foto dall'alto in basso: Aperegina, Cinemavolta, Methodica, Ruben, Cherry Lips, John Mario, Manuels)
David Bonato Davvero Comunicazione
Tracklist:
01. Light My Fire / METHODICA
02. Break On Through / NO3DAME
03. People Are Strange / COLORE
04. Moonlight Drive / CINEMAVOLTA
05. You're Lost Little Girl / CHERRY LIPS
06. Maggie M#700;Gill / FACCIASCURA
07. Five To One / NEXUS
08. Riders On The Storm / EX
09. The End / L'OR
10.Take It As It Comes / APE REGINA
11. Wishful Sinful / JOHN MARIO
12. Roadhouse Blues / BULLFROG
13. Love Me Two Times / ALLBORN
14. When The Music's Over / MANUELS
15. Light My Fire / RUBEN
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