giovedì 30 giugno 2011

PROFILES - JAMES GRAHAM BALLARD (1930 - 2009)

Ed eccola la tanto attesa monografia, più volte annunciata, di James Graham Ballard, considerato da molti lo scrittore più profetico del XX secolo, in buona compagnia di William Burroughs. Non é la prima volta che ci occupiamo di Ballard, questa volta però il contributo di Alfredo Sgarlato è ben più corposo, tracciando l'evoluzione creativa ed ispirativa dello scrittore nella prima parte, i suoi rapporti intriganti con l'immaginario rock nella seconda ed infine nella terza - questa davvero una sorpresa - scrivendo un racconto 'alla sua maniera'. Buona lettura! (wally boffoli)

James Graham Ballard: la vita, l'opera
James Graham Ballard è stato il più originale scrittore inglese del secondo ‘900. Nato a Shangai nel 1930, figlio di diplomatici, durante la guerra fu fatto prigioniero e internato in un campo di concentramento, una delle esperienze che hanno segnato di più la sua vita. Nel ’46 la famiglia torna a vivere in Inghilterra, paese “di cui capivo la lingua ma non sapevo nulla”, afferma in un intervista. Vorrebbe diventare psicoanalista, ma dopo 2 anni abbandona l’università col sogno di fare lo scrittore. Infatti già nel ‘51 vince un concorso con un racconto poliziesco-politico.
Per mantenersi decide di arruolarsi nella RAF. Durante la ferma si appassiona alla fantascienza. I suoi preferiti sono Sheckley (per il suo humour), Bradbury e Leiber (altro psicoanalista mancato). Quindi inizia a lavorare come redattore in riviste scientifiche. Nel 1956 il primo racconto pubblicato: 'Prima Belladonna'. È un’ opera sorprendentemente matura, il primo di 9 racconti ambientati a Vermillion Sands, decadente località di villeggiatura popolata di artisti narcisi e dark ladies, dove le piante cantano, le statue crescono, le case cambiano forma secondo l’umore del proprietario. È un ciclo che Ballard continua sino al ’70.


I racconti di Ballard spiazzano il pubblico, e dal poco che ho scritto ve ne sarete già fatti un idea. È difficile catalogarli come fantascienza, la componente futuristica è minima, spesso solo lo sfondo o il pretesto (e questo fa sì che non siano invecchiati), sono più vicini al fantastico puro di Kafka e Borges, a volte sembrano la narrazione di un quadro surrealista. A Ballard interessa soprattutto la mente del protagonista, l’ “inner space”(in opposizione all’ “outer space” di cui in genere si occupa la fantascienza classica). Molti i simboli ricorrenti: la sabbia, il mare, la spiaggia, gli orologi, le costruzioni che imprigionano (tombe, cubicoli, grattacieli…).
Nel 1962 il primo romanzo ‘Il Vento dal nulla’ (The wind from nowhere), la sua opera più vicina alla FS propriamente detta. Curiosità: un episodio si svolge ad Alassio, in Liguria. È il primo di quattro in cui si ipotizza la distruzione di gran parte della terra da parte di una catastrofe naturale: seguono ‘Deserto d'acqua’ (The drowned world), ‘Terra Bruciata’ (The burning world), ‘Foresta di cristallo’ (The cristal world). Il successo dei romanzi fa sì che Ballard diventi scrittore a tempo pieno. Ma nel ‘64 avviene l’altro episodio tragico che segna la sua vita: la morte della moglie in un incidente. Non si risposerà. Negli anni ’70 riduce la produzione di racconti e pubblica una serie di opere discusse: ‘La Mostra delle atrocità’, una serie di 15 racconti brevi sperimentali, teoricamente pornografici (secondo Ballard la pornografia e la FS sono i generi letterari più validi e ricchi di possibilità), più vicini a William Burroughs che alle opere del passato. In questi racconti si inaugura quello stile tipicamente “post moderno” in cui personaggi famosi (Marylin Monroe, Liz Taylor, Ronald Reagan) si mescolano a quelli inventati, caratteristica che sarà poi tipica di Pynchon, De Lillo, Eco.

