mercoledì 6 ottobre 2010

RECENSIONI: THE DISCIPLINES, “Smoking Kills” (2008 Second Motion Rec. - Italia 2010), di Claudio Decastelli

Smoking kills” è il primo lavoro discografico di The Disciplines, la band messa in piedi da Ken Stringfellow dei Posies e alcuni componenti del disciolto gruppo pop norvegese Briskeby, già titolare di successi commerciali in patria. 

Uscito nel 2008 proprio in Norvegia, con il progressivo estendersi del raggio di azione del gruppo il cd e' poi stato via via pubblicato in altri paesi europei e negli Stati Uniti, fino a trovare casa anche in Italia grazie alle etichette Inconsapevole e Tubular Records. “Smoking kills” non e' un disco di rock norvegese (ammesso che esista) e neppure un sottoprodotto dei Posies, di cui Stringfellow è co-fondatore e co-leader. E neppure di garage, come qualcuno ogni tanto cataloga la band, tratto in inganno forse dalle provenienze scandinave (che altrove nella penisola significano appunto quel genere) e forse dal giro di chitarra del primo brano del cd (e video piu' circolante in rete), Yours for the taking. Che appunto inizia e prosegue ispirato a quello stile, per poi pero' trasformarsi brevemente nel ritornello in un mezzo reggae e ritornare quindi con violenza sul riff iniziale fino a un'accelerazione di chiusura quasi punk. 

(foto: Enrico Laguardia)
Difficile con questi riferimenti farsi un'idea univoca di cosa sia quella musica. Perché poi il tutto ha una strutturazione curata, varia, a tratti anche non prevedibile negli sviluppi: pop, tutto sommato, nella migliore accezione del termine. Pero' chitarra e sezione ritmica suonano potenti, ma tenute “sotto controllo” da una produzione di studio attenta a usare la potenza in funzione del pezzo e a non lasciarla prevalere. Ken Stringfellow poi canta con irruenza e forza, senza comunque sacrificare per questo le sfumature espressive che richiede l'interpretazione: il risultato alla fine e' una 'killer song', di soli 2,19 minuti. Ma neppure la successiva Wrong lane arriva ai 2 e mezzo, fatti di accelerazioni e rallentamenti, stop, ritmiche e chitarra un po' storte e una strofa '”ruffiana” che controbilancia le punte piu' acuminate di un'altra canzone difficile da classificare. Lo stesso vale per Get it wrong, che finisce in neanche 3 minuti, con la strumentazione da power-trio virata all'hard e tanto di (breve) assolo di chitarra. Che tende invece verso il punk-rock nei refrain e nel bridge di Bad mistake, 150 secondi totali in cui il ritornello fa in tempo a infilarsi in qualche anfratto del cervello, ben distinguibile dall'andamento invece un po 'glam' e melodico della strofa. 

(foto: Enrico Laguardia) 
Gli altri sette brani del cd si susseguono con le stesse caratteristiche: 3 o 4 superano i 3 minuti, tutti si presentano con qualcosa, un riff o il cantato, che vuole farsi ricordare. Qualcuno ha anche aspirazioni da hit e uno, Oslo, lo è stato davvero, in Norvegia: ed è anche l'unico dall'atmosfera melanconica e l'andamento slow di ballata, con un ritornello che cresce a ogni ascolto: ma pure questo  non aiuta a collocare The Disciplines su una delle strade del rock che meglio si conoscono. 

I componenti della band non sono di primo pelo e nelle loro esperienze musicali hanno sicuramente potuto assimilare dagli stili e dalle idee con cui sono venuti a contatto parti che sono poi confluite nello stile personale loro proprio. “Smoking kills” sembra quindi il risultato, guidato e ricercato, di capacità e ispirazioni accumulate nel tempo e restituite tutte assieme dopo essere state, piu' o meno inconsciamente, selezionate e amalgamate. Senza l'ambizione di inventare qualcosa, ma magari pero' con quella di non porsi limitazioni, nella migliore tradizione, questa volta, del rock.

Claudio Decastelli

VIDEO


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