venerdì 8 aprile 2011

INTERVISTE - LENNY HELSING risponde su Thanes, Wildebeests, Poets ed il Punk!

Dopo l'ottimo articolo sugli scozzesi The Poets il nostro Aldo Reali ha realizzato una lunga e davvero esaustiva intervista con un altro scozzese doc, Lenny Helsing, leader dei Thanes: oltre che del suo gruppo madre Helsing, ci parla anche degli Wildebeests, degli stessi Poets e, attraverso vividi ricordi, della sua giovinezza spesa in pieno boom punk (wally)



Distorsioni: Lenny, il tuo nome sarà sempre associato prima di tutto con i Thanes che sono in giro da circa 25 anni, che ne pensi di tutto questo?
Lenny Helsing: Beh sì, in realtà non ho mai pensato che i Thanes sarebbero stati ancora in giro dopo così tanti anni, però hanno continuato per la loro strada ed infatti tuttora continuano: pur essendo l’unico membro costante in tutte le formazioni del gruppo, ci sono stati periodi con line-up piuttosto stabili.

Ricordo che dopo Hey Girl e l’album di debutto “The Thanes of Cawdor” (1987) c’è stato un periodo in cui ci si è chiesto se i Thanes si fossero sciolti o così sembrava vivendo in Italia in quegli anni pre-internet. Cosa principalmente dovuta all’assenza o alla difficoltà di trovare dischi del gruppo, parliamo intorno al 1989.
Sì, posso capire che per molte persone i Thanes fossero quasi spariti per qualche anno, però eravamo – come ben sai – sempre attivi affinando la nostra “arte”, facendo molti concerti in vari posti, e sempre tentando di venir fuori con qualche canzone nuova e covers interessanti da far conoscere alla nostra audience. Però non sempre avevamo dischi nuovi e immagino che molti fans in Italia o in Spagna, o in Germania e USA non sapessero esattamente cosa stesse succedendo con noi, e a volte anche avendo un disco nuovo, dipendendo dall’etichetta che lo pubblicava difficilmente si aveva la distribuzione necessaria che facesse in modo che il nostro nome raggiungesse un pubblico più vasto.

Poi è venuto un periodo di circa 10 anni (1993-2004) in cui il gruppo senz’altro raggiunse una certa stabilità e pubblicò un paio di albums. Che cosa ne pensi di quegli anni e in particolare di quei dischi?
Sì, sono veramente molto orgoglioso di quel periodo dei Thanes, anche se ci sono stati dei cambi nella formazione che ogni tanto hanno ostacolato il nostro progresso. Il nostro bassista Denis Boyle ci lasciò, per essere rimpiazzato da Mal Kergan, e poi, un cambio significante è avvenuto quando se ne andò il membro co-fondatore dei Thanes, l'organista e compositore Bruce Lyall, con cui avevamo dato vita ai Green Telescope sul finire del 1980. Bruce ci ha lasciato poco dopo l’uscita di “Learning Greek Mythology” 12” EP che includeva la sua Gone Away Girl. Il suo sostituto, Nick Kennedy, é durato relativamente poco nel gruppo, trasferendosi a Berlino in realtà subito dopo la nostra visita in Italia nel 1994, che incluse la partecipazione al secondo “Festival Beat” di Piacenza con i tuoi vecchi amici Thee Hairy Fairies e The Flashback V di Barcellona. Infatti ho appena finito di scrivere una pagina sull’argomento per un libro che Luca Frazzi sta facendo in Italia. L’ultimo concerto di Nick fu la nostra umile apparizione al Velvet club di Rimini, la tua città! Anche Ian Binns smise di suonare la batteria con noi da lì a poco a causa dei suoi impegni di lavoro; comunque sono piú che felice di poter dire che chi lo ha rimpiazzato, Mike Goodwin, per fortuna suona ancora, e come si diceva in passato: “Mike is one of the best drummers in the business!”
Lo stesso vale per Mal che ha suonato con i Thanes durante oltre un decennio, contribuendo enormemente a quello che è considerato il miglior nostro materiale. Penso specificamente al LP/CD “Downbeat & Folked Up” uscito per la tedesca Screaming Apple. Come sai Mal ora vive in Galicia nel nord della Spagna e mi fa piacere che continui a suonare, prestando il suo eccellente, particolare stile di basso ai (relativamente) giovani The Phantom Keys. Penso che alcune delle canzoni che abbiamo tirato fuori all’epoca, per i due LPs, il sopraccitato “Downbeat…” e l’anteriore “Undignified Noblemen” pubblicato dall’italiana Misty Lane siano tra le nostre migliori. Dopo Nick si è aggiunto un nuovo organista e chitarrista, Angus McPake, un vecchio amico che aveva fondato The Rubber Dolfinarium verso gli inizi degli anni '80, un gruppo con cui suonavo la batteria. Siamo poi diventati The Beeville Hive V, suonando molti bei pezzi scritti da Angus: sapevo che con Angus i Thanes avrebbero contato su un apporto importante a livello compositivo, dato che fino ad allora ero io principalmente che ricoprivo quel ruolo e occasionalmente Bruce. Quindi le cose iniziarono a cambiare abbastanza dato che Angus è piuttosto prolifico e mi fece piacere che presentasse tante canzoni al gruppo. La sua It Can Never Be su “Downbeat…” è una delle migliori insieme a World Of Stone e più recentemente ha scritto dei bei pezzi che abbiamo registrato come Dishin’ The Dirt e What You Can’t Mend che vanno giù bene dal vivo. Ovviamente anch’io seguo scrivendo ma non abbiamo ancora registrato certi brani come si deve.

