In patria aveva già catturato una certa attenzione con i suoi primi due album a nome Rockettothesky portandosi anche a casa qualche Grammy vinto con "To Sing You Apple Trees" per il miglior disco esordiente nel 2006. Jenny ha studiato "scrittura creativa" presso l'Università di Melbourne in Australia e nel 2009 ha perfino pubblicato un romanzo dal titolo 'Pearl Brewer'. Siamo al cospetto di un personaggio complesso e affascinante, che nel futuro farà sicuramente parlare di sé, e che per adesso si tiene alla larga dal grande successo. "Viscera" è un progetto ambizioso che si sofferma ad esplorare la relazione tra corpo e spazio. L'album è stato creato attorno ad una serie di appunti da lei formulati in passato, inseriti su di una musica spesso improvvisata: le liriche si ispirano soprattutto ai testi dello scrittore e filosofo francese George Bataille, uno dei preferiti della cantautrice norvegese.
Come una sensualissima dea delle nevi la Hval ci accompagna lungo un viaggio attraverso nove brani che fluttuano nell'aria come fossero fiocchi di neve, per poi cadere bagnando il nostro corpo, procurando brividi sottili. Potremmo indicare "Viscera" come un viaggio del corpo nello spazio circostante e viceversa. C'è qualcosa di impalpabile in questo lavoro. Qualcosa che potresti rincorrere ma non afferrare mai. Una sorta di incantesimo sonoro che cattura carne e spirito dell'ascoltatore, facendolo aleggiare tra le proprie emozioni. Blood Fight, cavalcata ineffabile verso l'immenso, How Gentle, Golden Locks, Black Morning, Portrait Of The Young Girl As An Artist, sono veri tesori pronti per essere scoperti. Il freddo non è mai stato così emozionante.
Michele Passavanti
Rune Grammofon
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