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martedì 7 giugno 2011

VISIONI DAL FUTURO - GEORGE ORWELL: "1984", The Big Brother + Soundtracks

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Questo articolo dello scrittore di 'noir' savonese Maurizio Pupi Bracali, nostro collaboratore, mi sembra non solo d'attualità ma obiettivamente addirittura proiettato nel futuro: partendo da una squallida, attuale tematica mediatica, attraverso l'analisi di '1984', famoso grande romanzo scritto nel 1948 da George Orwell, Pupi ci prende sapientemente per mano, spiegandoci quale incredibile funzione abbia avuto quel romanzo di vera e propria 'cassandra' delle mutazioni sociali a venire, disegnando inquietanti scenari di là a venire che riguardano tutti noi (wally)

Il Grande Fratello?
Un quotidiano savonese di qualche giorno fa titolava testualmente un articolo di cronaca locale della zona in cui vivo: Il grande fratello sulle strade di Savona: telecamere in diversi punti della città. Avendo letto il giornale al bar, poco dopo lo abbandonavo su una sedia del dehor dove veniva fatto preda da un gruppo di ragazzi, due maschi e due femmine, che, seduti al tavolino accanto, cominciavano a sfogliarlo. Giunti alla pagina dell’articolo citato, lo stupore e l’incredulità di quei giovani diventavano maggiori del tasso zuccherino delle brioches e dei cappuccini che avevano davanti. Quei quattro non riuscivano a crederci: a Savona si sarebbero svolte le selezioni per partecipare al Grande Fratello.
Dopo una botta di entusiasmo, dopo dichiarazioni di eventuali partecipazioni a quelle selezioni, una più attenta lettura deludeva le aspettative di quei divoratori di brioches, forse no... non era proprio così ... non c’era nessuna selezione ...  ma allora ... allora che c’entrava il titolo di una famosa trasmissione televisiva con Savona?
I giovani avventori del bar non riuscivano a capire. Leggevano e rileggevano l’articolo ma non capivano il nesso.Telecamere? Sì, d’accordo, a Savona? Okay, ma perchè citavano il titolo di un programma tv che non c’entrava nulla con la viabilità? Il Grande Fratello? E che senso aveva parlarne riguardo la sicurezza sulle strade? Il giornale fu buttato su un altro tavolino con la noncuranza della sconfitta. I quattro ragazzi non erano riusciti a capire il motivo di un titolo come quello riferito al problema della sicurezza stradale. Ora, io non penso che quei ragazzi siano particolarmente ignoranti rispetto ai loro coetanei, anzi, credo che la maggioranza dei giovani che quel giorno adocchiarono quell’articolo probabilmente non abbiano capito il nesso tra titolo e testo. E’ il risultato di un’educazione (educazione?) e di una cultura (cultura?) basate sull’immagine e sulla televisione anziché sulla scrittura e sui libri.
Credo anche che stilando una statistica (ho fatto un po’ di prove personali prima di accingermi a scrivere questo pezzo) venga fuori che quasi nessuno dei giovani spettatori (e anche molti adulti) del Grande Fratello sappiano perchè quel programma si intitola così.

George Orwell: ''1984', the Big Brother -
Soundtrack: Bowie, Hopper, Eurythmics, Maazel

