Siete appena tornati dalla Grecia, la prima volta per i Thanes, come vi è andata?
La Grecia è stata uno schianto! Abbiamo fatto solo due concerti, uno ad Atene e l’altro a Larissa però le due serate sono state entrambe speciali ognuna a modo suo. Il Tiki Club a Atene è piuttosto piccolo ed era pienissimo con una gran atmosfera. Ci sono già dei video su You Tube che si possono vedere. No No No No e I’m A Fool non sono male. Lo Stage club di Larissa era più grande però è venuta meno gente. È stato comunque un bel concerto e nel corso delle due serate la gente sembra essersi divertita molto con i Thanes. Il tutto é stato organizzato da The Coalminers Corp, un team di promotori composto da gente in gamba a cominciare dal mio vecchio amico Costas di Creta, che si fa chiamare Mr Optical Sound, inoltre ci sono Takis e Johnny. Tutti e tre sono DJ appassionati dei 60s, così mi hanno chiesto di portare dei 45 da mettere su durante le due serate e come puoi ben immaginare Aldo, è stato un bel sound trip per me.

Chi fa parte dei Thanes in questo momento e quali sono i vostri progetti futuri?
The Thanes sono: il sottoscritto, sempre alla voce e chitarra, Angus McPake organo, chitarra e 12 corde, Mike Goodwin alla batteria e Mark Hunter al basso e backing vocals. Mark è il piú nuovo dei Thanes, essendo arrivato giusto in tempo per il nostro concerto come supporto ai Sonics al Cavestomp di New York nel 2007, che fu una grande esperienza. Attualmente stiamo vedendo di registrare alcune delle nostre ultime canzoni, con l’idea di poterle pubblicare più tardi nel corso di quest’anno. Stiamo registrando nell' home studio di Angus, Ravencraig, dove Les Bof! – con Angus alla chitarra – hanno registrato il loro nuovissimo LP che uscirà presto per la tedesca Copas Disques. Speriamo che i Thanes possano contare su un nuovo singolo questa estate, pubblicato dall’etichetta inglese State records dei nostri cari amici The Higher State, però abbiamo anche altre sorprese di cui è meglio non parlare troppo, nel caso poi non se ne faccia niente.
In questo momento c’è anche un’altro progetto che ha a che vedere con i Poets, sì proprio loro, lo stesso gruppo beat, magnifico ed unico, proveniente da Glasgow, Scozia e originalmente attivi negli anni '60. Membri dei Poets e dei Thanes hanno lavorato sodo provando e perfezionando molti dei loro tesori usciti all’epoca per la Decca e Immediate e presto potranno essere apprezzati dal vivo. Ci sarà un assaggio venerdí 6 maggio al 13th Note di Glasgow in King Street, quando ai Thanes si uniranno per un paio di pezzi George Gallacher e Fraser Watson dei Poets. Speriamo in un evento ed un’apprezzamento maggiore di questo progetto a Edimburgo alla fine di luglio durante The Big Stramash organizzato da Angus ed alcuni amici!

