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sabato 16 luglio 2011

THE WHITE STRIPES : “Live In Mississippi” (2011,Third man records)

La storia dei White Stripes è abbastanza semplice: trattasi di una serie di intuizioni geniali e una vena creativa fuori dal comune, che a un certo punto ha incuriosito un po' tutti gli addetti ai lavori creando scompiglio e patetiche gare di tiro al bersaglio per accaparrarsi il premio di primi che etichettano quello che all'apparenza non risulta facilmente catalogabile. Infatti non è normale che due ragazzi (fratello e sorella) di Detroit se ne uscissero alla fine degli anni '90 con l'idea del duo rock'n'roll nudo e crudo senza mezzi fronzoli, sfoggiando una genialità quasi spocchiosa da tutti i tasti della
Airline di Jack White, unita alla scarna ma efficace batteria della sorella Meg che completa alla perfezione il tutto con un versatile tocco Garage; inserendosi come un perfetto tassello nell'attitudine blues del fratello, creando un interessante calderone di vulcanico rock abrasivo e diabolicamente scartavetrato, che fa passare quasi inosservato il fatto che non c'è nemmeno un basso nel mezzo a creare il groove
giusto. Effettivamente a loro il basso non serviva, almeno non nel loro caso, squadra che vince non si cambia e poi trovare un musicista adatto a subire l'ego di Jack White risulterebbe impossibile, forse anche per quello.Dopo sei dischi che definire seminali è poco, l'avventura dei due fratelli si è conclusa dando priorità a nuovi progetti e nuovi stimoli creativi di cui il genio Jack forse aveva bisogno, ma come tutte le vere rock n' roll band i White Stripes escono di scena con un live infuocato che racchiude come un suggestivo best of tutta l'energia e tutto l'impatto che sapevano sfoderare nei loro concerti; non c'è modo migliore di concludere, dato che la dimensione live forse è quella che più li rispecchia, loro sono un gruppo live e il palco come studio di registrazione non è altro che il loro habitat naturale. Una ventina di canzoni tra cui i loro cavalli di battaglia più famosi, ma anche cover di tutto rispetto come l'opener Stop breaking down e Phonograph blues di Robert Johnson.
Insomma se avete la discografia dei White Stripes potete anche farne a meno, se invece non li conoscete potete goderveli in un concerto dove lo stato di grazia di riff lerci come un barbone ubriaco e rullate pachidermiche sono garantite, ascoltatelo a tutto volume così anche il vostro vicino che non li conosce potrà cantare con voi: PO POPOPOPOPO PO.
Luca Fiorucci

The White Stripes Icky Thump Live Southaven Mississippi
Ballad of the Boll Weevil
I'm Slowly Turning Into You

Third Man Records

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