Il Grande Fratello è un personaggio letterario. E’ l’infallibile e onnisciente detentore del potere che nessuno ha mai visto di persona che domina con un sistema totalitario una massa di sudditi impossibilitati a sfuggire al suo controllo poichè tenuti costantemente sorvegliati da telecamere posizionate in ogni punto delle città, delle loro case, in ogni angolo di strada, nei locali, dappertutto, di giorno di notte e in ogni istante della loro vita. In modo che sotto questo minuzioso controllo nessuno possa impunemente tramare per rovesciare la dittatura. Tutto questo avviene nel romanzo '1984' di George Orwell, libro mitico (insieme a 'Il Mondo Nuovo' di Aldous Huxley con il quale vi è anche qualche affinità) per una generazione oggi non più giovanissima che ha amato quella storia e che mai avrebbe pensato che quell’oscuro e malvagio dittatore sarebbe diventato il titolo di una trasmissione televisiva, generazione(ma sì, diciamolo: quella di noi giovani degli anni settanta) che in quelle pagine profetiche di Orwell leggeva il timore di un futuro “controllato” dai detentori del potere. Il contenuto di questo libro, uno dei romanzi più inquietanti e affascinanti di sempre, è molto più articolato e complesso di quanto brevemente e sommariamente esposto sopra; dai neologismi inventati da Orwell (bispensiero, psicopolizia) all’ambientazione in un futuro apocalittico dominato da un partito unico, fino alla trama dove il protagonista Winston Smith membro del partito addetto a modificare ogni articolo di giornale nonché il corso della storia passata in modo che il popolo pensi che tutto vada e sia sempre andato bene, si rende conto che qualcosa non quadra, si sente coartato e sottomesso e inoltre s’innamora di Julia, anch’essa membro del partito, pur sapendo che sotto la dittatura sono vietati l’amore, i sentimenti e ogni rapporto sessuale non destinato alla procreazione. Un altro personaggio, O’ Brien collega e superiore di Winston sembra la persona giusta con la quale parlare e ci si possa confidare, ma le cose non andranno nel modo sperato dai due innamorati, fino a un tragico finale dove ...
La dittatura operata dal Grande Fratello ipotizzata da Orwell è terribile e disumana; è mentale e non fisica, basata sul lavaggio del cervello e non su una repressione violenta che si potrebbe anche combattere.
I sudditi del dittatore non hanno nemmeno il “conforto” di poter inveire o lamentarsi del governo, di stigmatizzare una classe dirigente corrotta, di criticarne i privilegi, poichè tutto questo non c’è. C’è solo lui, il Grande Fratello, entità superiore, sorta di Dio, presente e invisibile, a cui tutto è dovuto e che tutto controlla. Il profetico romanzo scritto nel 1948 (evidente l’anagramma) quando il 1984 era ancora lontano, ha ispirato oltre il titolo della famigerata trasmissione, due film: 'Nel 2000 non sorge il sole' del 1956 di Michael Anderson e 'Orwell 1984' di Michael Radford uscito proprio nell’anno fatidico e forse anche 'The Truman' show con Jim Carrey gli deve qualche cosa. Dal libro è stato tratto anche uno sceneggiato per la tv inglese, e nella musica sono almeno tre i dischi ispirati dal romanzo di Orwell: "Diamonds dogs" di David Bowie (Big Brother, 1984), "1984" (Minipax I) del bassista jazz Hugh Hopper (Soft Machine e molto di più!) e un altro "1984" (Sex Crime) degli Eurythmics colonna sonora del film di Radford già citato, oltre a una recente versione operistica scritta e diretta da Lorin Maazel ("1984") nel 2008 e presentata alla scala di Milano e di cui esiste anche il dvd. E che Orwell considerasse il 1984 un anno fatidico sarà anche un caso, ma è proprio nei primi anni ottanta del secolo scorso che nascono le tv commerciali, nasce l’americanizzazione televisiva con le insopportabili interruzioni pubblicitarie, con programmi di scarsa qualità, subiti da un pubblico che ha poche alternative.
Nascono i reality dove tutto si svolge sotto l’occhio delle telecamere e la tecnologia, facendo passi da gigante, fa nascere la videosorveglianza permettendo di posizionare una videocamera di controllo in qualsiasi luogo banche, centri commerciali, negozi, strade, piazze, ecc.). Certo, lo scenario inquietante paventato da Orwell nel romanzo è ancora lungi dal divenire e probabilmente non si presenterà mai, ma comunque viste come vanno le cose un po’ di attenzione non farebbe male. La fantasia di George Orwell si era limitata alle telecamere senza spingersi al controllo totale dell’umanità tramite computer e solo questo meriterebbe un altro intero articolo. Purtroppo non credo che quei quattro ragazzi del bar leggeranno mai questo scritto. Utopisticamente me lo auguro; in modo che sia loro, sia i loro coetanei capiscano che non tutto è televisione (a proposito, il Big Brother del romanzo inglese, non si dovrebbe tradurre letteralmente Grande Fratello ma più correttamente Fratello Maggiore, in un’accezione più esatta che vuole significare un’ala di protezione e una dedizione fiduciosa da parte dei sudditi al fantomatico e crudele dittatore).
E concludendo con un piccolo sogno sarebbe davvero bello se, con un gesto da considerarsi rivoluzionario, qualcuno degli spettatori del Grande Fratello, proprio la sera in cui va in onda quel programma, spegnesse la tv e prendesse in mano questo piccolo grande libro scritto settant’anni fa; per comprendere che cos’è davvero il Grande Fratello, per recuperare il piacere della lettura, per capire, conoscere, riflettere e pensare. Per valutare e considerare dove sta andando il mondo. Dove stiamo andando tutti. Perchè, come dice il protagonista di questo straordinario romanzo: "Al Grande Fratello non basta la sottomissione dei suoi sudditi, di ognuno di loro egli vuole per sé anche il suo cuore e la sua anima".
Maurizio Pupi Bracali

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