Quando avete suonato per la prima volta in Italia e che ricordi hai di quel momento o di concerti più recenti?
Credo che la prima volta sia stata nel 1989 o forse 1990, con un concerto messo su all’ultimo minuto suonando a un sit-in che durava tutta la notte all’Università di Stato di Milano, però dovevamo suonare inizialmente in uno squatter in centro che sembra che stesse letteralmente cadendo a pezzi. Abbiamo suonato anche a Pisa, Torino credo, e anche nel famigerato Forte Prenestino, un centro sociale tipo squat che si trovava in un vecchio castello a Roma, gestito da punks, un’affare piuttosto incredibile. Sembra che in un certo modo fossimo stati fortunati di averci suonato dato che da quello che mi hanno raccontato erano solamente punk bands genuine che potevano suonare in quel posto. Però senza dubbio lì suonarono i Thanes, su di un altissimo palco e ricevendo una buonissima accoglienza. Avevano una cucina vegetariana stupenda, ci hanno fornito tonnellate di birra e in più ci pagarono bene.

Hai sempre avuto a che fare con molte bands, però ce n’è una che certamente ha occupato un sacco del tuo tempo dal 1995 o giù di lì: The Wildebeests, come è iniziato tutto?
In realtà tutto iniziò quando mi incontrai con il bassista John Gibbs ad una fermata d’autobus in Leith Walk, Edimburgo, un paio di giorni dopo che lo buttassero fuori dai Kaisers nell’ottobre del 1994. Mi disse di voler iniziare un gruppo nuovo, così gli risposi che sarei stato interessato a picchiare la batteria se si trattava di un
beat group. Liam Watson dello studio Toe Rag di Londra disse a John che l’ex-bassista dei Milkshakes, Russ Wilkins stava vivendo a Edimburgo o da qualche parte lì vicino e che sarebbe stata un’ottima scelta come chitarrista. Una volta stabilito il contatto, ci mettemmo d’accordo per trovarci una domenica pomeriggio nella cantina di prove dei Thanes in Great King Street, e ci rendemmo conto subito che erano molte le cose in comune che amavamo: dal primo blues e r’n’b al rock’n’roll, al beat, garage, psych fino a certo prog e hard-rock, gli inizi del glam ed un sacco di cose del primo grande punk; inoltre sembrammo capaci di canalizzare tutta quella energia pura e trasformarla in qualcosa di nostro. Voglio dire che in quel pomeriggio, anche se abbastanza crudamente, registrammo circa un’ora di ciò che erano le nostre influenze, dandoci una solida base su cui costruire il nostro suono durante i prossimi sedici anni.

