domenica 26 settembre 2010

Folk, Acid Folk, Prog Folk e dintorni: artisti e brani scelti e commentati da Marcello Rizza; intro by Wally Boff

Noi di Music Box non ci facciamo mancare niente, perché amiamo tutte le valide e significative sfaccettature della storia del rock e della musica più in generale del passato millennio e del nuovo; non abbiamo preclusioni nei confronti di nessun genere e di nessun artista: ecco perché a furia di frequentazioni abbiamo capito che molte volte, in 
certi periodi storici, le definizioni e le etichette perentorie non funzionano molto.
Esiste ad esempio in ambito folk una zona d'ombra, tra la fine degli anni '60 e la metà dei '70, nella quale hanno operato sull'onda (parallelamente ma soprattutto subito dopo) della 'rivoluzione' psichedelica che aveva investito il rock, artisti che hanno avuto delle intuizioni felicissime nel momento in cui hanno messo al bando l'ortodossia (a volte con l'apporto in quegli anni diffuso di sostanze lisergiche) e sperimentato in virtù del libero flusso creativo.
Gruppi europei molto innovatori in campo folk saliti agli onori della cronaca come Fairport Convention, Steeley Span, Pentangle dimostrarono in quegli anni come la tradizione e la dimensione acustica potevano sposarsi molto bene con il rock e le chitarre elettriche, con sfumature jazzistiche, con il pop. La stessa operazione che aveva portato a termine tra il '65 ed il '66, tra non poche polemiche, Bob Dylan dall'altra parte dell'Atlantico. 
In quella zona d'ombra di cui parlavo (il termine ipersfruttato 'underground' 
continua ad essere quello ideale) invece operarono musicisti che spesso si spinsero ancora più in là conquistando territori più o meno 'psyche' inediti ed affascinanti: negli ultimi anni, grazie soprattutto all'opera di etichette amatoriali (tra le quali l'italiana Akarma), questi piccoli (grandi!) e grezzi diamanti sepolti dalla pervicace polvere del tempo hanno visto la luce del sole.
Il nostro collaboratore Marcello Rizza, grosso conoscitore di quello che per comodità chiameremo 'folk, acid folk, prog rock e dintorni' non ha mai mancato di segnalarci negli anni bands e brani davvero godibili e sorprendenti in tal senso; ha avuto quindi l'idea felice (da me subito suffragata!) di proporli periodicamente ai lettori di Music Box tramite personali 'compilations': quella che segue é la prima, dieci brani corredati da piccoli ma efficaci commenti di Marcello; sono segnalazioni introduttive ad un caleidoscopio 'sonoro'incredibile ed intimista, che se esplorato più a fondo vi riserverà delle sorprese incantevoli.
Si tratta di artisti per lo più anglosassoni; dice Bruce Eder in allmusic.com a proposito del trio folk Sunforest: "... sembra quasi che ci fosse in Inghilterra nel 1969 qualcosa di speciale nell'acqua o nell'aria per produrre così tanti musicisti folk che flirtavano col rock!"
Ho coadiuvato Marcello segnalandovi di ogni brano album d'appartenenza, anno di pubblicazione ed etichetta: il tutto per venire incontro ai più volenterosi e 'sollecitati' che volessero usufruire integralmente di un album e di un artista.
In egual modo vostre eventuali segnalazioni e preferenze ci aiuteranno/spingeranno a sviscerare un singolo album ed artista.
Buona lettura, ma soprattutto buon ascolto. (Wally Boff)



La scaletta, così come proposta, affronta un percorso folk che, gradatamente, prende per mano l'ascoltatore e l'accompagna da un ascolto più leggero verso un cammino più acido, quasi a volerlo abituare ad ascolti che, mano a mano, diventano più complessi: 
Trees, Emtidi, Comus, Loudest Whisper, Tea & Symphony, Alan Hull, Spirogyra, Tudor Lodge, Sunforest, Linda Perhacs.
E' un buon modo per divulgare l'acid folk. 
(Marcello Rizza)



Trees - The Garden of Jane Delawney (The Garden of Jane Delawney: 1970/Beat Goes On)
Inglesi: una bella passeggiata domenicale tra campi mossi e ruscelli lenti. No...non c'è una bella donna al fianco. E' un momento solitario, e l'elemento psichedelico emerge appena, sufficiente a darci sognanti e malinconiche sensazioni.




Emtidi - 01 - Lookin' for People (Emtidi:1970/Thorofon))
Gruppo di culto, prog folk, abbastanza conosciuti, formato da due hippies, uno canadese e l'altro tedesco stanziatisi a Londra nel 1970 .
Escono certamente da quella tradizione krautrock per cui i tedeschi sono più considerati. Brano delizioso




Comus - Figure in your dreams (To Keep From Crying: 1974/Sorcerer Rec.)
Inglesi: non hanno bisogno di presentazioni. Il loro primo album, "First Utterance" è un
must dell'Acid Folk. Il loro secondo album, meno conosciuto, da cui proviene questo brano, è comunque molto gradevole. Inoltre, abbandona lo stile cupo e pagano e, soprattutto in questo brano, emerge il lato gioioso del gruppo. Il gruppo si è riformato nel 2008 e il DVD dell'evento è corto ma assolutamente imperdibile, soprattutto per la loro versione live di Venus in Furs dei Velvet Underground.


