domenica 4 dicembre 2011

LIVE REPORT – “LYDIA LUNCH/GALLON DRUNK Big Sexy Noise" (03/12/2011, Oasi San Martino, Acquaviva, Bari)

Manca poco alla mezzanotte quando sul palco dell'Oasi San Martino salgono Lydia Lunch,accompagnata da James Johnston alla chitarra ed Ian White alla batteria. E qui scatta la sorpresa: all'appello manca il polistrumentista della band inglese Gallon Drunk Terry Edwards; le ragioni della defezione sono ignote, fatto sta che Lydia Lunch in seguito affermerà:”questa è la prima serata che ci vede ufficialmente come un trio, in questo senso siete dei vergini!”
Ad ogni modo, quando la regina newyorkese della No-Wave dedica il brano Trust the Witch, dal nuovo omonimo album uscito il 26 settembre 2011 per la label Le Son du Maquis, alle “streghe italiane presenti” si eleva un muro di suono pesante, oscuro, minaccioso, dalla pulsazione tribale! Johnston, con fuzz ed octaver produce un suono sporco, massiccio ed esplosivo, che assieme alla batterìa detonante di Ian White fanno da degno tappeto sonoro alla voce nasale, acida e potente di Lydia Lunch, che si produce in un cantato/recitato oscillante tra il parlato e le urla belluine! Il palco dell'Oasi è basso e mette a strettissimo contatto il numeroso pubblico ed i musicisti, così Lydia Lunch e James Johnston ne approfittano pienamente, rivolgendosi all'audience in modo ipnotico e fisico(chi scrive ha assistito a metà concerto rischiando letteralmente di essere colpito in faccia dalla paletta della Fender Jaguar di Johnston!). La cantante tiene saldamente in mano le redini del gioco, dispensando carezze e baci alle ragazze in prima fila e fulminando con lo sguardo ed i suoi testi aggressivi i maschietti in sala, ipnotizzati dalla sua presenza. La band sciorina in un'ora circa il materiale musicale di “Big Sexy Noise”(2010), dispensando un muro di suono ed un'energia pulsante, aggressiva e polemica che descrive bene il contenuto fatto di odio,amore, sesso e confronto dei testi della cantante, il pubblico partecipa entusiasta! Dopo una brevissima pausa arriva il gran finale/bis, costituito dalla cover di Lou Reed Kill your Sons, degna chiusura di un concerto veramente coinvolgente! Un plauso all'organizzazione dell'Oasi San martino, che porta artisti di questo calibro ad esibirsi in una situazione veramente calda ed ideale, ed al fonico di sala, che nonostante i volumi altissimi ha reso il sound generale perfettamente distinguibile! Morale della favola: vi siete persi un grande concerto!

Vincenzo Erriquenz



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