Quali sono alcuni dei tuoi gruppi e dischi favoriti del momento?
Attualmente adoro The Higher State “Darker By The Day” LP, “Red Dissolving Rays Of Light” LP dei Loons e Os Haxixins’ “Under The Stones” LP ed i vari 45 relazionati. Mi piace anche Paul Messis ed i suoi vari 45. Qualcosa di piuttosto differente che mi piace molto è il disco di Barton Carroll “Together You And I”. Ha suonato prima dei Mudhoney qui ad Aberdeen l’ottobre scorso ed è stato fantastico (folkin’ great!). Tra i grandi concerti visti ultimamente ci sono stati The Hidden Masters di Glasgow che come sai includono il nostro caro amico Alpha Mitchell al basso. Il concerto con The Higher State è stato incredibile. Andando più indietro, fu una grande esperienza aver potuto cantare con gli Outsiders al Primitive festival di Rotterdam nel 2008, uno degli highlights della mia vita!

Chissà non molti lo sappiano, almeno in Italia, che sei stato in punk bands. Raccontaci di quel periodo, le bands che hai visto dal vivo e l’intera atmosfera in Scozia oltre 30 anni fa.
Ho iniziato in gruppi pop nell'era dei Bay City Rollers, però il punk stava lì per esplodere, e mi ci sono immerso completamente. Il cugino di un’amico mi disse di un gruppo di Edimburgo (io vivevo in un paesino a circa 10 -15 km) che stava iniziando e cercavano un cantante. Mi misi d’accordo per incontrarmi con il chitarrista e vedere se ne sarebbe venuto fuori qualcosa (era Steve Fraser, che più tardi farà parte dei Green Telescope, suonando nelle registrazioni delle nostre versioni di Syd Scream Thy Last Scream e dei Calico Wall I’m A Living Sickness). Era il 1978, quindi a quel punto c’era già stata abbastanza attivitá punk in città, e mentre non sono riuscito a vedere i primissimi concerti, ne ho visti molti tra il ’77 e‘79 includendo The Damned (con i Dead Boys), The Jam, The Clash (con Suicide), The Boomtown Rats, Dr. Feelgood, The Radiators From Space (aprendo per Thin Lizzy), 999, The Buzzcocks (con le Slits), Siouxsie and the Banshees (uno con Spizz Oil, l’altro con i Simple Minds), Ultravox, Adam and the Ants (con i Monochrome Set), The Cure (con The Associates) oltre a molti gruppi locali come Scars, The Ettes, Visitors, The Prats, Matt Vinyl and the Decorators, The Skids, The Valves, The Exploited (proprio agli inizi), Another Pretty Face, TV Art (che divennero Josef K), The Dirty Reds (poi diventati The Fire Engines). In realtà fu un momento veramente incredibile: ci incontravamo il sabato pomeriggio tra molti di noi giovani punks, più che altro divertendoci in giro, camminando per la città e sapendo che la nostro aspetto si faceva notare per le strade, andando a dare un’occhiata nei vari negozi di dischi e magari berci una o due birre (eravamo ancora minori d’età) in uno dei pochi bar che non si facevano problemi che entrassero dei punks. Alcuni negozi di dischi come Hot Licks, Bruce’s e Virgin erano tra i pochi dove i punks potevano entrare, anche se non compravano niente (specialmente se avevi solo 14-15 anni e pochi soldi) però era bello stare in giro insieme ascoltando un pò di musica, sapere se c’era qualche concerto etc. Phoenix era un’altro negozio in città che non faceva problemi. Alcuni amici punks un pò più grandi studiavano all’Art college ed uno dei passatempi favoriti era quello di scoprire quando ci fosse una “private view”, un’inaugurazione, ed arrivarci appena iniziava e aproffittare degli aperitivi e vino gratis – infatti a volte il vino scorreva piuttosto liberamente ha ha ha! - Un’altro negozio, Ripping records organizzava dei bus per andare a concerti fuori città: è così che ho visto i Banshees e i Simple Minds a Glasgow, o The Clash con Mikey Dread, e ancora The Clash al Kinema di Dunfermline con i Suicide. Alcuni dei punks quella sera odiarono i Suicide e passarono tutto il tempo urlandogli oscenità e sputandogli. Noi invece pensammo che erano stati grandi.