Loudest Whisper - Overture (The Children Of Lir: 1974/Polydor)
Band irlandese dedita ad un prog-folk rock intriso di culto Celtico.
Non tutto l'album, a mio parere, è allo stesso livello. Questo pezzo è sicuramente tra i più interessanti. Decisamente più prog folk che acid folk, lega comunque bene con la compilation che si avvia a diventare, di brano in brano, più psichedelica.






Tea & Symphony - Armchair Theafre (An Asylum for the Musically Insane: 1969/Repertoire)
Inglesi: qui si sale decisamente di livello, per quanto riguarda la difficoltà di ascolto. L'album, tutto molto interessante, è contraddistinto da una ricerca stilistica che risulta alla fine originale. La commistione di influenze e certi suoni resi dalla chitarra rendono finalmente un po più l'idea di psichedelia che contraddistingue questa compilation.


Alan Hull - I Hate To See You Cry (Pipedream: 1973/Cool Sound Rec.)
Inglese: formerà il noto gruppo folk Lindisfarne. Amo la sua poesia, che riesce a trasporre nei testi e nella musica. Il brano è tratto da "Pipedream"; molto bella, in quest'album, la cover degli Affinity United State of Mind.




Spirogyra - The Furthest Point (Bells Boots & Shambles: 1973/Repertoire)

Anglosassoni: guidati da due vocalists, Barbara Gaskin (collaborerà con Dave Stewart nei primi anni '80) e Martin Cockerham, anche se etichettati come gruppo folk-rock saranno i più influenzati di questo lotto dal glam-rock primi anni '70.



Tudor Lodge - Willow Tree (Tudor Lodge: 1971/Repertoire)
Inglesi: dal sound pastorale, gentile e delicatamente melodico, estremamente ricco cromaticamente, chitarre acustiche, tastiere, fiati, violini, clarinetti, celli.




Sunforest - Mr. Bumble & Overture to the sun (Sound of Sunforest: 1969/Universal)


Trio inglese: Tucker (vocals, keyboards, arrangements), Eigen (vocals, percussion), and Hough (vocals, guitar). " (...) un album che salta selvaggiamente nei suoi 15 brani da uno stile all'altro, da un sound ad un altro (Bruce Eder, allmusic.com)



Linda Perhacs - Parallelograms (Parallelograms: 1970/The Wild Places)
Stanziata nelle isole Hawaii realizza quest'unico album " (...) influenzato dalle folk-singers americane (Joni Mitchell) quanto dagli esperimenti della scena psichedelica della west-coast americana" (Francois Couture, allmusic.com)

Bagliori di Acid Folk e di Prog Folk si sono propagati nelle decadi successive, anche grazie all'inesauribile vena creativa di Ian Anderson ed i suoi Jethro Tull che hanno scritto pagine memorabili di prog-folk; epigoni di questi due generi si spingono sin dentro il nuovo millennio: Fern Knight, Silver Summit, Rusalnaia, Ex Reverie, Espers, A Candle For Judith.
Ne riparleremo ...

Marcello Rizza

MyAcidFolkRock
Prog-Folk

7 commenti:

Anonimo ha detto...

The Trees:
Una bella passeggiata domenicale tra campi mossi e ruscelli lenti. No...non c'è una bella donna al fianco. E' un momento solitario, e l'elemento psichedelico emerge appena, sufficente a darci sognanti e malinconiche sensazioni.

Anonimo ha detto...

Emtidi:
Gruppo tedesco di culto, folk prog, abbastanza conosciuti. Escono certamente da quella tradizione krautrock per cui i tedeschi sono più considerati. Brano delizioso

Anonimo ha detto...

Comus.
Non hanno bisogno di presentazioni. Il loro primo album, First Utterance è un must dell'Acid Folk. Il loro secondo album, meno conosciuto, da cui proviene questo brano, è comunque molto gradevole. Inoltre, abbandona lo stile cupo e pagano e, sopratutto in questo brano, emerge il lato gioioso del gruppo. Il gruppo si è riformato nel 2008 e il DVD dell'evento è corto ma assolutamente imperdibile, soprattutto per la loro versione live di Venus in Furs dei Velvet Underground.

Anonimo ha detto...

La scaletta, così come proposta, affronta un percorso folk che, gradatamente, prende per mano l'ascoltatore e l'accompagna da un ascolto più leggero verso un cammino più acido, quasi a volerlo abituare ad ascolti che, mano a mano, diventano più complessi. E' un buon modo per divulgare l'acid folk.

Anonimo ha detto...

Loudest Whisper.
Non tutto l'album, a mio parere, è allo stesso livello. Questo pezzo è sicuramente tra i più interessanti. Decisamente più prog folk che acid folk, lega comunque bene con la compilation che si avvia a diventare, di brano in brano, più psichedelica.

Anonimo ha detto...

Tea & Simphony.
Qui si sale decisamente di livello, per quanto riguarda la difficoltà di ascolto. L'album, tutto molto interessante, è contraddistinto da una ricerca stilistica che risulta alla fine originale. La commistione di influenze e certi suoni resi dalla chitarra rendono finalmente un po più l'idea di psichedelia che dovrebbe contraddistinguere questa compilation.

Anonimo ha detto...

Alan Hull.
Formerà il noto gruppo folk Lindisfarne. Amo la sua poesia, che riesce a trasporre sui testi e sulla musica. Il brano è tratto da Pipedream ed è anche molto bella, in quest'album, la cover degli Affinity "United State of Mind".