‘Crash’, storia di un gruppo di persone sessualmente attratte dagli incidenti stradali, anche questo inteso da Ballard come un testo pornografico, ma la cui lettura sembra più quella di un manuale di chirurgia, con gli effetti immaginabili, da cui David Cronenbergh trae un buon film nel 1996.
‘Il Condominio’, storia di un edificio di lusso i cui abitanti sono rigidamente divisi in classi (ma senza poveri, si va dai benestanti ai ricchissimi), dove l’antipatia istintiva tra i condomini diventa una vera e propria guerra civile. Il suo libro più violento e profetico. Negli anni ’80 Ballard scrive 2 romanzi di ispirazione autobiografica, ‘L’impero del sole’ (portato sullo schermo da Spielberg nel 1987) e ‘La gentilezza delle donne’. Segue una serie di testi inclassificabili come genere, ‘Un gioco da bambini’, ‘Cocaine nights’, ‘Super Cannes’, ‘Il paradiso del diavolo’, ‘Millennium people’ che riprendono molti suoi temi preferiti, la rivolta delle classi agiate, l’attrazione per la catastrofe, il fascino dei leader psicotici, la violenza latente, qui visti più in chiave sociologica che in quella onirico-psicoanalitica dei racconti. Nel 2006 Ballard aveva annunciato di essere gravemente malato e di avere poco tempo davanti. Morirà il 19 aprile 2009. L'editore Fanucci ha pubblicati tutti i racconti in tre volumi e Feltrinelli sta pubblicando tutti i romanzi.

La bibliografia completa

J.G.Ballard ed il rock

Bisognerebbe fare uno studio su quanti e quali scrittori hanno influenzati la musica rock. William Burroughs, certamente, pensiamo a Soft Machine e Steely Dan, che riprendono suoi titoli o personaggi. Camus, senz'altro, ripreso da Cure e Tuxedomoon. Nabokov, perchè no? “Histoire de Melody Nelson” di Serge Gainsbourgh o “Two against nature” degli Steely Dan omaggiano Lolita. E poi c'è James Graham Ballard. La sua influenza sulla new wave è incontestabile. Pensiamo al brano che apre “Closer” dei Joy Division, si intitola The athrocity exhibition, come l'opera più discussa del nostro. E un gruppo chiaramente influenzato dai JD, The Comsat Angels prende il nome da un racconto del '68. Quindi varie canzoni di John Foxx, Creatures, The normal, Gary Numan (Down in the park)
Anche al di fuori della new wave il suo influsso si fa sentire: Vermillion Sands (vedi oltre) è sia il nome di una prog band giapponese che di un gruppo alternative italiano. Per non parlare del mondo “industrial” (Coil, Test dept, SPK...): un numero monografico di Re/Search, la bibbia del movimento viene dedicato a Ballard quando ancora la cultura ufficiale non l'ha accettato.


ADDIO A VERMILLION SANDS: Fiction by Alfredo Sgarlato

J.G. Ballard, è in assoluto uno dei miei scrittori preferiti. Nell'estate del 2008 ho finalmente letto (o riletto) tutti i suoi racconti. I più belli sono quelli ambientati a Vermillions Sands, bizzarro universo parallelo. Quando la primavera seguente Ballard è morto, ho pensato di fargli omaggio scrivendo un racconto alla sua maniera. Spero che non si abbia a male (dovunque egli sia) della mia pedestre imitazione.

Non so se sia stato un privilegio o una disgrazia essere presente agli ultimi giorni di Vermillion Sands. Da tempo quella che una volta era la più prestigiosa località turistica si era trasformata in un decadente museo. La gran parte della popolazione se ne era andata. Sulle grandi spiagge che facevano un tutt’uno col deserto si aggiravano solo vecchi freaks, di quelli che avevano rilanciato la moda degli abiti ecologici inerti, firmati ma comprati sulle bancarelle degli stracciai. Tra le dune le automobili distrutte in incidenti e abbandonate servivano da alcova per adolescenti alle prime esperienze sessuali. Eppure quel posto aveva tuttora il suo fascino e molte personalità continuavano a sceglierla come buen retiro. Nel quartiere dove avevo affittato una casa psicotropa, vivevano ancora bizzarre vecchie glorie, attrici come Marylin Monroe o Jean Seberg, dimenticate dal pubblico e dagli studios quando la loro bellezza era sfiorita. Orlan, l’artista concettuale che trasformava in performance le proprie operazioni chirurgiche. Strani personaggi come Ronald Reagan, mediocre attore che aveva tentato la carriera politica ed era stato clamorosamente sconfitto da un giovane avvocato liberal, Ralph Nader. O scrittori come P.K. Dick e J.G. Ballard, desiderosi di sfuggire al grande successo dei film tratti dai loro romanzi. Lì avevo anche aperto un negozio di profumi sonori. Una mattina nel mio negozio entrò Costanza Leiber, una delle molte dive che avevano vissuto una stagione di gloria per poi sparire. Non riuscivo a darle un età: aveva i capelli bianchissimi; il volto, grazie alla chirurgia plastica, era rimasto quello di un adolescente, mentre il corpo cominciava a mostrare le pesantezze della mezza età. Eppure manteneva un grande fascino.

