
E' diventato luogo comune che il punk arrivò quando il rock della metà anni '70, appesantito e tronfio dell'estetica dei supergruppi e dell'involuzione del progressive aveva bisogno vitale di un 'bagno di giovinezza', compito che il punk assolse brillantemente mettendo sugli scudi attitudine sporca, aggressiva e scarsa tecnica.
Che poi abbia fatto da apripista alle new-wave degli anni '80, che tra tanti meriti e picchi creativi aprì la strada a fenomeni deleteri quali l'electronic-dance o il new-romantic é un altro paio di maniche.

Sin dall'incendiario omonimo esordio del 2008 con brani esplosivi come Princess & The Frog, Rock&Roll Psychosis (titolo che parla da sé), Hey Hey Hey, The Mean Man, Make It Hot J.J.R. hanno dato in pasto al mondo il loro amore irragionevole ed anacronistico per il vero e puro 'cuore' del rock&roll, quello non corrotto da smanie di cultura alta, quello nato negli studi approssimativi dell'americana Sun Records negli anni '50, sporco di detriti country e di lontani spettri gospel.
Ed ecco materializzarsi quasi con un sapore di vendetta nelle corde vocali tirate allo spasimo di Jim Jones gli strilli strozzati di Little Richard, nel caracollare ubriaco del piano di Elliot Mortimer le movenze provocanti e ribelli di Jerry Lee Lewis.
Dopo l'intermezzo di "Here To Save Your Soul, Singles Vol.1", raccolta di

Jim Jones é vocalist e front-man di intensi trascorsi nei Thee Hipnotics e Black Moses, bands dallo sfrontato approccio hard-garage, presupposti che nella sua nuova creazione prendono prepotentemente fattezze noise: perché é di un allucinante muro di watts che i nostri rivestono il cuore rock&roll dei loro brani, restituendogli quegli attributi di oltraggio ed antagonismo che gli erano stati scippati da troppe 'waves' di circostanza.
Mentre i Cramps hanno sempre suonato lo scheletro al netto della polpa del rock&roll nelle fattezze del rockabilly e dello psychobilly Jim Jones Revue fanno un'operazione opposta noisizzandolo senza mezze misure.
Burning Your House Down non é assolutamente inferiore al debutto in abrasività e violenza esecutiva: la chitarra di Rupert Orton diviene assoluta protagonista in veri e propri assalti alla baionetta come Elemental, High Horse, Premeditated prendendo il sopravvento sul piano di Mortimer (in splendido primo piano in High Horse), salvo deliziarci con un organo sfolgorante in Killin' Spree; il rock&roll diviene in "Burning Your House Down" una pozione

Che di situazioni alcooliche si tratta lo confermano le performances alticce e splendidamente oltraggiose di Jim Jones in Dishonest John, Righteous Wrong e Burning Your House Down.
Se siete in cerca di emozioni forti "Burning Your House Down" fa decisamente al caso vostro: in caso contrario statene alla larga e lasciatevi avvolgere dal fascino discreto di un qualsiasi disco dei Cowboy Junkies.
Wally Boff

thejimjonesrevuemyspace
JimJonesRevue Official Site
Video
Elemental
High Horse
Good Golly Miss Molly
Burning Your House Down
Rock'n'Roll Psychosis
2 commenti:
Ottima recensione, Pasquale. Il nuovo disco della Jim Jones Revue è una vera bomba, sicuramente uno dei migliori album rock'n'roll usciti quest'anno.
grazie Gabriele.
Secondo me é addirittura superiore al primo omonimo...
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