PAGINE

venerdì 11 novembre 2011

MARIA MINERVA: “Tallinn At Dawn” (2011 cass. Not Not Fun) “Noble Savage" (2011 12” Not Not Fun/100% S.Silk) “Cabaret Cixous” (29 Agosto 2011 N.N.Fun)

Prima del dissolvimento della gloriosa Unione Sovietica, dall'Estonia arrivavano sostanzialmente solo prodigiosi giocatori di basket dal cognome impronunciabile. Non facendo parte della folla inneggiante all'avvenuta liberazione del mondo dall'oppressione comunista, e nemmeno un grosso appassionato di pallacanestro, nessun segnale interessante mi è più provenuto da quelle lontane lande, fino a quando ho incocciato nella prolifica signorina Maria Juur, in arte Maria Minerva (la dea romana che inventò la musica),
che in pochi mesi di militanza presso l'etichetta californiana Not Not Fun ci ha consegnato una cassetta (hey, ma quanti siamo ad avere ancora un registratore?), un 12 pollici e un lavoro sulla lunga distanza, conquistandosi un discreto seguito di appassionati sostenitori e collezionando una serie di critiche positive. Un po' di biografia: la ragazza, classe '88, figlia di un critico musicale e showman piuttosto noto in Estonia, dopo aver concluso gli studi in storia dell'arte in patria, ha deciso di trasferirsi a Londra per un master, scoprendosi quasi casualmente musicista. Tanto per inquadrare la situazione, abbiamo a che fare con una specie di elettro-dance-psichedelia rarefatta a bassa fedeltà, tutta assemblata dalla nostra Maria al laptop, alla quale sovrappone la sua voce svagata, quasi ipnotica, spesso filtrata e utilizzata anche come parte del tessuto sonoro sotto forma di echi e sospiri, con un effetto finale straniante. Tra le varie definizioni del Minerva-sound che circolano sulla rete, forse la più azzeccata è “bedroom disco”, probabilmente ispirata, oltre che dalle atmosfere sognanti e dilatate, dalle dichiarazioni della stessa artista, che racconta di produrre i suoi lavori nella stanza da letto, recuperando suoni più o meno casualmente da Youtube, riprocessandoli al laptop e, quando la sua compagna di stanza si assenta, cantandoci su.

Ora, a parte la mitologia e l'understatement, Maria Minerva ci regala qualcosa di veramente interessante: ci avvolge nelle spire morbide della sua pervasiva “bedroom disco” finchè diventa difficile liberarsene, a partire dalle atmosfere fredde e nebbiose di “Tallinn At Dawn”, titolo assolutamente appropriato ed evocativo, passando per quelle più movimentate dell'EP “Noble Savage” e raggiungendo la maturità del lavoro sulla lunga distanza con “Cabaret Cixous”, che mutua il titolo (e fa loro omaggio) dai Cabaret Voltaire e dall'intellettuale femminista francese Hèlene Cixous.
Detto che, personalmente, dei tre trovo più affascinante il primo lavoro, tutta la produzione della ragazza (carina assai, tra l'altro, che non guasta) si piazza, per usare una metafora automobilistica, nell' ‘alto di gamma’. Per avere un quadro d'insieme, consiglio un brano per ogni disco: da “Tallinn At Dawn”, l'ipnotica California Scheming, da “Noble Savage”, l'impronunciabile Hagasuxzzavol, un manifesto dello stile-Minerva e, per finire, da “Cabaret Cixous”, Ruff Trade.
Luca Sanna

Not Not Fun



Nessun commento:

Posta un commento