Cominciò a venire spesso nel mio negozio. Prediligeva le fragranze percussive e balcaniche nello stile di Bartok e Stravinsky, ma nella sua eccentricità sceglieva persino gli aromi meno adatti ad una signora, come il profumo acido e tagliente di band tra post-punk e psichedelia. Un giorno mi fece una strana domanda: Lei ha la patente? Si, perché? – risposi – il mio autista è diventato inaffidabile, colpa della cocaina – mi disse lei. Accettai la sua proposta. Costanza soffriva di insonnia e voleva che la portassi in giro tutta la notte con la sua automobile, una vecchia Chevrolet Corvette Mako Shark. Non era un problema, perché a Vermillion Sands nessuno sarebbe mai entrato in un negozio prima delle 5 del pomeriggio, e quindi potevo recuperare. Costanza durante i tour parlava ininterrottamente, spesso bevendo gin. I suoi aneddoti erano confusi, molte volte ripeteva lo stesso racconto variando il ruolo dei personaggi. Una notte qualcuno ci tirò un sasso. “quelle connerie”, commentò la diva, mostrandosi più annoiata che altro. Il fatto si ripetè e non ci volle molto a capire chi fosse. L’Autista ci seguiva. Aveva anche una pistola, ma si limitava a prendere la mira, in genere verso l’infinito, con pose plastiche, in una patetica imitazione di James Bond.

Non so dire che rapporto ci fosse tra noi due. Forse, semplicemente, la sua voce monotona (cosa ben strana per un’attrice) mi ipnotizzava. Ma dopo un po’ le nostre gite cominciarono ad essere difficoltose. Continue raffiche di vento infastidivano la località. Se i surfisti erano felici (anche se un paio erano annegati), residenti e turisti erano sempre più infastiditi dal mutamento climatico. A un certo punto anche i tradizionali show di biplani acrobatici dovettero essere sospesi. La notte il vento non diminuiva, anzi, spesso fischiava più forte. Quando si alzava anche la sabbia diventava difficile vedere e quindi dovevamo fermarci. La cosa sembrava lasciare indifferente Costanza, a cui bastava poter sdilinquirsi nei suoi lunghi monologhi in mia presenza. Ben presto anche i surfisti fuggirono e ad abitare Vermillion Sands rimase solo la bizzarra folla dei dropouts. Del clima cambiato e del vento distruttore non pareva importasse granchè. Io e Costanza litigammo. Lei voleva continuare le gite notturne. Ma non vedi- ribattevo io- come il vento sta distruggendo tutto, i cornicioni che cadono, le statue canore abbattute? E allora? Qui non siamo già tutti dei caduti? Mi rispose lei. Non seppi dirle di no e continuammo a girare in macchina, ormai senza fare più soste, dato che il mio negozio non esisteva più, come bar, alberghi, ristoranti, e di tutto ciò non fregava niente a nessuno.

Quando la tromba d’aria definitiva arrivò mi ribellai e scesi dalla macchina, mettendomi a correre verso l’interno. Mi voltai indietro e vidi che i folli freaks di Vermillion Sands, Marilyn e Jean, Ronald e Orlan e tutti gli altri, invece di fuggire avanzavano verso le rovine, affascinati. Vidi l’Autista spuntare da chissà dove, riprendere il suo posto alla guida, e l’automobile di Costanza partire. Cercai di corrergli dietro per fermarli, mentre la sabbia cominciava a coprire tutto, ma qualcosa mi colpì alla nuca. Mi risvegliai in ospedale. Un infermiera pallida e sensuale mi disse che avevo passato qualche giorno in stato confusionale, ma non era nulla di grave e ben presto sarei stato dimesso. Mi feci portare i quotidiani più recenti, ma all’ingloriosa fine di Vermillion Sands, quella che era stata la più chic tra le località di vacanza, era dedicato solo un breve trafiletto.

Una curiosità finale: tempo fa ho visto in tv un servizio sui centri sociali legati all’estrema destra. Mi ha stupito molto vedere i nomi di Ballard e di Bradbury citati come ispiratori accanto ai prevedibili Celine, Pound, Evola. Mi sono scervellato per ipotizzare un motivo socio o psicologico per cui Ballard potesse piacere a un neofascista. Poi ho scoperto navigando in internet che è semplicemente perché Ballard immagina un futuro peggiore del passato, pur se generato da motivi casuali e non da fattori umani.

Alfredo Sgarlato

2 commenti:

alfredo sgarlato ha detto...

Una curiosità. Tempo fa ho visto in tv un servizio sui centri sociali legati all’estrema destra. Mi ha stupito molto vedere i nomi di Ballard e di Bradbury citati come ispiratori accanto ai prevedibili Celine, Pound, Evola. Mi sono scervellato per ipotizzare un motivo socio o psicologico per cui B. potesse piacere a un neofascista. Poi ho scoperto navigando in internet che è semplicemente perché B. immagina un futuro peggiore del passato, pur se generato da motivi casuali e non da fattori umani.

Anonimo ha detto...

se è per questo in un centro sociale nazi della mia città hanno la bandiera del Che ed ascoltano i Clash

SDH