Come hai iniziato a interessarti alla musica dei 60s?
In realtà penso che si deva a varie cose. Mi interessava la musica rock molto prima che arrivasse il punk sulla scena, quindi sapevo comunque già abbastanza sulle origini di varie bands. Leggevo sempre NME, Sounds e Melody Maker. Il cugino di un’amico durante l’estate del 1973 o 1974 ci invitò ad ascoltare specificamente “SF Sorrow” dei Pretty Things, la versione americana con la copertina a forma di lapide, un disco che mi suscitò una grande impressione, tanto che ogni volta che trovavo una foto dei Pretties o qualcosa che avesse a che fare con loro la ritagliavo e l'aggiungevo alla mia lista di foto ed altro che stavo accumulando, cose relazionate alla ossessione per i gruppi rock che continuava a crescere. Poi un’amico di scuola prestò a mio fratello o a me “Relics” e “The Piper At The Gates Of Dawn” e mi innamorai dello stile di Syd Barrett molto di più che del disco del momento che era “Dark Side Of The Moon”. Iniziai anche ad ascoltare John Peel alla radio che ogni tanto usciva con delle cose tipo Oh Yeah degli Shadows of Knight o I Had Too Much To Dream (Last Night) degli Electric Prunes e addirittura cose più strane della psichedelia UK, come Wallpaper dei Pregnant Insomia. Poi quando il punk esplose a livello di massa, Record Mirror aveva iniziato una “star chart” ogni settimana, una top ten di una rock o punk star, e ricordo che vidi che Gene October dei Chelsea aveva messo The Seeds Pushin’ Too Hard o gente come Lemmy; inoltre Radar records aveva appena pubblicato You’re Gonna Miss Me e “Psychedelic Sounds Of The 13th Floor Elevators” e si trovavano dischi come l’album “Gloria” degli Shadows of Knight; ovviamente c’erano varie punk bands che facevano referenza ai 60s, dai Generation X ai Damned ed era chiaro il loro amore per gli Stooges e MC5, anche i Sex Pistols. Era arrivata anche la prima 60s garage compilation “Nuggets” a cui fu data una nuova copertina da parte dell’etichetta Sire, casa dei Ramones e dei Rezillos di Edimburgo. Arrivarono anche altri segnali tipo i Radiators From Space che eseguivano Psychotic Reaction sul retro del loro 45 Enemies del ’77, e gli Undertones con un’altro classico Nugget Let’s Talk About Girls della Chocolate Watch Band. Più tardi sentimmo i TV Personalities grazie a Peel e le cose diventarono sempre più strane e primitive: da lí a poco si scoprirono cose più dure, più garage punk etc.

Gruppi favoriti: so bene che sono tantissimi a dover essere nominati, però magari ci puoi fare dei nomi di gruppi meno noti che senti che meritino essere scoperti.
The Sound Magics dall’Olanda, The Dovers dagli USA, The Boston Dexters da Edimburgo, String and the Beans dagli USA, Dean Ford and the Gaylords dalla Scozia, Our Patch Of Blue, Randy and the Rest dagli USA, The Talismen dall’Inghilterra, gli israeliani Churchills, The 20th Century Sounds dalla Scozia, Los Vidrios Quebrados dal Chile, The Paramounts dal Belgio, anche Union Jack, e molti, molti di più.
cheers for now Aldo ... your pal Lenny
(a cura di Aldo Reali)
MySpaceTheThanes
MySpaceWildebeests

Purtroppo vari dei video su youtube hanno un pessimo audio, qui sotto una lista di video con buona qualitá:

THANES
I got nightmares
Story of your life
I’ve seen darker nights

WILDEBEESTS
She lives
Cadillac
Just like me

Links solo audio (Thanes)
Buzz buzz (yeah yeah)
Wonder if
Never make me blue
In God I trust
Keep you out

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie x 3 Aldo, bravo my son, grrrrrreat work, cheers the gnu your pal Lenny