Credetemi, non sto ricorrendo all’iperbole ma Luca Urbani ex Soerba con “Catodico Praticante”, secondo viaggio in solitaria, tira fuori un piccolo concept album con gli attributi, un fragile caposaldo d’elettro-delicatezza che ci fa intravedere – tra gli scuri di un presente musicale – un luminoso futuro cantautorale ad imput. Dopo l’avventura Soerba, l’artista Urbani – reduce sulla lunga distanza da quel felice “ElectroDomestico” uscito nel 2007 - torna a calcare la discografia alternative con quattordici percorsi umidi di pioggia acida wave, schermature synth-pop e tutta la liquidità tecnologica per sottolineare stati, pressioni e alienazioni cui si è sottoposti da quest’esistenza epilettica e priva di quella pompa ad intermittenza chiamata cuore; un disco che al contrario della stagione in cui si affaccia, mostra il colore grigio dell’inverno, della malinconia che s’intuba nel pensiero e fa riflettere, un elettro-pop “serio”, descrittivo, pieno di visioni ambientali, di retaggi amniotici che scorrono, si sviluppano e si lasciano assorbire come gocce ansiolitiche. In lontananza i Tiro Mancino di Zampaglione, un Morgan solitario e più discostato Riccardo Sinigallia che stanno ai bordi come ancestrali punti di collegamento e nelle immediate vicinanze sensazioni bisbigliate, confessate, come premesse d’obbligo per risvegliarci da un torpore che ci prende con la gentilezza della fregatura, con la tenerezza di un pugno; diversivo nelle giunture snodate orientali Pre-Potente, immenso tra i tasti di pianoforte in un climax soft-dub Immobile, amico nelle controvoci falsate L’illusione di un sogno, volatile ed irraggiungibile nel silenzio musicato nei due minuti e due secondi Tv cambio canale e nella risacca di pensieri, ricordi ed emozioni che affiorano come un bacio dato ad un fiore di prima mattina, appena spuntato dalla terra Sono felice. E poi ci sono quei tre punti di trasmissione Tv accesa, la citata Tv cambio canale e Tv spenta, che percorrono – dall’alto in basso – le vertebre di un album che accarezza il rifiuto all’omologazione e la pratica dell’auto-deficentilizzazione, e che ci insegue nelle nostre assenze. “Vorrei dirti tutto/Ma non lo faccio/ Vorrei dirti tutto/ Ma non ci riesco/ Vorrei lasciarmi andare/Vorrei poterti studiare/Ma so che questo non è amore/ E’ solo una proiezione/..”. Luca Urbani un Catodico Praticante unico nell’era della digitalizzazione global.Max Sannella
Chissà MaiDiscipline
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