lunedì 12 febbraio 2007

Sixties Culture / Collaborations : THE STORY OF SKIP BIFFERTY ( 1968) - 2 cd reissue ( Castle Music / 2003) by Marcello Rizza

Dopo un lungo fisiologico intervallo del blog (c'est la vie!) eccovi un altro ottimo scampolo di Sixties Culture made in England del nostro Marcello Rizza. Un patrimonio immenso che, per fortuna, non finiremo mai di esplorare e riscoprire!
Un'eccellente band pop-sike (così si dice da un pò !) quella degli SKIP BIFFERTY .
Il loro unico lavoro del 1968 é stato ristampato nel 2003 in doppio cd dalla Castle Music con molte appendici: riascoltato oggi risulta ancora eclettico e carismatico, ma ve ne parla meglio Marcello qui di seguito.
Gli Skip Bifferty, originati dalla crisi dei Chosen Few (già insieme dal 1962), nella formazione definitiva erano Graham Bell (lead vocal), Mick Gallagher (organ), John Turnbull (guitar), Colin Gibson (bass), Tommy Jackman (drums).
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Questo album l’avevo già da alcuni anni ed era da me considerato come uno dei migliori della mia collezione sixties. Ma esso consta di 14 brani, mentre il CD, tra bonus track, BBC Sessions e brani registrati sotto il nome di Alan Hull, Heavy Jelly e Griffin, ne ha ben 40! Che sorpresa risentire l’album ridigitalizzato!
Intendiamoci…io sono un accanito sostenitore del suono analogico. La sua rotondità, la sua pienezza, la sua “imperfezione” vengono riprodotti dal mio Gold Ring (testina) - Micro Seiki (piatto) – AGI Canadese (preamplificatore) – Yamaha M1 (amplificatore) – JBL (coppia diffusori) in maniera calda e dalla dinamica coinvolgente. Se il vinile, oltre al suono, avesse anche la comodità del CD non l’avrei mai rimpiazzato nelle mie preferenze sugli acquisti.
Insomma…il vinile come una autovettura d’epoca…bellissima, con tutti i suoi rumori e i suoi difetti…ma per uno come me che macina musica a casa, sul lavoro e tantissimo in macchina, l’autovettura d’epoca è il lusso della gita fuori porta.

Ma torniamo a THE STORY OF SKIP BIFFERTY, doppio CD della Castle Music. I primi 14 brani racchiudono lo stupendo album originale del 1968. E’ un opera che credo conoscono in molti e che tratterò qui concentrandomi più sui meno conosciuti brani acclusi al CD. Giusto le mie impressioni per dire che trovo il lavoro svolto dai SKIP BIFFERTY geniale, multiforme seppur coeso, psichedelico di quella british psychedelia romantica che tanto mi tocca il cuore. Un album comunque che appare come un prodotto maturo, privo delle ingenuità, a volte anche affascinanti, dei gruppi medi del periodo British.
Chitarra che spesso tiene il ritmo con la batteria, così come, con la stessa tecnica anche più esasperata, fanno i July nel loro altrettanto splendido secondo lavoro (qualcuno ha notizie del primo lavoro?), pianoforte, chitarra elettrica, la splendida voce di Bell, i coretti…questi gli strumenti importanti. Una buona dose di ironia, poi, non guasta mai.
E’ infatti con brani come “Gas board under dog” che ti viene voglia di ballare, al passo con i loro coretti scherzosi, con la rara “voce narrante” e con il banjo iniziale che da l’incipit per il ritmo del pezzo. Con “Yours for at least” invece ci si cala perfettamente nel tipico sound beatlesiano, come peraltro in qualche altro brano…d’altronde siamo nel periodo!.
Il pianoforte è invece lo strumento principale in un brano melodico e dal sapore vagamente epico come “Follow the path of the stars”. Sempre il pianoforte a farla da padrone, fin dal’incipit, nel bellissimo brano "Jeremy Carabine”, anche se la chitarra elettrica, nella parte centrale del brano, si merita un plauso. Negli extra tracks spicca il loro primo brano edito, “On love”, dove la chitarra elettrica è predominante ma è già presente l’ironia e la predilezione ai giochetti recitati in coro. In “Happy Land” troviamo la più classica delle pop-sike con tanto di violini e l’allegria della canzonetta poco impegnata. Bellissima la seguente cortissima “Reason to live”, molto intimista e dai cori e cadenze alla Nirvana (quelli british!). “This we shall explore” è forse la mia preferita delle bonus track; inizia come un classico brano beatlesiano ma poi diventa assolutamente originale e personale.
E’ però dal secondo CD che vengono le sorprese. Le BBC Sessions sono veramente interessanti. Sopprassiedo nella descrizione dai brani già presenti nell’album, anche se ottimamente eseguiti in versioni alternative. Parto invece subito con “The Hobbit” che è assolutamente stupenda! Le note la danno come ispirata al racconto di Lewis Carrol “Alice nel paese delle Meraviglie”, ma resto perplesso perché il titolo cita invece i personaggi simpatici ed eroici dell’opera di Tolkien. Forse mi sfugge qualcosa o traduco male l’inglese delle note. Anche “Once” è particolare e si distingue per i ricami preziosi della chitarra acustica, sebbene nella parte centrale, come spesso nei loro brani, la chitarra elettrica si mette in vetrina con onore. “Aged aged Man” ricorda molto, nella iniziale interpretazione col pianoforte, la sigla dei vecchi telefilm della famiglia Addams, anche se dopo pochi secondi già la forma canzone classica beat torna prepotente. Con “Disappointing day” ritorna la classica pop-sike version, con tanto di coretti e pianoforte…ma c’è canzone e canzonetta…e questa è canzone! C’è poi una versione della sempre verde “Don’t let me be misunderstood” che si intuisce essere molto bella, rallentata e resa finanche triste. Dico “si intuisce” perché la registrazione, probabilmente tratta da un acetato rovinatissimo, rende difficile avvicinarsi al brano se non con lo spirito di chi cerca assolutamente “ancora qualcos’altro”.
Con “In the morning” si ritorna all’anima psichedelica british del gruppo, ma anche qui la qualità della registrazione lascia molto a desiderare. Che bello il brano “I am the noise in your head”! Pubblicato con il nome Griffin, viene fuori questo pezzo di 4 minuti decisamente maturo e intelligente, veramente prezioso e con una line-up allargata che rende più complessa la costruzione del tessuto musicale. Anche le soluzioni cantate appaiono più moderne, e sembra a tratti di sentire i Jefferson Airplane un po’ più duri. Sempre come Griffin, fanno un pezzo molto d’intrattenimento, delicato e tratteggiato dalle solite chitarra acustica e pianoforte.

MARCELLO RIZZA

http://www.alexgitlin.com/npp/skipb.htm

http://bandtoband.com/index.php?Page=Search&BandId=6830

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